Morte Lorena, completati a Roma gli esami del Ris

Eseguite a Roma le analisi sul ferro da stiro utilizzato dalla donna prima di morire, in particolare sul cavo che potrebbe essere stato utilizzato per strangolarla. Dietro la morte della 53enne di Ortona, per la procura della Repubblica di Chieti, c’è un presunto omicidio volontario.
ORTONA. Analisi genetiche e chimiche ieri a Roma nei laboratori del Ris – Reparto investigazioni scientifiche – sul ferro da stiro che Lorena Paolini stava utilizzando poco prima di morire. In particolare sul cavo che potrebbe essere stato utilizzato per strangolarla. Dietro la morte della 53enne di Ortona, per la procura della Repubblica di Chieti, c’è un presunto omicidio volontario aggravato. Da agosto è iscritto nel registro degli indagati il marito, Andrea Cieri, 51 anni. La sua difesa punta sulla tesi del suicidio e si avvale della consulenza tecnica di Emiliano Giardina, genetista forense.
«Siamo convinti che Lorena non si sia suicidata e quindi la nostra presenza qui, e tutta la nostra attività, è rivolta alla ricostruzione della dinamica che ha in oggetto l’evento omicidiario», ha detto l’avvocato Francesca Di Muzio, che assiste Silvana Paolini, la sorella di Lorena, con il criminalista esperto in sopralluoghi Nicola Caprioli. Sia quest’ultimo che il legale erano presenti, ieri pomeriggio, in via Tor di Quinto, a Roma.
«Ci siamo concentrati sull’ultima parte degli accertamenti tecnici dopo il sopralluogo e ci siamo soffermati sull’analisi di eventuali reperti sul ferro da stiro e adesso siamo in attesa che il Ris lavori su tutta l’attività per avere un quadro probatorio più chiaro. Non abbiamo posto domande perché il Ris ha lavorato veramente bene, quindi non abbiamo fatto nessuna osservazione particolare. Adesso attendiamo gli esiti degli esami per capire meglio anche dagli altri elementi di prova quale sarà il quadro generale», ha aggiunto l’avvocato Di Muzio.
Tra i campioni prelevati in casa Cieri il 30 gennaio scorso ci sono tracce di sangue sul tavolino della sala, tamponi eseguiti sul lampadario e una corda di nylon, simile a quella che il marito, il cognato Giuseppe e una figlia della donna sostengono possa aver utilizzato Lorena per togliersi la vita («Si è impiccata al lampadario dello sgabuzzino», sostengono i tre). Nelle prossime settimane si attende la consegna della relazione sull’autopsia da parte del medico legale Cristian D’Ovidio.