Ma spuntano i sacchi anti-acqua
Case che diventano stagni ad ogni pioggia, cittadini dello Scalo contro il sindaco
CHIETI. Si passa ai sacchi di sabbia per difendere le case dalle inondazioni che arrivano ormai puntuali a ogni nubifragio. L'idea sta prendendo piede in via Penne allo Scalo, epicentro degli allagamenti. «La nostra casa diventa uno stagno ogni volta che piove», spiega disperata A.G., una residente della zona, «e la sabbia è purtroppo l'unica soluzione anche se questo significa praticamente barricarci in casa, come se fossimo in guerra». Sono talmente seri i problemi di via Penne, che tempo fa è perfino sorto un comitato spontaneo di residenti, la stragrande maggioranza con casa di proprietà costruita e resa abitabile con immensi sacrifici. A presiedere il movimento dei cittadini è Giovanni Cellini. «Per quanto riguarda eventuali danni prodotti dall'acqua», premette Cellini, «la valutazione se procedere o meno a intentare causa per risarcimento spetta a ogni singolo proprietario e non è comunque la ragione sociale, per così dire, del comitato di via Penne. Noi ci occupiamo invece di tutto quanto è possibile ottenere dal Comune per il vantaggio collettivo», sottolinea il presidente, «nel senso delle opere pubbliche che l'amministrazione, a partire dal sindaco Umberto Di Primio, ha solennemente promesso di realizzare entro l'inizio dell'estate». Progetti e cantieri che lo stesso sindaco insieme agli assessori competenti ha illustrato lo scorso marzo in un incontro tenuto proprio in via Penne. «Siccome si tratta di grossi problemi, che mettono a rischio la nostra sicurezza insieme alla tranquillità visto che parliamo delle nostre abitazioni», annota Cellini, «prendiamo atto delle promesse del sindaco ma vogliamo anche dirgli di stringere i tempi, di far muovere a maggiore velocità l'apparato comunale perché le piogge ormai non distinguono più tra le stagioni. E le strade più navigabili che transitabili in auto o in moto si danneggiano sempre più a ogni nubifragio. Qui c'è sempre chi, un giorno o l'altro, ci rimette uno pneumatico o una sospensione a causa delle buche». E' una vera e propria piattaforma di richieste, quella del comitato Penne. «In primo luogo», fa presente Cellini, «mandino regolarmente la Mantini a ripulire le griglie intasate, la prima causa degli allagamenti. Poi, si provveda alla sostituzione di quelle ormai inutilizzabili, quattro o cinque. Per il manto stradale, ormai in condizioni pietose su via Penne e le sue traverse, se non è possibile fare ex novo l'asfalto, almeno vengano a tappare le buche più pericolose. E infine», conclude Cellini, «che facciano la rotatoria promessa: renderà più sicuro a tutti il transito nel quartiere».
Francesco Blasi