«Zanella sia un esempio per tutti»
La caserma dell’A14 intitolata all’agente travolto e ucciso sul lavoro
SAN SALVO. “Un esempio raro di attaccamento al dovere, elevato coraggio e senso di responsabilità, fino all’estremo sacrificio”. Così è stato ricordato ieri mattina Maurizio Zanella, il vicesovrintendente morto in servizio, il 30 agosto 2012 in un tragico incidente sull’A14. A lui è stata intitolata la caserma della sottosezione autostradale Vasto sud. Tante le autorità alla cerimonia che si sono strette attorno alla moglie di Zanella, Anna Marrocco e alle giovani figlie Valeria (operatrice della polizia stradale a Chieti ) e Miriana. Prima di scoprire la targa, il dirigente del Compartimento della polizia stradale per l’Abruzzo, Lorenzo Suraci, ha ricordato il duro lavoro degli agenti in servizio sull’autostrada. «Gli episodi di criminalità sono tanti: dall’assalto ai caselli alle rapine», ha ricordato il dirigente.
A seguire hanno preso la parola il direttore centrale delle Specialità stradale, ferroviaria, delle comunicazione e dei reparti speciali della polizia, Roberto Sgalla e il direttore del Servizio polizia stradale, Giuseppe Bisogno. Il prefetto Fulvio Rocco De Marinis, i sindaci di Vasto e San Salvo, Luciano Lapenna e Tiziana Magnacca, il consigliere regionale Mario Olivieri ed altre rappresentanze istituzionali, oltre a uomini delle forze dell’ordine si sono congratulati con i familiari di Zanella. «Il comportamento di Zanella deve essere ispirazione di valore per i giovani», ha detto Sgalla, «ho un sogno: mai più un morto sull’autostrada. È un sogno, ma un aforisma dice che se puoi sognare qualcosa puoi farla». Dopo aver ricordato il sacrificio di Zanella, falciato da un’auto mentre con un collega si stava prodigando per spegnere un incendio ai margini della carreggiata, Sgalla ha sottolineato il significato dell’intitolazione: «È un modo per far continuare a vivere i nostri colleghi deceduti in servizio. Il nostro è un lavoro rischioso. È usanza delle forze dell’ordine intitolare anche i singoli uffici ai colleghi che non ci sono più». (p.c.)
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