Silurati, Udc teatino: non faremo campagna elettorale

Di Giuseppantonio e Menna fuori dalle liste presa di posizione della direzione provinciale del partito
CHIETI. La direzione provinciale dell’Udc ufficializza il proprio disimpegno nella campagna elettorale scattata in vista delle politiche del 24 e 25 febbraio. Gli esponenti dell’Udc incrociano le braccia in aperta polemica con i vertici nazionali del partito che hanno imposto da Roma i candidati che concorreranno in Abruzzo alla Camera e al Senato.
Una presa di posizione forte che è una diretta conseguenza del mancato coinvolgimento dei comitati territoriali dell’Udc nella scelta dei candidati del partito.
Non è un mistero per nessuno che l’Udc avesse indicato il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio e il capogruppo regionale del partito Antonio Menna come candidati, rispettivamente, alla Camera e al Senato. Il presidente Di Giuseppantonio, peraltro, si era anche dimesso dalla carica di presidente per dedicarsi a tempo pieno alla tornata elettorale nazionale.
«Le liste presentate mostrano un’evidente assenza di nomi autorevoli», fa sapere la direzione provinciale dell’Udc, «per il raggiungimento di risultati prestigiosi, come quelli conseguiti negli ultimi tempi dal partito in Abruzzo e, in modo particolare, in provincia di Chieti».
L’entourage locale dell’Udc, di rimando, ha deciso di mostrare i muscoli.
I componenti del comitato e della direzione provinciale dell’Udc di Chieti hanno annunciato che non scenderanno in campo nella campagna elettorale già partita, di fatto, in provincia.
Una decisione presa, si legge in una nota diffusa dalla segreteria provinciale dell’Udc, per «difendere l’onore della classe dirigente regionale del partito che si contraddistingue per coerenza, dirittura morale, capacità amministrativa, attaccamento al territorio e al partito con il rifiuto di qualsiasi forma di clientelismo».
Un duro colpo per le aspirazioni dell’Udc anche perché la provincia di Chieti è sempre stata un bacino di voti importante per l’Unione di centro del leader Pier Ferdinando Casini.
ZLa provincia di Chieti», ricordano dalla direzione provinciale dell’Udc, «rappresenta il bacino elettorale tradizionalmente più consistente dell’Udc a livello regionale, specie negli ultimi anni, con il 15% delle preferenze ottenute alle provinciali del 2009 e alle amministrative di Chieti, nel 2010, e Lanciano nel 2011. Inoltre in provincia c’è un numero elevato di amministratori locali dell’Udc».
Motivi che, secondo la direzione provinciale dell’Udc, avrebbero dovuto convincere il partito ad ascoltare i suggerimenti dei comitati territoriali. Ma così non è stato.
«La scelta di dimostrarsi sordi alla base abruzzese del partito denota», attacca la direzione provinciale dell’Udc, «un disarmante disinteresse verso questo territorio e la sua gente, che dovrebbero essere i veri soggetti da tutelare in Parlamento senza personalismi e interessi di qualsiasi natura».
Da qui la scelta, forte, di autosospensione di tutte le cariche all’interno dell’Udc a livello locale, provinciale e regionale.
«L’Abruzzo e soprattutto la provincia di Chieti subiscono l’ennesima ingiustizia che mortifica», affermano dalla direzione provinciale dell’Udc, «il territorio e umilia chi da anni è impegnato per sostenere i valori e i principi dell’Udc. Questa è una brutta ferita, stavolta difficilmente sanabile, alleviata solo dalle innumerevoli testimonianze di solidarietà di iscritti e semplici cittadini».
Jari Orsini
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