Villa Pini, vincolo sugli stipendi
Mozione del Pdl in Consiglio regionale. Centrosinistra polemico.
PESCARA. Sarà il commissario ad acta per l’attuazione del piano sanitario anti-deficit, Gino Redigolo, a decidere gli atti necessari per pagare i dipendenti del gruppo Villa Pini. Prima dei soldi servirà l’impegno «della proprietà a destinare tali risorse al pagamento delle competenze spettanti ai dipendenti». E’ quanto prevede una risoluzione approvata ieri a maggioranza dal consiglio regionale straordinario, convocato sull’argomento. Le competenze, secondo la giunta, non dovranno essere «oggetto di contestazioni giudiziarie».
Firmatari del provvedimento il presidente della giunta, Gianni Chiodi, il capogruppo del Pdl Gianfranco Giuliante, l’assessore alle politiche della salute Lanfranco Venturoni, i consiglieri regionali del Pdl Nicoletta Verì, Giuseppe Tagliente, Emiliano Di Matteo.
La decisione ha creato subito la reazione dei gruppi regionali del centrosinistra.
«Nel prossimo Consiglio», hanno contestato consiglieri regionali del Pd, «chiederemo conto al commissario per l’attuazione del piano sanitario di rientro, Gino Redigolo, di quanto fatto fino a oggi: siamo pronti a scoprire un altro bluff della giunta Chiodi».
Secondo Franco Caramanico, «penalizzati da una maggioranza incapace di assumersi responsabilità sono i lavoratori della clinica e i pazienti che vedono messa a rischio la qualità dei servizi. Se Villa Pini», ha sottolineato Caramanico, non ha le carte in regola, non si capisce perché la Regione non revoca l’accreditamento».
La decisione presa dal Pdl è stata contestata dal capogruppo Idv alla Regione Carlo Costantini «Chiodi è sempre più un burocrate».
«L’Abruzzo», ha detto Costantini, «ha bisogno di una guida coraggiosa che avrebbe avuto il dovere di mettere al riparo i lavoratori dai conflitti tra Angelini e Regione, garantendo loro il pagamento degli stipendi».
Mentre il Consiglio decideva, fuori il palazzo dell’Emiciclo centinaia di lavoratori dipendenti delle cliniche private che fanno capo al gruppo Angelini, protestavano con striscioni, cori e proteste rivolte anche alle vicende giudiziarie della scorsa estate legate a Sanitopoli.
Motivo della protesta il fatto di essere senza stipendio dal mese di dicembre del 2008.
Nel corso del consiglio, a delineare il quadro delle relazioni tra le cliniche private del Gruppo Angelini e la Regione Abruzzo, è stato l’assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni.
Il presidente della giunta, Gianni Chiodi, ha chiesto una regole certe e trasparenti sulla sanità privata.
«Senza regole», ha insistito il presidente della giunta regionale, «non ci saranno cliniche private».
Il presidente della Regione, rivolto ai lavoratori che sono riusciti a entrare in aula ha poi ammonito: «Forse i destinatari della vostra protesta non dovremo essere noi, ma quanti approfittano di voi come strumento di pressione nei nostri confronti».
Firmatari del provvedimento il presidente della giunta, Gianni Chiodi, il capogruppo del Pdl Gianfranco Giuliante, l’assessore alle politiche della salute Lanfranco Venturoni, i consiglieri regionali del Pdl Nicoletta Verì, Giuseppe Tagliente, Emiliano Di Matteo.
La decisione ha creato subito la reazione dei gruppi regionali del centrosinistra.
«Nel prossimo Consiglio», hanno contestato consiglieri regionali del Pd, «chiederemo conto al commissario per l’attuazione del piano sanitario di rientro, Gino Redigolo, di quanto fatto fino a oggi: siamo pronti a scoprire un altro bluff della giunta Chiodi».
Secondo Franco Caramanico, «penalizzati da una maggioranza incapace di assumersi responsabilità sono i lavoratori della clinica e i pazienti che vedono messa a rischio la qualità dei servizi. Se Villa Pini», ha sottolineato Caramanico, non ha le carte in regola, non si capisce perché la Regione non revoca l’accreditamento».
La decisione presa dal Pdl è stata contestata dal capogruppo Idv alla Regione Carlo Costantini «Chiodi è sempre più un burocrate».
«L’Abruzzo», ha detto Costantini, «ha bisogno di una guida coraggiosa che avrebbe avuto il dovere di mettere al riparo i lavoratori dai conflitti tra Angelini e Regione, garantendo loro il pagamento degli stipendi».
Mentre il Consiglio decideva, fuori il palazzo dell’Emiciclo centinaia di lavoratori dipendenti delle cliniche private che fanno capo al gruppo Angelini, protestavano con striscioni, cori e proteste rivolte anche alle vicende giudiziarie della scorsa estate legate a Sanitopoli.
Motivo della protesta il fatto di essere senza stipendio dal mese di dicembre del 2008.
Nel corso del consiglio, a delineare il quadro delle relazioni tra le cliniche private del Gruppo Angelini e la Regione Abruzzo, è stato l’assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni.
Il presidente della giunta, Gianni Chiodi, ha chiesto una regole certe e trasparenti sulla sanità privata.
«Senza regole», ha insistito il presidente della giunta regionale, «non ci saranno cliniche private».
Il presidente della Regione, rivolto ai lavoratori che sono riusciti a entrare in aula ha poi ammonito: «Forse i destinatari della vostra protesta non dovremo essere noi, ma quanti approfittano di voi come strumento di pressione nei nostri confronti».