Tonfo del turismo sul lago «Colpa degli imprenditori»

Bomba, il presidente della Comunità montana Sangro-Vastese accusa: «Tanti investimenti pubblici ma nessuna capacità di rilanciare la zona»

BOMBA. Tonfo del turismo sul lago di Bomba: dopo la denuncia di Rosaria Nelli, imprenditrice locale e rappresentante di diverse organizzazioni lavorative, non solo Arturo Scopino, presidente della Comunità montana Sangro-Vastese, non ci sta a essere annoverato tra i responsabili, ma rilancia: «Lo avevo preannunciato».

La Nelli, nei giorni scorsi sul Centro, ha lanciato un atto di accusa: «È proprio l’ora di dire basta, non ne posso più se il lago è abbandonato, se la strada è chiusa, se il battello non c’è più, se il trenino della Valle non passa, se le canoe non si affittano, la colpa o l’inefficienza non è nostra, non è degli operatori, ma degli amministratori locali, la Comunità montana Sangro-Vastese e di alcuni sindaci che non ritengono prioritario intervenire per ristabilire la fruizione turistica di questo territorio».

Scopino, che è presidente regionale anche dell’Associazione nazionale dei piccoli Comuni d’Italia, dice di «essere stupito che gli imprenditori turistici del lago di Bomba solo ora si siano resi conto che Comuni montani come Bomba sono stati esclusi dalle Comunità montane a causa del loro riordino e che la Regione, dopo un lungo periodo di riordino e di commissariamento, costato oltre 20 milioni di euro, con la legge regionale 1/2013 ha avviato il processo di scioglimento delle Comunità».

Il presidente dell’ente montano sostiene che le gare di canoa, canottaggio e kajak, svoltesi nell’ambito dei Giochi del Mediterraneo 2009, oltre che il Campionato italiano di canoa, si sono svolte grazie all’ex Comunità montana Valsangro, «che ha sostenuto in tutte le forme, non solo economiche, l’iniziativa». Scopino ricorda agli operatori turistici del Sangro che sul riordino delle Comunità non hanno mai preso alcuna posizione: «Tanto da invitare a Bomba l’assessore regionale agli enti locali, Carlo Masci, appena dopo il riordino con l’uscita del Comune di Bomba, in un convegno sullo sviluppo territoriale del Sangro, accogliendolo come se nulla fosse accaduto».

Anche gli operatori turistici avrebbero delle responsabilità. «Negli anni, l’ex Comunità montana Valsangro sul territorio di Bomba», sostiene Scopino, «ha investito decine di milioni di euro, di cui circa 4 recentemente nel periodo di mia presidenza, realizzando varie infrastrutture che non decollano evidentemente a causa dell’incapacità degli imprenditori turistici locali che negli anni non sono riusciti a concepire un prodotto turistico valido, benché abbondantemente sostenuti economicamente dal pubblico, basti pensare che non si è ancora unanimi sul come chiamare il lago».

Sul banco degli imputati però c’è la Regione che, secondo Scopino «riconosce ed eroga alle Comunità montane abruzzesi somme solo per garantire il pagamento dello stipendio ai dipendenti e i mutui, pur non avendo da anni il trasferimento ordinario da parte statale». Per il lago di Bomba e altre strutture è iniziato allora il de profundis? Il presidente Scopino non ha dubbi: «È triste, ma bisogna prendere atto che a causa della scelta scellerata della Regione di riordino e avvio dello scioglimento delle Comunità nontane, il lago di Bomba sarà terra di nessuno, abbandonato a se stesso, con un danno economico e occupazionale rilevante, circostanza che si ripeterà a piè pari in altri contesti montani abruzzesi».

Matteo Del Nobile

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