Al Fla la storia di Galliano Magno l’avvocato del processo Matteotti

3 Novembre 2024

Al teatro Massimo di Pescara in anteprima lo spettacolo “E io ero Sandokan” In scena vita ed emozioni del grande abruzzese, dal Ventennio al Dopoguerra

PESCARA. Un secolo fa, il 10 giugno 1924, il parlamentare e segretario dei socialisti unitari italiani, Giacomo Matteotti, viene sequestrato e ucciso da gregari fascisti agli ordini di alti gerarchi del regime e probabilmente dello stesso Mussolini. Due anni dopo, nel marzo 1926, viene scelta per celebrare il processo l’appartata città di Chieti, ufficialmente per motivi di ordine pubblico. Un processo farsa, fin dalla prima udienza: Chieti, tra l’altro, è governata da Camillo Bottari, fedelissimo del gerarca Roberto Farinacci, segretario del partito fascista e difensore di uno degli imputati, Amerigo Dumini. A rappresentare la vedova è invece l’abruzzese Galliano Magno.
Ora la storia di quel processo viene proposta in uno spettacolo, E io ero Sandokan, presentato in anteprima nazionale a Pescara al Fla, giovedì 7 novembre alle 21 al Teatro Massimo. Non una semplice rievocazione storica, ma un’opera teatrale che esplora vita ed emozioni di un abruzzese che ha attraversato la storia d’Italia. Prodotto da Tam Tam Communications e diretto da Milo Vallone, lo spettacolo affianca il linguaggio teatrale a quello cinematografico, con interazioni tra parti audiovisive e quelle recitate dal vivo. «Un lavoro corposo e intenso, scritto con attenta fedeltà al dato storico», spiega Vallone. La storia celebra una doppia ricorrenza, il cinquantesimo della morte di Galliano Magno e il centenario dell’omicidio Matteotti: in scena lettere e discorsi autentici di Magno e Matteotti, ma anche i lati intimi e umani del protagonista.
Il testo di Mauro Morelli, avvocato pescarese con la passione per il teatro, racconta Galliano Magno da quando divenne a soli 24 anni sindaco di Orsogna, alle persecuzioni subite nel ventennio, fino al processo di Chieti. Fu proprio lui a definirlo “un processo burla” e quella difesa gli costò molto in termini umani e professionali. «Mi sono appassionato alla figura di Magno», racconta Morelli, «pensando che la sua vita, retta e al contempo eroica, meritasse maggiore conoscenza. Perché Magno, pur essendo stato bersaglio di spedizioni punitive durante il Ventennio, si rifiutò di alimentare la spirale d’odio a guerra finita. Quando in molti spingevano per l’epurazione dei coinvolti con il regime, non diede sfogo a sentimenti di vendetta e si adoperò, come presidente del locale Cln, per un mirabile processo di pacificazione del Paese».
A interpretare Giacomo Matteotti è lo stesso Morelli, mentre il giovane Federico Colalongo è Magno. Un personaggio, dice l’attore, che «parla a noi, oggi, come uomo nemico dell’odio e fedele al suo cuore prima ancora che alle sue idee, in un momento come quello attuale nel quale le guerre, reali e virtuali, sembrano portarci indietro verso errori già commessi e puniti dalla Storia». Nel cast anche Luigi Ciavarelli, Angelo Del Romano, Michele Di Mauro, Dana Gasparro, Nicola Pietrangeli, Francesco Sarmiento e Claudia D’Antonio. Le musiche composte ed eseguite dal vivo di Vincenzo De Ritis.