LANCIANO

Morte Andrea Prospero, il papà: “Qualcuno deve pagare per quello che è successo”

13 Febbraio 2025

Michele Prospero a “Chi l’ha visto?” ripercorre gli ultimi giorni di vita del figlio studente di Informatica: «Credo che la sua bontà l’abbia portato in una trappola, in un qualcosa che poi non ha voluto fare più»

LANCIANO. «Sono convinto che Andrea non si è ucciso, ma sia stato ucciso». Michele Prospero, padre del diciannovenne morto in circostanze ancora misteriose in un B&b nel centro di Perugia, fa largo allo scenario più inquietante sulla fine dello studente di Informatica. «Credo che la sua bontà l'abbia portato a cadere in una trappola», dice papà Michele ai microfoni di “Chi l'ha visto?”, accanto a lui la figlia Anna, gemella di Andrea, «potrebbe essere stato contattato e adoperato per delle cose che lui, a un certo punto, ha ritenuto di non voler fare più. Una cosa che era diventata più grande di lui. Io cerco la verità», mette in chiaro papà Michele che dal 29 gennaio non si dà pace, «e non metto in dubbio che ci sia anche una sua responsabilità, però c’è altro, gente che deve pagare per quello che è successo».

Non si diradano le nubi sulle ultime ore e sulla morte dello studente lancianese. Lunedì 10 febbraio Andrea avrebbe dovuto sostenere il primo esame all'università. Invece da quindici giorni c'è una famiglia, e con essa tutta una comunità, che aspetta di sapere cosa è capitato a questo ragazzo timido, gentile, disponibile verso tutti, riservato al limite della diffidenza. La verità con cui fa i conti la famiglia è che Andrea ha omesso parecchie cose di sé ai suoi cari. Anche alla persona a lui più vicina, la sorella gemella Anna. Lontani da casa ma insieme, ad esplorare il mondo dei grandi in una nuova città, come ha detto la ragazza in occasione dell'ultimo saluto ad Andrea, quando gli ha promesso che, insieme al fratello maggiore Matteo, saranno per sempre «i tre moschettieri». Nei pranzi alla mensa universitaria, nei pomeriggi trascorsi insieme tra studio e panni da fare, Anna non avrebbe mai intravisto un'ombra nella vita apparentemente tranquilla del gemello. Prima che avesse inizio la sessione d'esame, i due avevano programmato anche di tornare a Lanciano in pullman, il 27 gennaio. Ma tre giorni prima, il 24, Andrea è scomparso. Anche quel giorno, alle 13.45 circa, aveva appuntamento alla mensa di via Pascoli con Anna. Lo stesso monolocale di via Del Prospetto, affittato chissà a quale scopo e dove il 29 gennaio il diciannovenne è stato trovato senza vita, era stato prorogato fino al 20 febbraio.

Andrea, insomma, aveva pianificato attività a medio e breve termine, che mal si conciliano con l'immagine di chi voglia farla finita. Ipotesi a cui la famiglia non crede, anzi. Del resto le sue ultime immagini, quelle registrate alle 10.53 dalla telecamera dell'ostello “Don Elio” di via Bontempi, ci mostrano un ragazzo tranquillo, gentile, che si ferma a reggere la porta a due sconosciuti, come se non avesse alcuna fretta. La Procura di Perugia aspetta di trovare le risposte alle tante domande nei cinque cellulari e nel computer portatile - in parte compromesso - del ragazzo. Le password presenti sono state superate dagli esperti della polizia postale, che da lunedì hanno iniziato a visionare e ad analizzare i contenuti. Fin dalle prime battute la percezione è stata quella che Andrea fosse un utente esperto del web. Gli accertamenti proseguono anche sulle 60 sim e schede telefoniche ritrovate nel b&b e su una pen drive, ripescata dalla polizia nel water insieme ad una carta di credito intestata a un giovane ligure, che è stato sentito come persona informata sui fatti. La chiavetta sarebbe protetta con password ad alta sicurezza, che starebbe dando non pochi problemi a chi indaga. Andrea aveva in uso anche un’altra carta di credito, intestata a uno straniero non censito, e un altro conto corrente, dai quali non risulterebbero però movimenti. Potrebbe avere usato qualche app per pagare i quasi mille euro di affitto?

Attesa, infine, c'è per il risultato degli esami tossicologici, dai quali si potrà capire il quantitativo di ansiolitici ingeriti da Prospero, che ne hanno causato il decesso il giorno stesso della sua scomparsa. La famiglia di Andrea nei prossimi giorni salirà a Perugia dove, insieme agli avvocati Carlo Pacelli e Francesco Mangano, incontrerà gli inquirenti.