Rissa al bar nel giorno di festa Al via il processo a 5 imputati

3 Dicembre 2023

Gli accusati devono rispondere a vario titolo di rissa aggravata, lesioni, armi improprie e danni al locale  Uno è anche nella veste di parte lesa: sarebbe stato percosso alla testa con l’uso di una bottiglia di vetro 

VASTO. Rissa del 25 aprile scorso alla Marina: al via con l'udienza predibattimentale davanti al giudice monocratico Tito Antonini, il processo ai presunti responsabili della drammatica sequenza: G.C.C., 26 anni, di Maglie; F.P.B., 53, di Vasto; A.D.P., 24, di Vasto; L.D.G., 20, di Vasto; E.D.A., 36, di Vasto. Il gruppo deve rispondere a vario titolo di rissa aggravata con lesioni personali da utilizzo di armi improprie e danneggiamento della vetrata di un locale di viale Dalmazia. G.C.C., pur essendo accusato di avere partecipato alla rissa, è anche parte lesa. Due dei cinque imputati sono assistiti dall'avvocato Francesco Tascione, gli altri tre vengono difesi da Massimiliano Baccalà, Raffaello Marsiglio e Concetta Melchionda.
Durante la rissa G.C.C. riportava traumi contusivi multipli al cranio e al viso e una ferita sulla fronte, medicati dai medici del pronto soccorso dell'ospedale San Pio da Pietrelcina. Quella vicenda è ancora ben viva nella memoria dei residenti della Marina. Stando alle indagini della polizia, la vittima sarebbe rimasta ferita al culmine della rissa. La violenta sequenza si era verificata poco prima delle 19. La riviera a quell'ora era affollata. Al 113 arrivò una richiesta d'aiuto. La polizia raggiunse il bar e trovò un giovane che perdeva sangue e la vetrata di un locale con una grossa crepa. In un primo momento gli investigatori avevano abbinato le ferite ad un urto accidentale alla vetrata. Alcuni particolari però non collimavano. Nonostante alla scena avessero assistito molte persone, nessuna fu in grado di raccontare cosa fosse realmente accaduto. La polizia, dopo aver compiuto accurati rilievi, lanciò un invito a collaborare. Di grande aiuto si rivelò la videosorveglianza.
Stando a quanto ricostruito dalla polizia e contestato dal sostituto procuratore della Repubblica, Silvia Di Nunzio, che ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque, F.P.B. avrebbe colpito al volto G.C.C. mentre A.D.P. lo avrebbe spintonato e percosso facendolo cadere a terra. L.D.G. e E.D.A. avrebbero poi scagliato sulla nuca del giovane una bottiglia di vetro provocandogli diversi traumi. A seguito di quanto accaduto in precedenza, G.C.C. avrebbe quindi colpito con la testa la porta scorrevole in vetro del locale distruggendola. I difensori si preparano a fornire una diversa versione dei fatti.(p.c.)
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