Matteo Salvini a Chieti con Fabrizio Di Stefano

CHIETI

Salvini in città per Di Stefano tra slogan e polemiche

Il leader della Lega attacca il governo e il ministro Azzolina sulla scuola: "Brutto giorno per un milione di bambini". Poi parla a sostegno del candidato locale: "Conto di tornare a salutare il nuovo sindaco da presidente del Consiglio"

CHIETI. «È un brutto giorno di scuola perché almeno un milione di bambini in classe non ci tornano, perché abbiamo un governo di incapaci e un ministro incapace come la Azzolina». Lo ha detto Matteo Salvini, oggi a Chieti, nel corso dell'appuntamento elettorale in città a sostegno del candidato sindaco di centrodestra, Fabrizio Di Stefano.

Il comizio di Salvini questa mattina a Chieti

«Mancano insegnanti, mancano i bidelli, mancano i banchi», ha aggiunto, «mancano le aule, mancano le mascherine, manca tutto. Non è una polemica personale, la scuola è sacra, i nostri bimbi sono sacri, gli studenti sono sacri, le maestre, gli insegnanti sono sacri, non possono essere trattati come pacchettini postali». Il leader della Lega ha quindi concluso l'appello al voto a favore del candidato Di Stefano, dicendo: «Conto di tornare a Chieti a salutare il nuovo sindaco da presidente del Consiglio, prima o poi si tornerà a votare, non potranno scappare all'infinito. Mio obiettivo è tornare da presidente del Consiglio per riprendere in mano questo Paese con una squadra più concreta, più omogenea e compatta di quella che non fosse con i Di Maio e i Toninelli, perché alla lunga lavorare lì era difficile».

Non sono mancati spunti polemici, nel corso della visita in città. Due striscioni e un cartellone, con frasi che prendono spunto da affermazioni dello stesso Matteo Salvini, una via di mezzo fra contestazione ed esercizio della memoria quello andato in scena. «Il popolo è con lui, "processate anche i meme"» era scritto su uno striscione. E sull'altro: «Posso contestare? Ah, no?». «È un meme che gira nei social»  spiega una ragazza. «Siamo qui a contestare una persona che ha dimostrato di essere totalmente contraria ai diritti sanciti dalla Comunità europea. L'altro è uno slogan che gira tra le pagine social di Salvini. E noi abbiamo scritto "processate anche i meme" ovvero le vignette». Il cartellone recitava «Padania is not Italy». «Lo disse Salvini e l'ha detto fino al 2019»  spiega l'autore. «È più che altro un esercizio di memoria, non una contestazione, sono parole e posizioni sue e quindi se "Padania is not Italy", che cosa ci fa qui all'estero?»..