SOTTOSOPRA

Thiago Motta va aspettato, la Juventus tornerà vincente

29 Gennaio 2025

E’ troppo facile parlare male della Juventus allenata da Thiago Motta. Meno 16 punti rispetto alla squadra allenata da Massimiliano Allegri l’anno scorso, pareggite acuta e mancanza di attributi nei momenti topici delle partite.

E’ troppo facile parlare male della Juventus allenata da Thiago Motta. Meno 16 punti rispetto alla squadra allenata da Massimiliano Allegri l’anno scorso, pareggite acuta e mancanza di attributi nei momenti topici delle partite. Servirebbero la zampata vincente, lo scatto d’orgoglio, la cattiveria agonistica per portare a casa i tre punti. A ogni costo. Per tenere fede all’assioma bonipertiano “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Tutto giusto, è questo il concetto di juventinità. Ho letto l’intervento del collega Rocco Coletti e la rivalutazione della figura di Allegri, bistrattato l’anno scorso dal popolo bianconero con il ricorrente “Allegri vattene” e l’ingenerosità nei confronti di un allenatore vincente. Fatta questa doverosa premessa affrontiamo il presente.

La Juve allenata da Thiago Motta è un cantiere in costruzione, anche se abbiamo svalicato il girone di andata. Ma è soprattutto una Juve diversa, qualcuno la definisce con un brutto termine “giochista”, diciamo più orientata al possesso palla. Partiamo dai fatti, la Juve non vincente è anche una Juve non perdente, fatta eccezione per il ko di Napoli che ci può stare in una gara esterna con la capolista del campionato. Ma voi provate a giocare un gran numero di partite senza un attaccante di ruolo, con un numero di infortuni impressionante che hanno falcidiato la rosa bianconera. Metteteci – e questa è una colpa che imputo anche al tecnico – la incomprensibile campagna acquisti nel reparto offensivo che avrebbe dovuto avere ben altra consistenza. Con Vlahovic infortunato, Milik in perenne simbiosi con l’infermeria e la cessione di Kean la Juve non è stata spuntata.

Di più. Aggiungiamoci il reparto difensivo privato della colonna Bremer ed ecco spiegata gran parte del problema. Thiago Motta si è ritrovato tra le mani una squadra da rifondare, con tanti giocatori nuovi, con Koopmeiners da rivitalizzare dopo un’estate di tensione con l’Atalanta, con il modulo di gioco da far digerire e con l’impellenza del risultato a tutti i costi. Ora facciamo un salto indietro al 2014, quando arriva Allegri in casa Juve. Dopo i tre scudetti di Antonio Conte si ritrova con una squadra rodata e affidabile, esperta e abituata a vincere. Di suo ci mette la grande capacità manageriale e il talento nel saper gestire i campioni. Avere in squadra Chiellini, Buffon, Bonucci, Barzagli ecc... non è lo stesso che rifondare la squadra e cambiare il modo di intendere il calcio come nel caso di Motta: stop al difensivismo e spazio al bel gioco, speriamo presto. Quando Jurgen Klopp arriva al Liverpool, nel 2015, la squadra si piazza ottava in Premier League e non va in Europa. Gli inglesi sono pazienti e Klopp negli anni successivi vince tutto il possibile. Insomma, per una volta il popolo bianconero dovrebbe avere la stessa pazienza, Thiago si ritrova perfettamente nello stile Juve, pian piano acquisirà anche l’abitudine alla vittoria. È in corsa in Champions e per un posto in Europa nel campionato italiano, senza tralasciare la Coppa Italia e con l’ambizione di ben figurare nel mondiale per club. Non disperiamo