FARA SAN MARTINO
Presa la banda della "marmotta": tre arresti in Puglia / VIDEO
Il colpo a un bancomat della Bper. Banditi incastrati dalle telecamere e da un video girato dai residenti. Indagini dei carabinieri di Lanciano
FARA SAN MARTINO. Arrestati dai carabinieri della Compagnia di Lanciano i tre presunti autori dell’assalto al bancomat di Fara San Martino. Il colpo è avvenuto la notte tra l'8 e il 9 ottobre scorso quando, a essere presa di mira, è stata la filiale della Bper in località Paradiso.
La cosiddetta banda della "marmotta" sarebbe formata da tre pugliesi. Alle prime luci dell’alba di ieri (lunedì 25 ottobre), i carabinieri della Compagnia di Lanciano, in collaborazione con i colleghi delle Compagnie di Foggia e Cerignola, hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare a carico dei tre. I dettagli dell’operazione sono resi noti in una conferenza stampa, oggi al Comando di Lanciano.
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Aggiornamento ore 11,30. I testimoni hanno raccontato ai carabinieri di essere riusciti a intravedere, dopo il boato e la fitta coltre di fumo sparsa nell’aria, almeno tre persone che si sono allontanate a tutta velocità a bordo di una Fiat Panda bianca. Un residente è riuscito anche a girare un breve filmato, dal quale sono partiti i militari per le indagini. "La tecnica utilizzata è la solita - si legge in una nota dei carabinieri - si fa detonare una carica esplosiva attivata tramite miccia, attraverso un manufatto metallico a forma di “T”, comunemente chiamata “marmotta”, la cui estremità viene inserita all’interno della fessura che eroga le banconote". Molto spesso però la detonazione, che dovrebbe servire solo ad aprire la cassaforte interna al bancomat, sventra anche gli uffici, le vetrate e gli arredi, mettendo a repentaglio la stabilità e l’agibilità degli edifici circostanti.
Nel caso di Fara San Martino, proprio la violenza dell’esplosione ha sortito l’effetto di mettere in fuga i banditi, che non sono riusciti a portare via nulla, mentre uno di loro, rimasto ferito al fianco da una scheggia metallica, circa un’ora dopo è stato scaricato dai complici al Pronto soccorso dell’ospedale di Vasto, dove è stato ricoverato, sottoposto a un’operazione chirurgica e ricoverato per circa una settimana prima di essere dimesso. L’immediata attività investigativa ha dato i frutti sperati. I militari del Nor della Compagnia frentana hanno subito recuperato 32mila euro in banconote da 50 e da 20 euro, contenute nel bancomat esploso e caricati il giorno precedente, come appreso dalla direzione della filiale.
Fondamentali sono state le immagini dei sistemi di videosorveglianza delle abitazioni private e di quelle lungo la strada provinciale che, passando per Altino, conduce alla fondovalle del Sangro. I filmati sono stati comparati a quelli delle telecamere dell'istituto di credito. Altri video sono stati estrapolati dal sistema a circuito chiuso presente nel Pronto soccorso dell’ospedale di Vasto. La sinergia operativa con i colleghi della Compagnia di Cerignola ha permesso di rintracciare in Puglia l'utilizzatore del mezzo. L'uomo, sottoposto a perquisizione, è stato trovato con banconote da 50 euro macchiate da inchiostro azzurro, verosimilmente provenienti da un altro colpo analogo, con i documenti del complice ricoverato all’ospedale di Vasto e con una pistola semiautomatica. All'interno del mezzo ritrovati anche guanti in stoffa e gomma e alcuni indumenti dell’amico ferito. La Fiat Panda bianca utilizzata per la fuga è stata rinvenuta il giorno dopo ad Altino.
Alla luce di quanto raccolto dagli inquirenti, la procura della Repubblica di Chieti ha avanzato richiesta di custodia cautelare nei confronti di Carlo Grossi, 32 anni, e di Girolamo Rondella, 35 anni, entrambi di Stornara (Foggia) e di Sabri Yermani, 29 anni, di Orta Nova (Foggia). Sono indagati, in concorso tra loro, per fabbricazione e detenzione di materiale esplosivo e furto aggravato continuato. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Chieti ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per i tre indagati (Grossi in carcere e Rondella e Yermani ai domiciliari) riconoscendo "la necessità di fronteggiare una grave e attuale pericolosità sociale dei soggetti, i quali potrebbero anche ricostituire il gruppo armato" ed evidenziando anche "le allarmanti modalità" dell'organizzazione del colpo che devono essere state "necessariamente progettate da tutti i concorrenti". In corso verifiche e approfondimenti per individuare possibili collegamenti con altri colpi effettuati recentemente nella provincia di Chieti.