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4 marzo

4 Marzo 2025

Oggi, ma nel 1961, in tutta Italia, “24mila baci”, pezzo intonato da Adriano Celentano e composto dal Molleggiato insieme a Ezio Leoni, per l’arrangiamento, e testo scritto da Pietro Vivarelli e Lucio Fulci, toccava la vetta della classifica nazionale dei singoli, scalzando “What a sky”, ovvero “Su nel cielo”, di "Nico Fidenco", all'anagrafe Domenico Colarossi, e vi rimarrà per cinque settimane quando sarà surclassato da “come sinfonia”, di Pino Donaggio. 

L’orchestra era diretta da Giulio Libano. L’ingresso nella top-ten risaliva al 25 febbraio. Il refrain «con 24 mila baci, così frenetico è l'amore. In questo giorno di follia ogni minuto è tutto mio» s’imprimerà nella nell’immaginario collettivo del Belpaese e il motivetto diverrà un tormentone. La traccia (nella foto, particolare, la copertina del vinile con tanto di autore immortalato in una delle sue pose canterine tipiche) era stata presentata, nel periodo dal 26 gennaio al 6 febbraio precedente, nell’edizione XI del Festival di Sanremo insieme a “Little Tony”, ovvero Antonio Ciacci, e si era classificata seconda alle spalle dell’accoppiata composta da Luciano Tajoli e “Betty Curtis”, al secolo Roberta Corti, con “Al di là”, del sodalizio “Mogol”, cioè Giulio Rapetti, per il testo, e Carlo Donida Labati, per la musica. “24mila baci” diverrà un’icona della produzione cantautoriale del capo del Clan. 

Il 31 dicembre di quel 1961 il brano chiuderà la chart tricolore dei 45 giri in diciassettesima posizione, quando la selezione annovererà “Legata ad un granello di sabbia”, di Nico Fidenco, in prima posizione. Il disco di Celentano, pubblicato dalla casa editrice milanese Jolly, fondata da Walter Guertler nel 1958, aveva nel b-side “Aulì-Ulè”, con parole di Luciano Beretta e musica del già menzionato Leoni. La versione di Little Tony di “24mila baci”, che avrà meno successo pur diventando ugualmente molto conosciuta, invece, sarà messa in commercio dalla casa di produzione Durium, con sede sempre nel capoluogo lombardo, creata da Alberto Airoldi nel 1935, e avrà la canzone “Patatina”, di Gianni Meccia e Franco Migliacci, incisa sulla seconda facciata.