Il Paparella ripartirà da Giorgio de Chirico
Il museo pescarese adegua la struttura alle misure di sicurezza. Il presidente: «Il 15 giugno si comincia dalle conferenze»
PESCARA. «Non riapriremo al pubblico prima di metà giugno, ma stiamo lavorando per adeguare la struttura museale di Villa Urania, il nostro gioiello, con i suoi giardini e spazi esterni, alle misure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria. In attesa di conferma di partecipazioni importanti, riapriremo il ciclo di conferenze a cui siamo adusi con un incontro sull’opera di De Chirico in vista della futura mostra a lui dedicata».
Così Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione Museo Paparella Treccia e Margherita Devlet onlus di Pescara, nel confermare il «necessario» rinvio delle due mostre-evento programmate per il 2020 in tempi pre-covid. Vale a dire la mostra sull’arte di Giorgio De Chirico e, prima di questa in ordine cronologico, la mostra dedicata a Leonardo Da Vinci in relazione alla ceramica. Il lockdown da coronavirus ha in effetti rallentato la riapertura anche di altre strutture espositive cittadine, dal Museo delle Genti d'Abruzzo al Museo Cascella, rimodulando la fatidica ripartenza del 18 maggio in un progetto di riaperura in più fasi, tempi tecnici di messa a norma delle strutture e la riprogrammazione dell’attività estiva negli spazi all'aperto.
“Giorgio de Chirico. La memoria e l’enigma. L’ultima stagione della metafisica” curata da Elena Pontiggia è la seconda delle grandi mostre previste quest’anno dalla Fondazione Paparella. In convenzione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma sarebbero esposti a Pescara ventisette dipinti del maestro della metafisica nell’arco di ben sei mesi, dal 12 luglio al 6 gennaio 2021 nelle sale dello storico villino in pieno centro (angolo via Piave - via Regina Margherita) sede di una pur pregiata collezione di maioliche artistiche di Castelli raccolte dal proprietario, il professor Raffaele Paparella Treccia, e da lui stesso donate alla Fondazione che porta il suo nome e quello della moglie. Ancora prima, dal 15 marzo al 15 giugno il museo Paparella Treccia avrebbe accolto la mostra dedicata al genio di Leonardo Da Vinci “Dall’argilla al sorriso della Gioconda” curata da Alessandro Vezzosi, tra i più noti studiosi di Leonardo, nonché creatore del Museo da Vinci a Vinci. In esposizione, oltre a reperti ceramici coevi a Leonardo e alla sua famiglia (il nonno possedeva una fornace che produceva ceramiche e la madre, ripudiata dalla famiglia paterna, sposò un noto ceramista dell’epoca), anche modelli leonardeschi di macchine ingegneristiche fra i più rari e i meno noti, e uno studio prospettico del sorriso della Gioconda, da cui il titolo della mostra pescarese.
«Attendiamo che il grande leonardista Vezzosi, richiestissimo dai maggiori musei, annunci il suo passaggio a Pescara in modo da poter riprogrammare la nostra peculiare iniziativa», dice Di Luzio. «Nel prossimo ciclo di incontri che stiamo rimodulando negli spazi all'aperto messi a disposizione dal Comune di Pescara, parchi pubblici, piazze e Aurum come promesso dal sindaco Masci», aggiunge Di Luzio, «dovremo spaziare tra nomi di critici noti avendo già trattato tutti gli artisti abruzzesi da Patini, a Palizzi a Celommi». Proprio in riferimento alla mostra della scorsa stagione a Villa Urania “Pasquale Celommi. I colori della luce”, il presidente della Fondazione fa notare il successo riscontrato nei 5 mesi di apertura: «3500 visitatoripari a 19mila euro incassati, contro i 12mila spesi per l’allestimento. Fosse stato con ingresso libero avremmo superato i 10mila visitatori, ma è una scelta che non possiamo permetterci, il biglietto è una voce vitale del nostro bilancio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Così Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione Museo Paparella Treccia e Margherita Devlet onlus di Pescara, nel confermare il «necessario» rinvio delle due mostre-evento programmate per il 2020 in tempi pre-covid. Vale a dire la mostra sull’arte di Giorgio De Chirico e, prima di questa in ordine cronologico, la mostra dedicata a Leonardo Da Vinci in relazione alla ceramica. Il lockdown da coronavirus ha in effetti rallentato la riapertura anche di altre strutture espositive cittadine, dal Museo delle Genti d'Abruzzo al Museo Cascella, rimodulando la fatidica ripartenza del 18 maggio in un progetto di riaperura in più fasi, tempi tecnici di messa a norma delle strutture e la riprogrammazione dell’attività estiva negli spazi all'aperto.
“Giorgio de Chirico. La memoria e l’enigma. L’ultima stagione della metafisica” curata da Elena Pontiggia è la seconda delle grandi mostre previste quest’anno dalla Fondazione Paparella. In convenzione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma sarebbero esposti a Pescara ventisette dipinti del maestro della metafisica nell’arco di ben sei mesi, dal 12 luglio al 6 gennaio 2021 nelle sale dello storico villino in pieno centro (angolo via Piave - via Regina Margherita) sede di una pur pregiata collezione di maioliche artistiche di Castelli raccolte dal proprietario, il professor Raffaele Paparella Treccia, e da lui stesso donate alla Fondazione che porta il suo nome e quello della moglie. Ancora prima, dal 15 marzo al 15 giugno il museo Paparella Treccia avrebbe accolto la mostra dedicata al genio di Leonardo Da Vinci “Dall’argilla al sorriso della Gioconda” curata da Alessandro Vezzosi, tra i più noti studiosi di Leonardo, nonché creatore del Museo da Vinci a Vinci. In esposizione, oltre a reperti ceramici coevi a Leonardo e alla sua famiglia (il nonno possedeva una fornace che produceva ceramiche e la madre, ripudiata dalla famiglia paterna, sposò un noto ceramista dell’epoca), anche modelli leonardeschi di macchine ingegneristiche fra i più rari e i meno noti, e uno studio prospettico del sorriso della Gioconda, da cui il titolo della mostra pescarese.
«Attendiamo che il grande leonardista Vezzosi, richiestissimo dai maggiori musei, annunci il suo passaggio a Pescara in modo da poter riprogrammare la nostra peculiare iniziativa», dice Di Luzio. «Nel prossimo ciclo di incontri che stiamo rimodulando negli spazi all'aperto messi a disposizione dal Comune di Pescara, parchi pubblici, piazze e Aurum come promesso dal sindaco Masci», aggiunge Di Luzio, «dovremo spaziare tra nomi di critici noti avendo già trattato tutti gli artisti abruzzesi da Patini, a Palizzi a Celommi». Proprio in riferimento alla mostra della scorsa stagione a Villa Urania “Pasquale Celommi. I colori della luce”, il presidente della Fondazione fa notare il successo riscontrato nei 5 mesi di apertura: «3500 visitatoripari a 19mila euro incassati, contro i 12mila spesi per l’allestimento. Fosse stato con ingresso libero avremmo superato i 10mila visitatori, ma è una scelta che non possiamo permetterci, il biglietto è una voce vitale del nostro bilancio».
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