CHIETI
Nonno ucciso a botte, assolto il nipote 15enne
Il delitto dell'8 luglio: per i giudici il nipote al momento del delitto era incapace di intendere e di volere
CHIETI. Assolto perché incapace di intendere e volere al momento del fatto a causa dei problemi psichiatrici di cui soffre e sottoposto alla misura di sicurezza del collocamento immediato in una comunità terapeutica.
Si è chiuso così nel primo pomeriggio a L'Aquila il processo con il rito abbreviato, condizionato alla perizia sulla capacità di intendere e di volere, al 15enne di Bucchianico (Chieti) che l'8 luglio 2022 uccise dentro casa il nonno, 78 anni, colpendolo con pugni, calci, sedie e un aspirapolvere.
Un'udienza durata circa un'ora e mezzo, durante la quale è stato esaminato il perito Simona Ceccoli, psichiatra, incaricato dal giudice del Tribunale per i minorenni di L'Aquila di accertare la capacità di intendere e di volere al momento del fatto, e la pericolosità sociale del ragazzo.
Dalla perizia, oltre all'incapacità di intendere e di volere, è emerso che il 15enne è capace di stare in giudizio ed è socialmente pericoloso. Nelle prossime ore il ragazzo, che oggi era in aula ed è difeso dall'avvocato Roberto Di Loreto, lascerà l'istituto penitenziario di Casal del Marmo per raggiungere la comunità.
Il quindicenne, del quale il nonno materno era affidatario, è accusato di omicidio volontario con l'aggravante di aver commesso il fatto ai danni di un ascendente e per futili motivi. Secondo l'accusa continuò a infierire sul corpo della persona offesa ormai inerme a terra. L'anziano morì la notte seguente nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Pescara dove era stato ricoverato in condizioni disperate.