due medici indagati
Morte sospetta al San Pio attese dall’autopsia
VASTO. Dopo la pausa di Capodanno, il sostituto procuratore Giancarlo Ciani e la collega Enrica Medori torneranno a occuparsi del caso della morte sospetta di T.E., 73 anni, originario di un paese...
VASTO. Dopo la pausa di Capodanno, il sostituto procuratore Giancarlo Ciani e la collega Enrica Medori torneranno a occuparsi del caso della morte sospetta di T.E., 73 anni, originario di un paese della Val Sinello ma residente a Vasto, avvenuta nell’ospedale San Pio alla vigilia di Natale.
Oggi i legali che rappresentano la famiglia dell’uomo, gli avvocati Carmine Di Risio e Giovanni Cerella, si recheranno in Procura per acquisire informazioni sui primi risultati dell’autopsia eseguita dal medico legale Pietro Falco sul paziente deceduto. Il responso completo dell’accertamento peritale sarà consegnato fra 60 giorni.
In base ad esso la magistratura verificherà una eventuale colpa omissiva successiva all’ultimo esame clinico a cui il paziente è stato sottoposto poche ore prima di morire.
L’avvocato Di Risio ha rotto il silenzio che circonda la triste vicenda solo per rimarcare la profonda prostrazione dei parenti del degente. «L’anziano era ricoverato ma non era grave. Aveva una persistente e fastidiosa febbre ma non sembrava un paziente in pericolo di vita», afferma il legale.
I medici hanno deciso di sottoporre il paziente auna serie di accertamenti per individuare la cause di una possibile infezione che determinava lo stato febbrile. Il pensionato si è sottoposto di buon grado agli esami. L’ultimo accertamento è stato cardiologico. T.E. alla fine dell’esame non sembrava particolarmente debilitato. Poche ore dopo la situazione è precipitata.
Il tragico epilogo ha addolorato i parenti dell’uomo che non si rassegnano alla perdita del loro congiunto e hanno presentato un esposto in Procura. «Quella morte non rattrista solo la famiglia ma tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo», ha dichiarato il sacerdote che ha celebrato il rito funebre.
Al San Pio assicurano tuttavia che il paziente è stato adeguatamente assistito anche nella fase dell’emergenza. Due al momento i medici indagati. Certi di aver fatto tutto il possibile per salvare il ricoverato, sono loro i primi a volere l’accertamento della verità da parte dell’autorità giudiziaria.
Il nuovo caso di morte sospetta avviene esattamente un anno dopo un altro caso giudiziario che in primo grado si è concluso positivamente per i medici indagati.
Il paziente deceduto un anno fa era un imprenditore di San Salvo di 60 anni ricoverato in Urologia. Cinque i medici indagati. Le perizie hanno escluso colpe omissive successive all’intervento chirurgico a cui il degente era stato sottoposto. La vicenda giudiziaria non è tuttavia arrivata al capolinea. (p.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA