“D’Annunzio e i suoi artisti”: da Michetti a Fortuny a Sartorio ecco la bellezza ispirata dal Vate 

PESCARA. «La mia divinazione mi fa certo che, oggi e domani e fino al transito, l’opera di carne è in me opera di spirito, e che l’una e l’altra opera concordano nell’attingere una sola unica...

PESCARA. «La mia divinazione mi fa certo che, oggi e domani e fino al transito, l’opera di carne è in me opera di spirito, e che l’una e l’altra opera concordano nell’attingere una sola unica bellezza». A scriverlo è, ne “Le faville del Maglio” del 1924, colui che, al di là di detrattori e adulatori, ha concretamente votato l’intera sua esistenza all’affermazione della bellezza, in ogni sua più nobile e pura manifestazione: Gabriele d’Annunzio. Poeta, romanziere, erudito studioso di culture e letterature antiche, drammaturgo, giornalista, politico, militare, tanta intensa quanto gloriosa è stata la vita che d’Annunzio ha scelto di celebrare, all’insegna di quel «vivere inimitabile» che solo i veri santi e i veri poeti sono in grado di realizzare compiutamente. Questa vorace esigenza estetica ha portato d’Annunzio non solo a “produrre” bellezza nelle sue opere letterarie, ma anche a ricercare il sublime nelle migliori esperienze artistiche del suo tempo: prova incarnata ne è il Vittoriale degli Italiani, sua ultima e più grande impresa. In tal senso, indagine approfondita sul rapporto trail Vate peescarese e le arti, rappresenta la mostra “Gabriele d’Annunzio e i suoi artisti” a cura del professore Fabio Benzi, che sarà inaugurata oggi, alle ore 18, alla Fondazione Museo Paparella Treccia di Pescara (angolo via Regina Margherita via Piave), all’interno delle cerimonie di apertura del Festival Dannunziano.
Organizzatore dell’evento il presidente della Fondazione Augusto Di Luzio, guida storica dell’Istituzione museale e appassionato promotore di tutti quegli eventi artistici che negli ultimi due decenni hanno caratterizzato in positivo il panorama culturale regionale. «Si tratta di una mostra molto articolata e complessa», racconta Di Luzio presentando la mostra, «per il fatto che non sono esposti solo dipinti dei grandi artisti amici e collaboratori di Gabriele d’Annunzio, ma anche oggetti di pregevole artigianato artistico. Tutti i quadri presenti sono opera di personaggi che non solo hanno illustrato le opere letterarie di d’Annunzio, ma anche realizzato dipinti di alto valore artistico. Mi riferisco a Giulio Aristide Sartorio, Giuseppe Cellini, Eduardo Dalbono, Guido Cadorin, Adolfo de Carolis, Francesco Paolo Michetti, solo per citarne alcuni. L’amore per la bellezza legava il nostro Poeta anche all’artigianato artistico; ne sono testimonianza i legami con il pittore e stilista Mariano Fortuny, il vetraio Vittorio Zecchin, l’orafo Mario Buccellati, rapporti che, in mostra, si traducono nella presenza di bicchieri in vetro soffiato di Zecchin, gioielli che d’Annunzio commissionava a Buccellati per farne dono ad amanti e amici, e di uno splendido vestito di velluto con seta e oro realizzato da Fortuny per Luisa Baccara, “signora del Vittoriale”. E ancora, si potranno ammirare sculture di Barbella, D’Antino, Brozzi, Minerbi, e molto altro. Non abbiamo dubbi sul fatto che questo evento coinvolgerà in modo appassionato gli estimatori di d’Annunzio e tutti coloro che saranno incuriositi dal rapporto che il Vate ha avuto con i grandi artisti suoi coevi».