L'ITINERARIO
Al valico della Chiesola dalla Valle Amara
Si parte da Corvaro fra i boschi sul confine tra Lazio e Abruzzo
Quando le giornate sono un po’ più lunghe, in febbraio, le traversate in montagna sono straordinarie e molto salutari: con questa escursione partiamo da Corvaro, in provincia di Rieti, e approdiamo al valico della Chiesola di Campo Felice in provincia dell’Aquila.
Attraversiamo la Valle Amara, una stretta valle fluviale che separa le Montagne della Duchessa (a sud) dal complesso del Monte San Rocco-Monte Cava del massiccio del Velino (a nord) e dunque corre sul confine Lazio Abruzzo. La si imbocca dal paese di Corvaro seguendo le indicazioni per agriturismo l’Anguizzola, dopo il sottopasso si parcheggia l’automobile e si inizia a camminare. Durante i periodi piovosi nel fondovalle scorre un torrente effimero, il torrente Corvaro, che scompare in estate e in inverno. L’inizio della valle è boscoso e i suoi colori d’autunno sono tra i più belli dell’Appennino: vi si alternano, infatti, salici sul greto del torrente, in un bosco misto di querce, carpino nero, nocciolo e faggio.
Dopo circa 30 minuti di facile cammino si incontra sulla destra una chiesetta e, poco più su, i resti di ricoveri per pastori e bestiame. Il sentiero è una carrareccia comoda che non sale mai ripidamente e segue la valle attraversando il torrente dopo circa 1,10 ore di cammino. D’inverno la valle è ricoperta di neve che, data l’esposizione, rimane a lungo e dunque occorre camminare con le racchette da neve già ad altitudini non eccessive, circa 1300m. Proprio a questa quota si incontra un bivio per i Rifugi Fonte la Vena che tralasciamo per proseguire lungo la carrareccia principale in direzione Est, verso i Prati di Cerasolo. Si sale su neve immacolata nel silenzio più assoluto che, qualche inverno fa, fu interrotto dal canto dei lupi. Proprio così, nella valle rimbombava un ululato lieve, lontano, che non spaventava tanto era musicale. Sui nostri monti si ha ancora la fortuna di sentire gli animali selvatici con tanti sensi: la vista, l’odorato e l’udito. A quota 1450 metri continuando a seguire il sentiero 2G si imbocca sulla destra la boscosa Valle dell’Asino che sbuca a circa 1700 metri su una radura circondata di creste. La corona di monti protegge dai venti e ci conduce al piccolo rifugio del Campitello (aperto e in buone condizioni) che fa da sentinella a questo pezzo di montagna condiviso tra il Lazio e l’Abruzzo.
Qui siamo già capitati lo scorso anno, partendo dal valico della Chiesola di Campo Felice: non c’era neve e salimmo fino alla Punta dell’Uccettù. Ovviamente si può salire anche con la neve ma bisogna essere attrezzati di ramponi. Dopo la meritata sosta, si prosegue sul sentiero dietro il rifugio e ce ne andiamo a traversare la valle Quartarone. In 45 minuti arriviamo alla carrareccia che seguiremo fino ai meravigliosi prati del Cerasolo (1522m) e poi sempre sul sentiero 1, in circa 4,5 km, saremo arrivati al piazzale dove ci aspetta la seconda automobile. La traversata è lunga ma facile e di grandissima soddisfazione (totale 18 km compresa la Punta dell’Uccettù, 15 km escludendola-8-9 ore totali).
Stiamo andando verso la primavera, le giornate si sono allungate, godiamo appieno dello spettacolo del massiccio del Velino e dunque attraversiamo le regioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Attraversiamo la Valle Amara, una stretta valle fluviale che separa le Montagne della Duchessa (a sud) dal complesso del Monte San Rocco-Monte Cava del massiccio del Velino (a nord) e dunque corre sul confine Lazio Abruzzo. La si imbocca dal paese di Corvaro seguendo le indicazioni per agriturismo l’Anguizzola, dopo il sottopasso si parcheggia l’automobile e si inizia a camminare. Durante i periodi piovosi nel fondovalle scorre un torrente effimero, il torrente Corvaro, che scompare in estate e in inverno. L’inizio della valle è boscoso e i suoi colori d’autunno sono tra i più belli dell’Appennino: vi si alternano, infatti, salici sul greto del torrente, in un bosco misto di querce, carpino nero, nocciolo e faggio.
Dopo circa 30 minuti di facile cammino si incontra sulla destra una chiesetta e, poco più su, i resti di ricoveri per pastori e bestiame. Il sentiero è una carrareccia comoda che non sale mai ripidamente e segue la valle attraversando il torrente dopo circa 1,10 ore di cammino. D’inverno la valle è ricoperta di neve che, data l’esposizione, rimane a lungo e dunque occorre camminare con le racchette da neve già ad altitudini non eccessive, circa 1300m. Proprio a questa quota si incontra un bivio per i Rifugi Fonte la Vena che tralasciamo per proseguire lungo la carrareccia principale in direzione Est, verso i Prati di Cerasolo. Si sale su neve immacolata nel silenzio più assoluto che, qualche inverno fa, fu interrotto dal canto dei lupi. Proprio così, nella valle rimbombava un ululato lieve, lontano, che non spaventava tanto era musicale. Sui nostri monti si ha ancora la fortuna di sentire gli animali selvatici con tanti sensi: la vista, l’odorato e l’udito. A quota 1450 metri continuando a seguire il sentiero 2G si imbocca sulla destra la boscosa Valle dell’Asino che sbuca a circa 1700 metri su una radura circondata di creste. La corona di monti protegge dai venti e ci conduce al piccolo rifugio del Campitello (aperto e in buone condizioni) che fa da sentinella a questo pezzo di montagna condiviso tra il Lazio e l’Abruzzo.
Qui siamo già capitati lo scorso anno, partendo dal valico della Chiesola di Campo Felice: non c’era neve e salimmo fino alla Punta dell’Uccettù. Ovviamente si può salire anche con la neve ma bisogna essere attrezzati di ramponi. Dopo la meritata sosta, si prosegue sul sentiero dietro il rifugio e ce ne andiamo a traversare la valle Quartarone. In 45 minuti arriviamo alla carrareccia che seguiremo fino ai meravigliosi prati del Cerasolo (1522m) e poi sempre sul sentiero 1, in circa 4,5 km, saremo arrivati al piazzale dove ci aspetta la seconda automobile. La traversata è lunga ma facile e di grandissima soddisfazione (totale 18 km compresa la Punta dell’Uccettù, 15 km escludendola-8-9 ore totali).
Stiamo andando verso la primavera, le giornate si sono allungate, godiamo appieno dello spettacolo del massiccio del Velino e dunque attraversiamo le regioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA