IL FESTIVAL
L'“emozione bellissima” di Melozzi a Sanremo, così fa festa anche l'Abruzzo
Le prime parole del direttore d'orchestra dei Maneskin. In un'intervista al Centro il brano vincitore definito "una bomba travolgente". E Marsilio invita il gruppo a esibirsi in concerto
SANREMO. Con la vittoria dei Maneskin al 71° festival di Sanremo trionfa anche l'Abruzzo. Il direttore d'orchestra teramano Enrico Melozzi ha suggellato il successo della band vincitrice, accompagnandola con la sua orchestra per tutto il percorso della manifestazione canora durante le esibizioni del brano “Zitti e buoni”. Tra i primi a complimentarsi per il risultato raggiunto c'è il presidente della regione Marco Marsilio che, dalla sua pagina Facebook, a poche ore dall'annuncio della classifica finale, ha invitato i Maneskin a esibirsi in Abruzzo.
Tutto l'Abruzzo oggi, domenica 7 marzo, fa festa con il talentoso compositore, violoncellista, produttore e direttore d’orchestra Enrico Melozzi. Il teramano ha esordito nel 2012 al festival di Sanremo, contribuendo al terzo posto di Noemi con “Sono solo parole” e al terzo posto dei Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr” lo scorso anno.
Anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha voluto esprimere la propria soddisfazione a Melozzi e ai Maneskin. Questo il messaggio pubblicato su Facebook da Marsilio: “Grandissimo trionfo dei Maneskin al Festival di Sanremo. Una vittoria anche abruzzese, dato che il gruppo romano è stato diretto dal maestro teramano Enrico Melozzi, a cui vanno i complimenti di tutti noi. Appena sarà possibile, non vediamo l’ora di ospitare in Abruzzo i Maneskin per un concerto dal vivo”.
Enrico Melozzi, invece, ha commentato la vittoria della “sua” band con una citazione dalla Turandot di Puccini. Queste le parole che il direttore d'orchestra ha affidato ai social network: “Che serata, che notte, che viaggio!Me lo sentivo. Grazie a tutti, è un’emozione bellissima. Questa volta all’alba... avrò già vinto”.
CHI E' ENRICO MELOZZI. Il direttore d'orchestra di Teramo Enrico Melozzi, alla vigilia della 71esima edizione del festival di Sanremo, ha rilasciato questa intervista al Centro, parlando del gruppo che ha vinto, i Maneskin: «Hanno fascino, ma sono spontanei, non c’è nulla di calcolato» e del brano “Zitti e buoni” definito «una bomba travolgente, con un suono selvaggio, cattivo, potente. Parte e ti piglia a sberle tutto il tempo».
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TERAMO. «Un momento di emozione c’è sempre quando senti il tuo nome e metti la cuffia»: benché al quinto Sanremo, salire sul podio dell’orchestra è sempre emozionante per Enrico Melozzi. Il talentoso compositore, violoncellista, produttore e direttore d’orchestra teramano è ormai un veterano del Festival della canzone italiana, dove ha esordito nel 2012, contribuendo con la sua orchestrazione e direzione al terzo posto di Noemi con “Sono solo parole”.
«Il mio miglior piazzamento, insieme al terzo posto l’anno scorso dei Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr”. Speriamo di migliorare quest’anno» dice il maestro Melozzi al Centro. Non è una speranza campata in aria, visto che dirigerà l’orchestra per due favoriti tra i 26 Big in gara, la band Maneskin e il rapper Fasma, in scaletta stasera rispettivamente con “Zitti e buoni” e “Parlami”, brani di cui il musicista teramano ha curato anche l’orchestrazione. Dei fascinosi Maneskin (in danese, chiaro di luna), Damiano David voce, Victoria De Angelis basso, Thomas Raggi chitarra, Ethan Torchio batteria, Enrico Melozzi dice: «È la prima volta che dirigo per loro, è una bella conquista, un gruppo con un seguito pazzesco. Hanno 19-20 anni ma sono i veri big del Festival. Sono molto bravi, seri, professionali, ma molto affettuosi, non si sono montati la testa. Hanno molta energia, mi ricordano i gruppi anni Settanta, i Queen, sono una vera rock band. Inoltre sono curiosi e rispettosi della musica classica, ci scambiano opinioni». Il loro brano “Zitti e buoni” è «una bomba travolgente, con un suono selvaggio, cattivo, potente. Parte e ti piglia a sberle tutto il tempo». Della band romana il maestro Melozzi apprezza anche glamour e originalità del look: «Hanno abiti pazzeschi, ogni giorno una sorpresa. Il look un po’ ambiguo, no gender, è il fattore X delle band di successo. I Maneskin hanno fascino, ma sono spontanei, non c’è nulla di calcolato».
Orchestrazione e direzione d’orchestra anche per “Parlami”, pezzo del 24enne rapper romano Fasma, che Melozzi ha diretto a Sanremo 2020 nella categoria Giovani con la canzone “Per sentirmi vivo”. «Fasma, terzo un anno fa, è il primo caso di un non vincitore dei Giovani che passa nella categoria Big. Tra tutte le canzoni delle due categorie di Sanremo 2020 “Per sentirmi vivo” è il pezzo rimasto più a lungo nelle classifiche. “Parlami” è un brano emotivo, con gli archi che accarezzano la melodia, e che poi esplode in una grande energia. È un pezzo dai forti contrasti, bello e difficile, con una parte vocale complessa. Ha approvato alla cieca l’orchestrazione, scegliendo di sentirla direttamente in prova, dove praticamente non si può cambiare più nulla. In genere tutti vogliono sentirla prima, invece lui si è fidato totalmente, è la prima volta che mi succede».
Prolifico e quotato autore di musica per il teatro e per il cinema, di opere liriche, balletti, sinfonie, concerti, opere multimediali, il maestro Melozzi cura sempre l’orchestrazione di tutti brani che dirige a Sanremo, oggi come nelle passate edizioni del Festival, portandosi dietro il suo enorme bagaglio musicale, senza fare distinzioni tra i generi. «Ho fatto tutto quello che mi passava per la mente. L’orchestra non deve fare da figurante, ma deve metterci il suo. Quando il rock si fa duro l’orchestra deve suonare. Del resto, essendo un amante di Beethoven, che considero il primo metallaro della storia della musica, mi piace anche il rock. Reputo anche Stravinskij un musicista rock. Da ragazzino ascoltavo Beethoven e gli Iron Maiden». Ancora Abruzzo a Sanremo: in duetto con Francesco Renga giovedì ci sarà la folgorante rivelazione montoriese Casadilego/Elisa Coclite, trionfatrice di Xfactor e fresco disco d’oro col brano “Vittoria”. «Conosco bene i genitori, Alessia Martegiani e Massimiliano Coclite, ho prodotto un loro album coi Trem Azul. Sono due grandissimi musicisti, è normale sia nata una figlia così. L’affermazione di un talento come Elisa mi fa piacere, riporta il mondo della musica, spesso ambiguo, verso il merito».