Le stelle dei Premi ricordano: «Flaiano è Pescara, non si discute»

30 Gennaio 2025

Tra aneddoti e testimonianze sul palco, i premiati del festival dispiaciuti per la polemica. E domani c’è l’incontro in redazione tra Tiboni e Masci: Pescara rischia di non ospitare la 52ª rassegna

PESCARA. Politica a parte, ora la voce tocca ai protagonisti dei Premi Flaiano: le stelle di cinema, tv e mondo dello spettacolo che in questi 51 anni di rassegna hanno stretto tra le loro mani l’ambita statuetta dorata. «Ennio Flaiano è Pescara, la città è la sua sede naturale», dicono all’unisono i premiati dall’avvocato Carla Tiboni, presidente e detentrice del marchio/brand che domani, nella redazione de Il Centro, incontrerà alle 16 il sindaco Carlo Masci per “il caffé della pace”. Un incontro sulla strada della riconciliazione tra cultura e politica che segnerà le sorti della 52ª rassegna del Premio Flaiano, che Tiboni a causa del taglio dei contributi da 50mila a 20mila euro, vuole portare via dalla città natale.

«Ma è sconvolgente». Sono le prime parole pronunciate dall’attore abruzzese Lino Guanciale quando ieri Il Centro lo ha informato che la rassegna che guardava fin da bambino può lasciare Pescara. «Ero nel pubblico del festival fin da ragazzo», racconta, «l'ho conosciuta come una delle grandi manifestazioni di eccellenza culturale della nostra regione. Da nato e cresciuto in Abruzzo, sentivo sempre la notizia, leggevo le cronache del Centro ma non solo, perché il Premio ha una risonanza nazionale. E non ho mai pensato che potesse esserci altro luogo indicato se non Pescara».

Guanciale è stato insignito più di una volta del Premio Flaiano. «È stata una di quelle occasioni in cui ho fatto l’esperienza di passare dalla dimensione dello spettatore di un evento eccezionale al viverlo in prima persona», continua l’attore, «la fortuna di poter passare da leggerne a essere lì quella sera è stato un qualcosa di meraviglioso. È un ricordo prezioso che porto con me». Rammaricato per la possibilità di cambiare città al Flaiano, per Guanciale «Pescara così perde una delle sue occasioni di eccellenza culturale più rilevanti».

È invece la già vincitrice del Premio Strega, oltre che del Flaiano, a pizzicare la politica: «I Comuni si devono prendere la responsabilità di ciò che accade nel territorio in termini di politica culturale», dice la scrittrice pennese Donatella Di Pietrantonio, «le manifestazioni devono essere supportate, sostenute. Se questo non avviene poi non ci si può stupire se si perdono pezzi importanti della programmazione culturale. Non credo che si tratti di un capriccio di Carla Tiboni. Speriamo che si tratti solo di un momento di crisi e che poi i premi Flaiano tornino nella loro sede naturale».

Per Di Pietrantonio la scelta della figlia del fondatore dei Premi Edoardo Tiboni non è stata presa «a cuor leggero», continua, «la sostengo con stima e fiducia, Tiboni che ha un’esperienza lunghissima nella organizzazione dei Premi Flaiano, la mia stima per lei e per il suo ruolo di direttrice e organizzatrice mi porta a dire che se lei ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni minime di serenità per poter lavorare a Pescara io non posso fare altro che prenderne atto e sostenerla».

«Ennio Flaiano è un genio assoluto». Il regista Davide Cavuti ha ricevuto il Premio nel 2017, per la regia e le musiche del film biografico “Un’avventura romantica”, ispirato alla vita del compositore Alessandro Cicognini e nel 2022, per la regia e la sceneggiatura del film su Flaiano. «I Premi Internazionali Flaiano mantengono viva la memoria di uno straordinario personaggio del mondo della cultura che manca moltissimo ai nostri giorni e che ha segnato la storia del cinema a livello internazionale», dice il compositore abruzzese che tra le opere ha anche scritto e sceneggiato il film biografico “Un marziano di nome Ennio” con Massimo Dapporto, attore protagonista, Michele Placido e lo spettacolo “Non svegliate lo spettatore” con Lino Guanciale, per contribuire alla diffusione delle sue straordinarie opere nel mondo dei giovani.

Premio speciale per la Cultura lo ha ricevuto anche Lucio Fumo, 88 anni, creatore del Pescara Jazz Festival. «Ha il diritto di spostarsi come ha detto Tiboni», dice Fumo, «ma sarebbe un grande dispiacere per noi pescaresi. È una rassegna importantissima creata da personaggi di rispetto che ha avuto grandissimi successi e ha portato attori straordinari da tutto il mondo». Mancano 24 ore all’incontro, poi si sapranno le sorti della 52ª rassegna internazionale fondata nel 1973.

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