Torna la truffa del finto nipote, bandito in fuga con denaro e oro

Il raggiro è avvenuto in via Fosso Paradiso. La donna ha consegnato i soldi che era riuscita a racimolare in casa insieme a qualche monile d’oro
CHIETI. «Mi hanno chiamato al telefono e mi hanno detto che mia nipote aveva investito una persona sulle strisce pedonali e ora era nei guai». E così l’anziana zia di 86 anni, residente in contrada San Martino, a Chieti Scalo, è andata subito nel panico. Si è talmente spaventata che non ha pensato che quella telefonata, ricevuta martedì scorso intorno alle 9,30 del mattino, potesse essere una truffa per spillarle dei soldi. Non lo ha pensato neanche quando la voce a telefono le ha detto che servivano 8mila euro per tirare fuori dai guai l’amata nipote.
L’ultraottantenne ha saputo solo dire all’incalzante voce al telefono che in casa non aveva una tale somma, ma che poteva arrivare solo a 4mila euro a cui avrebbe potuto aggiungere qualche oggetto d’oro che possedeva. Dopo pochi minuti passati nel terrore, il truffatore – o, molto più probabilmente, un suo complice – si è presentato alla porta della sua abitazione in via di Fosso Paradiso, una strada che si immette nel centrale e trafficato viale Unità d’Italia. La donna ha aperto e gli ha consegnato i soldi che era riuscita a racimolare in casa insieme a qualche monile d’oro, prezioso ricordo di famiglia. Il truffatore ha arraffato in fretta tutto e si è dileguato, lasciando l’anziana con il telefono in mano, in attesa di ricevere notizie sulla situazione della nipote.
«Crediamo fossero in due», racconta la nipote a truffa ormai avvenuta, «anche se da mia zia, per prendere soldi e oro, si è presentato uno solo. Era un ragazzo, abbastanza giovane. Dalla prima telefonata delle 9 e mezza del mattino, le hanno chiesto di non riattaccare il telefono per non perdere la comunicazione con loro. Uno stratagemma per evitare che chiedesse aiuto o arrivassero altre telefonate, magari proprio la mia, che avrebbe fatto saltare il raggiro. A dire a mia zia che io stavo bene e che si era trattato solo di una truffa è stata poco dopo mia mamma».
La donna è arrivata a casa dell’86enne e l’ha trovata spaventatissima, ancora con il telefono aperto in mano, in attesa di avere notizie sulle sorti della nipote che lei immaginava in grave pericolo. Lo stato d’ansia provocato artatamente dai truffatori le aveva azzerato la facoltà di pensare che quello che le avevano detto poteva non essere vero. Una volta tranquillizzata sul fatto che la nipote stesse bene, ripresasi dallo shock, ha presentato denuncia ai carabinieri.
Lo scorso 10 aprile un’altra ultraottantenne era stata raggirata con modalità molto simili nella sua abitazione di via Verdi, nel quartiere Levante. Anche in quel caso il truffatore, un ragazzo poco più che ventenne, aveva telefonato alla donna dicendo che il nipote era nei guai per una denuncia. Nel caso di Levante, però, i carabinieri erano di pattuglia in zona e per poco non sono riusciti a fermare il truffatore: ne è nato un inseguimento a piedi e poi il malvivente, risalito in auto, ha cercato di investire i militari, uno dei quali è stato travolto ed è finito in ospedale per fortuna riportando solo ferite lievi. I carabinieri hanno sparato anche tre colpi di pistola alle gomme dell’auto.
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