Rifiuti, rinviata la stangata Tares
I consiglieri di minoranza fanno mancare il numero legale in commissione
VASTO. Arriva lo stop della commissione consiliare sull’aumento della Tares, la tassa sui rifiuti e servizi. I consiglieri di minoranza Davide D’Alessandro, Massimo Desiati, Guido Giangiacomo, Manuele Marcovecchio ed Etelwardo Sigismondi, con la loro astensione hanno fatto venir meno il numero legale.
«Abbiamo chiesto in maniera pregiudiziale di rinviare la discussione dell’impianto della Tares all’esito del provvedimento del governo che in queste ore sta valutando nuove e diverse ipotesi di tassazione meno pesanti, al contrario di quelle proposte dall’amministrazione comunale che contenevano aumenti eccessivi», affermano i consiglieri, «vista l’insistenza della maggioranza, alquanto sospetta, di approvare il testo, ci siamo astenuti dal partecipare alla discussione facendo così venire meno il numero legale e fermando di fatto l’iter della tassa stessa».
Nel frattempo infuria la polemica su quella che si annuncia come l’ennesima stangata. Secondo Eliana Menna, capogruppo provinciale dell’Italia dei valori, «l’aumento della Tares dipenderà dalle scelte politiche locali visto che il Comune è chiamato a giocare un ruolo importante nella determinazione della tariffa».
Contrariamente ad alcune forze politiche (è il caso di Rifondazione comunista), che avevano tirato in ballo il governo delle larghe intese per gli aumenti della tassa, la Menna sottolinea il ruolo dell’amministrazione comunale, senza lesinare critiche al partito (Prc) in cui ha militato prima di approdare nelle file dell’Idv. «È paradossale il comportamento di alcune forze politiche, le quali nonostante facciano parte della compagine di maggioranza e abbiano amministratori all’interno della giunta comunale di Vasto, fanno spot elettorali come se le decisioni sulla Tares dipendessero da altri soggetti», sostiene la Menna, «si assumessero la loro responsabilità e trovassero delle voci di bilancio con cui compensare il sicuro, ormai da tempo, aumento del tributo comunale. Sul fatto che la Tares sia un tributo “cattivo” che mette in difficoltà le famiglie e imprese, specialmente i piccoli commercianti, siamo tutti d’accordo. Non servono cartelli elettorali».
E non mancano annotazioni sull’esclusione dell’Italia dei valori «emarginata dalla maggioranza di centrosinistra immotivatamente e in danno al bene comune dei cittadini».
Anna Bontempo
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