Partono i lavori, inquilini ignari

Bagarre in via Amiterno, gli operai dell’Ater arrivano senza avvertire.

CHIETI. Arrivano gli operai della ditta incaricata dall’Ater a mettere in sicurezza le palazzine ma gli inquilini non sanno nulla e scoppia la bagarre. Giornata convulsa in via Amiterno dove sono iniziati gli interventi di riqualificazione promessi dall’Ater dopo l’allarme rosso. Oggi, intanto, il Comune deciderà se sgomberare o meno la palazzina 4 che ospita 47 famiglie.

Negli uffici dell’ex Banca d’Italia, sede provvisoria del municipio, si aspetta una comunicazione ufficiale dell’Ater che attesti l’assenza di rischio di crollo delle 5 palazzine e, in particolare, dell’immobile numero 4, quello nelle condizioni peggiori. La richiesta fatta dal Comune offre il fianco a qualche perplessità. L’ente chiede se per gli edifici di via Amiterno c’è rischio di crollo e rivolge la domanda al proprietario-non inquilino, (ovvero all’ente che deve procedere agli interventi di consolidamento e sborsare soldi anche per pagare gli alloggi agli inquilini che dovessero essere sgomberati), quando esiste già una esaustiva relazione di un terzo, non interessato, consulente tecnico della procura, che spiega chiaramente come le cinque palazzine siano al limite minimo di sicurezza, tranne la quarta che addirittura sta al di sotto dei suddetti parametri.

La consulenza dell’esperto arriva, in ritardo, sul tavolo del sindaco che la gira al capo ufficio tecnico. L’ingegner Di Muzio non fa che confermare quanto detto dell’ingegner Sepe e nell’indicare le modalità di intervento sugli edifici di via Amiterno, consiglia lo sgombero della palazzina numero 4. Ma l’Ater, il proprietario non inquilino, stravolge ogni relazione e perizia, sostenendo che non c’è bisogno di fare sgomberare le 47 famiglie dalla palazzina numero 4. Il Comune fa dietro front e sospende l’ordinanza di sgombero, ma dà all’Ater tre giorni di tempo, in sostanza perché si assuma le proprie responsabilità per iscritto. Burocrazia. La situazione delle cinque palazzine è nota da tempo e ancor prima del terremoto del 6 aprile. Gli interventi di consolidamento erano nell’agenda dell’ex presidente Paolo Sperduti.

Le condizioni già precarie degli edifici sono state solo aggravate dal terremoto dell’Aquila. Il geologo dell’università Francesco Stoppa durante un sopralluogo si rende conto che i danni alle palazzine di via Amiterno sono preoccupanti, effetti da terromoto del 7º-8º grado della scala Mercalli e non di un sisma appena sopra il 5º grado e peraltro lontano. Al sopralluogo segue un esposto in procura che avvia indagini e nomina l’esperto. In seguito alla relazione del consulente il sindaco firma l’ordinanza che impone all’Ater di fare i lavori necessari alla messa in sicurezza delle 5 palazzine, consolidamento del porticato della palazzina 4 in primis, entro 30 giorni. In 90 giorni, al contrario, bisognerà portare a termine le verifiche statiche sui cinque edifici.

E siamo alla giornata di ieri quando gli operai si sono presentati di buon’ora in via Amiterno. Hanno iniziato a lavorare sugli elementi di facciata delle palazzine 3 e 4 mentre sono stati transennati alcuni spazi adiacenti ai parcheggi. Ma i residenti non sono stati informati. Così molti inquilini si sono ritrovati con la biancheria stesa sui balconi sporca di calcinacci e polvere. Non sono mancati attimi di tensione. L’amministratrice delle palazzine 3 e 4 di via Amiterno, Sabrina Di Stefano, ha subito informato dell’accaduto il Comune. «I lavori vanno eseguiti subito» afferma, «rispettando, però, tutti i criteri di sicurezza. Gli inquilini vanno tutelati e non bistrattati».

Qualora il sindaco Ricci firmasse lo sgombero della palazzina 4 di via Amiterno, le 47 famiglie che la abitano saranno sistemate tra l’istituto di suor Vera, nella frazione di Brecciarola e lo studentato realizzato nel villaggio Mediterraneo.