Ma il Wwf resta contrario «La zona è a rischio frane»

26 Giugno 2013

LENTELLA. I titolari e i lavoratori mettono la mano sul fuoco sulla salubrità della Laterlite. Il Wwf resta di parere contrario. È di due settimane fa l’esposto presentato dai referenti regionali...

LENTELLA. I titolari e i lavoratori mettono la mano sul fuoco sulla salubrità della Laterlite. Il Wwf resta di parere contrario. È di due settimane fa l’esposto presentato dai referenti regionali dell’associazione ambientale sulle procedure connesse all’ampliamento della cava.

«Abbiamo evidenziato una serie di importati e oggettive criticità che riguardano il progetto che prevede l’ampliamento della cava con 2,6 milioni di metri cubi di escavo», spiega il Wwf ripercorrendo le tappe della vicenda. «Nel 2010 era stato bocciato dal Comitato Via un precedente intervento proposto dall’azienda. Durante l’iter procedurale, controllando le foto aeree, i funzionari regionali si accorsero che una parte del materiale (300mila metri cubi) era stato estratto in modo abusivo. La ditta presentò nel 2011 una richiesta di valutazione in sanatoria. La Corte di giustizia europea e la Cassazione penale hanno sempre negato questa eventualità per opere già realizzate. Nonostante una diffida nel 2012 il Comitato Via rilasciò il parere positivo in sanatoria comminando una multa di 48.950 euro. Più di recente è stato ribadito che la zona della cava è stata classificata ad alto rischio frane. Il piano evidenzia l’estrema fragilità di un zona in cui si vogliono scavare 2.600.000 metri cubi», sottolinea il Wwf insistendo che è solo con la sostenibilità ambientale che si creano più posti di lavoro.

«Non si risolvono i problemi evitando le oggettive criticità emerse nella procedura Via promuovendo un fuorviante dibattito ambiente-lavoro», è il monito del Wwf.

Sulla stessa linea i rappresentanti di Rifondazione comunista, Marco Fars, Carmine Tomeo, Maria Perrone Capano e Marilisa Spalatino.

«Se Laterlite tiene così tanto al mantenimento della produzione e dei livelli occupazionali non deve fare altro che fornire prove documentali del sostenibile impatto ambientale dell’ampliamento della cava. Intanto la Regione si doti di un piano cave», scrivono i rappresentanti di Rifondazione. (p.c.)

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