Simona Molinari: tutto è iniziato con una piccola jazz band all’Aquila
Non ce la vedi, la bella Simona in gonna di velluto e fazzolettone a cantare “insieme abbiam marciato un dì per strade non battute”. E invece, la specialità di “scout canterina”, è stato il primo dei...
Non ce la vedi, la bella Simona in gonna di velluto e fazzolettone a cantare “insieme abbiam marciato un dì per strade non battute”. E invece, la specialità di “scout canterina”, è stato il primo dei suoi tanti riconoscimenti musicali nella sua fortunata carriera. Aquilana, ma con sangue partenopeo, Simona Molinari è seconda di quattro fratelli; la sua famiglia si è trasferita nel capoluogo abruzzese quando lei aveva 3 o 4 anni. Tra i suoi ricordi d’infanzia ci sono i campetti di periferia, le uscite con gli amici parrocchia di San Pio X. Poi, col canto ha deciso di fare sul serio. Ha iniziato a 8 anni, verso i 16 ha cominciato a specializzarsi nella musica leggera e nel jazz, tornando anche a Napoli. Parallelamente, è entrata al Conservatorio affidando la sua tecnica ad Antonella Fusari. Prima di approdare al Teatro Ariston di Sanremo, nel 2009, Simona già aveva collezionato collaborazioni con artisti italiani di rilievo sia in ambito teatrale che musicale, da Michele Placido a Caterina Vertova, da Edoardo Siravo a Giò Di Tonno, con il quale aveva lavorato nel musical “Jekyll & Hyde”. Ma viaggi, line up importanti e impegni internazionali hanno lasciato intatte simpatia e spontaneità. Ne sanno qualcosa i ragazzi dell’Aptdh (Associazione per la promozione e la tutela dei diritti nell’handicap) dell’Aquila che il mese scorso l’hanno avuta come madrina del loro spettacolo musicale “Tieni il tempo”, all’Auditorium del Parco. «Che bella atmosfera», dice, «passare una giornata con questi ragazzi ti arricchisce. Mi hanno delle cose che ti lasciano il segno, come “sei un raggio di sole che non scotta”. Sono felice di essere stata coinvolta anche per avere un’occasione in più per tornare all’Aquila».
Prima del terremoto, la sua voce accompagnava le notti in centro. che ricordo ha di quel periodo?
Avevamo una piccola jazz band e portavamo avanti delle jam semplici e spontanee. Con me c’erano Raffaele Pallozzi, Fabrizio Pierleoni e Fabio Colella. Insomma, la Mosca jazz band al completo».
Poi è arrivato il “mainstream” con egocentrica.
Beh, Sanremo ha segnato il mio percorso ed Egocentrica ha segnato l’inizio della mia avventura discografica. Nel dicembre 2008 ho vinto, insieme ad Arisa, il concorso SanremoLab, ottenendo così un posto sul palco del teatro Ariston nella categoria Proposte. Che dire, trovarsi alla terza serata a duettare con Ornella Vanoni non capita tutti i giorni.
Come è proseguito il viaggio?
Da lì a poco è uscito anche il secondo singolo (il primo era proprio Egocentrica) “Nell’aria”, scritto insieme a Giò Di Tonno. In quel periodo ho avuto dei riconoscimenti importanti: “Egocentrica” è stato inserito tra le sei finaliste del Premio Mogol, mentre in estate, ho ricevuto il Premio Lunezia Nuove Stelle.
Un anno importante che è però coinciso con un momento delicato per la comunità abruzzese.
Il sei aprile, al momento della scossa ero appena arrivata a Roma. In pochi, al momento, avevano la consapevolezza di cosa stesse succedendo. Poi però sono cominciate ad arrivarmi le telefonate dall’Aquila e mi sono resa conto. La mia famiglia è uscita di casa e ha fatto quasi sei mesi in tendopoli. La nostra casa è stata classificata B, sono rientrati solo a Natale. È stato un periodo emotivamente impegnativo. È stato emotivamente impegnativo, perché da una parte c’era la promozione dell’album da mandare avanti: cose stancanti, belle, che mi portavano altrove con il pensiero. Dall’altra c’era il dolore di essere lontana dalla mia città e non poter condividere questa vicenda con la mia famiglia e i miei amici.
La musica, in ogni caso, è stato uno strumento importante per tenere alti i riflettori sul cratere, non trova?
Poche settimane dopo il sisma, ho registrato con il pianista celanese Nazzareno Carusi il singolo “Ninna nanna”, realizzato proprio per raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma. Anche la diffusione della mia “Nell’aria” è stata fortemente influenzata dal terremoto. Il videoclip, girato tra le macerie della zona rossa, si apre in piazza della Prefettura. Poi, il 21 giugno 2009 ho partecipato con entusiasmo ad “Amiche per l’Abruzzo”, concerto evento allo stadio San Siro di Milano. Mi è stata affidata “Un’avventura”, di Lucio Battisti, insieme a Nicky Nicolai e Karima.
