L'INTERVISTA / NINA PALMIERI
«Nel mio Abruzzo sono “la lupa”, in tv sempre più Iena»
La reporter avezzanese alla conduzione su Italia 1: «Vorrei avere la spontaneità e il coraggio di Nadia»
GUARDA: Una lupa marsicana alla conduzione delle Iene / VIDEO
AVEZZANO. Più lupa o più iena? Il lessico familiare di salde e frequentate radici abruzzesi si rifà all’appetito “robusto” sin da bambina e dunque la vuole lupa, il fiuto per le “carogne” da svergognare l’ha portata tra l’affiatata schiera, «l’altra mia famiglia», delle iene televisive. Nina Palmieri pare a proprio agio nell’identificarsi con l’uno o l’altro animale e sfodera il suo bel sorriso nel raccontarsi nei due ruoli. Domani sera la giornalista e autrice televisiva avezzanese tornerà su Italia 1 alla conduzione delle Iene Show nel trio femminile con Roberta Rei e Veronica Ruggeri, in alternanza di giovedì in giovedì col trio maschile formato da Giulio Golia, Matteo Viviani e Filippo Roma.
Un nuovo viaggio di Nina e lei ammette di trovarsi, «a sorpresa», benissimo: «Anzi mi diverto come una matta». Per molti con il suo percorso di reporter a caccia di storie da raccontare sulle strade del mondo e dell’animo umano, soprattutto femminile, la conduzione in prima serata su una rete generalista è un bel traguardo. Lei fino a che ha potuto l’ha invece schivata.
C’è qualcosa che non le piace dello stare in video?
Diciamo che non sono partita con questa ambizione, io volevo stare “comoda comoda” dietro la telecamera. Che mi piacesse ho cominciato a capirlo con Sex education show, anche se è un po’ diverso quel tipo di conduzione. Comunque ho elaborato il problema: mi piaceva il racconto non la mia faccia. Anche nei Viaggi di Nina, c’era un fumetto che mi “sostituiva” nel condurre... E poi vuoi mettere non truccarsi, non farsi i capelli... Insomma, all’inizio se mi avessero detto che un giorno sarei stata a condurre le Iene avrei detto “ma figurati”. Ora tornare indietro, anche no! Sono davanti a un bel piatto me lo magno.
La scelta di alternare un trio maschile e uno femminile alla conduzione le piace?
Molto. Una bella scelta. È venuta naturale, nessuna strategia dietro e mi piace esserci capitata. Con Veronica e Roberta ho un bel rapporto, di più: siamo sorelle “occhi di ghiaccio” .
E manca Nadia Toffa ...
Nadia, la sua morte... È una cosa che ancora mi fa impressione: parlare di lei come se non ci fosse. Per noi tutti c’è, lo abbiamo detto, lo diremo sempre: finché ci saranno le Iene e anche dopo, lei ci sarà.
Cosa le ha insegnato la vicenda di Nadia e lei stessa?
Mi ha insegnato ad affrontare tutto come lei era. Nadia era una che ti parlava a un centimetro dalla faccia, e così ha affrontato il tumore: faccia a faccia, da vicino, con forza. Ovviamente ha pianto tanto, soffriva. Ma la sua determinazione era così, guardava in faccia tutti i cattivi: quello che andava a scovare e acchiappare e quello che aveva dentro. Era così nella vita e nel video, era una bambina strutturata, intelligente e buona.
La sua eredità?
Io vorrei ereditare un pochino della sua spontaneità. E di non avere mai troppa paura.
Nella sua carriera ha scelto di raccontare storie dure e complesse e, con una cifra leggera e saporita, i tanti e anche nuovi modi di vivere la sessualità. É corretto dire che ha una predilezione verso le sfumature del mondo femminile?
Le donne sono più conflittuali, complesse, mi piacciono le donne e il modo che hanno di abbracciare le vicende della vita. Io poi empatizzo, mi metto molto nei panni di chi ascolto e con le donne probabilmente mi riesce meglio. Mi piacciono pure i maschi eh (ride)! Probabilmente è più difficile per loro raccontarsi vittime. Racconto purtroppo spesso di violenze e dunque mi ritrovo con protagoniste donne. Diciamo che meno uomini raccontano di essere vittime, ma che sono anche io che ho l’occhio più aperto sull’altra faccia della luna.
Si riconosce nella tv che fa?
Sì, faccio la tv che voglio fare, sono privilegiata in questo.
E come spettatore che televisione guarda?
Non dovrei dirlo, ma guardo poco i programmi. Vivo di crime, mi bevo Lucarelli, la Leosini, sono vittima delle serie, dei film. Però adesso guardo anche Amici Celebrities, così imparo qualche passo di ballo che mi serve alle Iene. No, è una battuta. Balliamo io e Amanda.
Nel 2017 è diventata mamma di Amanda. Che storie racconta a lei?
Nessuna delle mie storie crude, ci mancherebbe, ma poche principesse, più che altro di serfisti, rocker che vendono banane...
Con l’Abruzzo e Avezzano che rapporto ha?
Sono legatissima alla mia terra e voglio trasmettere ad Amanda questo amore. Pensi che io per mio padre sono “la lupa”, per quanto magno, ovvero come i nostri lupi. E per il nonno, e noi tutti, Amanda è la lupetta, per identici motivi di fame. Torno tutte le volte che posso, mi piace stare lì, i miei amici più antichi e più veri sono lì. È casa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA