Gaucci Jr: papà volle stupire e ingaggiò Saadi Gheddafi Il presidente in un docufilm

5 Novembre 2024

L’ingaggio di Saadi Gheddafi al Perugia Calcio? «Fu una “gaucciata”: mio padre pensò che mettere il figlio del leader di un Paese importantissimo avrebbe fatto parlare della squadra in tutto il mondo....

L’ingaggio di Saadi Gheddafi al Perugia Calcio? «Fu una “gaucciata”: mio padre pensò che mettere il figlio del leader di un Paese importantissimo avrebbe fatto parlare della squadra in tutto il mondo. Lui voleva stupire, era fatto così».
Luciano Gaucci, vulcanico imprenditore e istrionico ex presidente della squadra di calcio del capoluogo umbro (che portò due volte in Serie A), certamente aveva il senso del marketing. Riccardo, suo figlio e attuale proprietario dell’Assisi Calcio, racconta com’era suo padre a poche ore dall’uscita di “Gaucci – Quando passa l'uragano”, docu-film a lui dedicato che andrà in onda oggi alle 22,55 su Sky Crime e Sky Documentaries (in streaming su Now). A firmare la regia Giacomo Del Buono e Paolo Geremei, che sono anche autori insieme a Carlo Altinier.
Il ritratto di un uomo che nella sua vita è riuscito a fare di tutto: dalla trasformazione dell’azienda di pulizie del suocero ai successi con i cavalli, per poi arrivare al Perugia – con i suoi successi e fallimenti – e le sue altre squadre, fino a fuggire in Repubblica Dominicana nel bel mezzo di un crac finanziario. A tracciarlo sono le parole dei figli, Riccardo e Alessandro, e di altre persone che lo hanno conosciuto da vicino. I protagonisti della storia, che girano attorno a Gaucci senior, sono tanti. «Di Saadi posso solo parlare bene, è sempre stato una persona disponibile, umile», ricorda il figlio. Che di parole buone ne ha per molti. Anche per Giulio Andreotti. «Quando papà litigò con tutto il sistema di potere italiano» racconta «Andreotti era senatore a vita, andai personalmente da lui a San Lorenzo in Lucina e gli chiesi se potesse darmi una mano. Si attivò subito, ma non aveva più il potere di una volta».
Tra le caratteristiche per cui Gaucci è noto c’è senza dubbio la sua indole combattiva. Indimenticabile lo scontro con Vincenzo Matarrese dopo una partita, ad esempio. Ma anche i difficili rapporti con i suoi allenatori. «Lui era 50% tifoso e 50% imprenditore, così con loro non andava d’accordo perché a vista sua non riuscivano a trasmettere alla squadra quello che voleva» commenta Gaucci junior. «Mi viene in mente l’esonero di Carolina Morace: la prima allenatrice donna nella storia del calcio (guidava la Viterbese, ndr) fu esonerata per una stupidaggine. Doveva firmare un comunicato stampa congiunto con papà ma non voleva, così lui la cacciò. A me disse: “Deve capire che qui comando io e non lei”». In ogni caso, Gaucci per suo figlio non era sempre stato così. «Per me ci sono due Luciano Gaucci» chiarisce Riccardo «il primo, quando stava ancora con mia madre, era una persona straordinaria. L’altro, a partire da quando si accompagnò con un’altra donna», ovvero Elisabetta Tulliani. Ma parte di questi comportamenti secondo il proprietario dell’Assisi erano anche da collegare alla malattia di cui si sarebbe ammalato, l’Alzheimer: «Purtroppo noi ce ne siamo accorti tardi» commenta «lui prima aveva un carattere forte, ma soprattutto trascinatore». Poi, l’accusa di bancarotta fraudolenta e la partenza mentre i suoi figli venivano indagati, per via della quale «non ho parlato con lui per 10 o 12 anni» aggiunge. «Se lui fosse rimasto in un mese, massimo un mese e mezzo si sarebbe chiuso tutto. Invece con lui che era all’estero questa storia si è conclusa dopo 10 anni. Ma già la malattia aveva fatto il suo corso, non era più lui».