Mazzocchetti: «Sanremo? Mi piace l’intensità di Cristicchi, Giorgia è pura tecnica»
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L’intervista al tenore abruzzese che nel 2007 arrivò terzo a Sanremo con “Schiavo d’amore” e che oggi per Il Centro commenta i suoi momenti preferiti di questa 75esima edizione del Festival
Tenore di fama internazionale, da Pescara alla conquista del mondo in oltre vent’anni di carriera che lo hanno visto protagonista su palchi prestigiosi e importanti spazi televisivi, Piero Mazzocchetti è stato anche, e forse in questa sede sopratutto, terzo posto nel Sanremo del 2007, che vide trionfare proprio quel Cristicchi che oggi, 18 anni dopo, è tra i favoriti all’Ariston con la sua Quando sarai piccola.
Siamo quasi alla fine della kermesse. È stato un festival della Restaurazione?
Mi trovo in linea con chi dà questa definizione. C'è un ritorno alla melodia più tradizionale e ci sono tante assonanze con vecchie glorie della musica italiana. Forse c'è solo bisogno di un altro festival per aggiustare il tiro.
Che cosa manca alle canzoni di quest'anno?
Intanto manca un traino, una cosa come Due vite di Mengoni, che intuisci subito sarà la vincente. Ricordo che nel 2007, durante il mio Sanremo, capimmo subito che Cristicchi avrebbe trionfato. Poi, come dicevo, la melodia ha trovato spazio maggiore. Non posso non notare, però, che queste melodie siano tutte piuttosto prevedibili, come se si fosse tornati alla tradizione sanremese un po' impreparati.
Colpa degli artisti o dei loro produttori?
Direi che il problema è generale: oggi i pezzi hanno una durata piuttosto corta, gli artisti devono subito rimpiazzare, nel giro di poche settimane, il vecchio brano con una nuova uscita. I testi vanno curati meglio, così anche la ricerca musicale che dovrebbe essere più profonda. Alcune scelte sono davvero banali.
Quale ricetta consiglia?
Gli artisti devono avere una cultura maggiore della canzone italiana, perché questo è il festival che celebra la nostra musica e forse negli ultimi anni lo abbiamo dimenticato.
Pesa troppo l'ombra dell'Eurovision?
Ti direi di sì, ma la verità è che quest'anno sono davvero pochi gli artisti che guardano in quella direzione. Forse le uniche che potrebbero giocarsela bene in quel contesto sono Rose Villain o Elodie, che sono anche piuttosto simili. Per il resto, non ci sono grandi coreografie, effetti scenici, cose del genere.
Di contro, molto più spazio alle malattie nei testi. Che ne pensa di questa scelta?
Conti merita un applauso per la libertà che ha concesso agli artisti, come direttore, di esprimere i disagi nella musica. Prenda il caso Fedez: mentre canta Battito si vede una paura enorme verso il palco, ma anche il senso di liberazione di chi si toglie un macigno pesantissimo dalle spalle.
Questa voglia di sincerità non contrasta un po' con la fiumana di autori che si legge per ogni canzone?
(Ride, ndr) Quando leggo che ci sono 6 autori per una canzone penso: bene, ecco la nuova Bohemian Rhapsody. E invece le cose più brutte le ho sentite da questi autori. Ognuno porta qualcosina che è però slegato da tutto il resto, come una riunione di tante teste non pensanti.
Quindi spera nei cantautori?
Sicuramente ci sarà Giorgia sul podio, non so in che posizione ma penso proprio che ci sarà. Però sì, spero di più nella rivelazione Lucio Corsi, oppure in Brunori Sas.
Cos'ha Giorgia che non va?
È un talento straordinario, forse tra le migliori voci che abbiamo in Italia, ma è molto vittima dei suoi tecnicismi. C'è grande vocalità, però ti fa vedere come si canta la canzone e niente di più. Nella classifica è prima, perché è quella che formalmente ha fatto il compito migliore.
Chi l’ha emozionata invece?
Cristicchi sul palco ha un'intensità incredibile e ha mostrato negli anni una grande maturazione. Mi hanno divertito, come dicevo, Rose Villain ed Elodie, interscambiabili. E le sorprese più belle sono state Lucio Corsi e Brunori Sas, anche loro parimerito.
Se dovesse definire questa edizione del Festival in una parola, quale sarebbe?
"Piacevole", e il successo che sta avendo è merito di Conti prima che delle canzoni. Carlo è una persona per bene, molto attento alle questioni umane e artistiche. Il suo non è un festival degli scandali e dei colpi di scena, credo anzi che voglia mettere il pubblico al sicuro da questo.