Che effetto fa tornare all’Aquila oggi?
Lo faccio con gioia, ma non senza imbarazzo. Il palco è una cosa, la vita reale è un’altra. Finito lo spettacolo è come se tornassi nella mia dimensione di sempre. Quando sei sul palco ti senti forte, giù invece devi sapere anche che ci possono essere persone a cui non piaci.
È un po’ un messaggio captato da qualche passaggio di “Croce e delizia”?
Sono legata al secondo album uscito a giugno del 2010. Tra le canzoni c’è anche “Amore a prima vista”, frutto di una nuova collaborazione con la Vannoni.
Il terzo album, “Tua”, vede una collaborazione con un musicista e arrangiatore di eccezione, Peter Cincotti. che sensazioni ha avuto a registrare con lui?
«Ho sempre ammirato Peter, ho chiesto e ottenuto la possibilità di collaborare con lui alla casa discografica Warner. Sono felice che ci siamo trovati anche in fase creativa. Peter ha detto di apprezzare il mio approccio alle nuove composizioni. E poi, In cerca di te si è rivelata una cover che funziona: abbiamo riadattato il successo di Nella Colombo de 1945, noto anche col titolo “Sola me ne vo’ per la città”.
A proposito di collaborazioni internazionali, che effetto fa trovarsi sul palco, al Sistina, con Ted Neeley, icona del rock e anima di Jesus Christ Superstar?
È stata un’esperienza entusiasmante dal punto di vista umano e professionale. Confrontarmi con persone speciali come Ted e i Negrita. Lui è una persona incredibie. Capace di sciropparsi ore e ore di meet and greet con il pubblico. Una volta, chiuso il sipario, è rimasto fino alle 7 della mattina successiva a salutare gente venuta per vederlo e conoscerl».
Che estate la attende?
Ci sono vari concerti da fare, anche a stretto giro. Questo weekend sono impegnata a Musicultura a Macerata e poi all’arena di Verona. Venerdì prossimo sarò invece all’auditorium di Atessa. Porto sul palco un omaggio ad Ella Fitzgerald. Suoneremo anche Perugia, Forte dei Marmi, Napoli, Lerici, Malvagna, Carpi, ma anche Ovindoli, il 12 agosto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Prima del terremoto, la sua voce accompagnava le notti in centro. che ricordo ha di quel periodo?
Avevamo una piccola jazz band e portavamo avanti delle jam semplici e spontanee. Con me c’erano Raffaele Pallozzi, Fabrizio Pierleoni e Fabio Colella. Insomma, la Mosca jazz band al completo».
Poi è arrivato il “mainstream” con egocentrica.
Beh, Sanremo ha segnato il mio percorso ed Egocentrica ha segnato l’inizio della mia avventura discografica. Nel dicembre 2008 ho vinto, insieme ad Arisa, il concorso SanremoLab, ottenendo così un posto sul palco del teatro Ariston nella categoria Proposte. Che dire, trovarsi alla terza serata a duettare con Ornella Vanoni non capita tutti i giorni.
Come è proseguito il viaggio?
Da lì a poco è uscito anche il secondo singolo (il primo era proprio Egocentrica) “Nell’aria”, scritto insieme a Giò Di Tonno. In quel periodo ho avuto dei riconoscimenti importanti: “Egocentrica” è stato inserito tra le sei finaliste del Premio Mogol, mentre in estate, ho ricevuto il Premio Lunezia Nuove Stelle.
Un anno importante che è però coinciso con un momento delicato per la comunità abruzzese.
Il sei aprile, al momento della scossa ero appena arrivata a Roma. In pochi, al momento, avevano la consapevolezza di cosa stesse succedendo. Poi però sono cominciate ad arrivarmi le telefonate dall’Aquila e mi sono resa conto. La mia famiglia è uscita di casa e ha fatto quasi sei mesi in tendopoli. La nostra casa è stata classificata B, sono rientrati solo a Natale. È stato un periodo emotivamente impegnativo. È stato emotivamente impegnativo, perché da una parte c’era la promozione dell’album da mandare avanti: cose stancanti, belle, che mi portavano altrove con il pensiero. Dall’altra c’era il dolore di essere lontana dalla mia città e non poter condividere questa vicenda con la mia famiglia e i miei amici.
La musica, in ogni caso, è stato uno strumento importante per tenere alti i riflettori sul cratere, non trova?
Poche settimane dopo il sisma, ho registrato con il pianista celanese Nazzareno Carusi il singolo “Ninna nanna”, realizzato proprio per raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma. Anche la diffusione della mia “Nell’aria” è stata fortemente influenzata dal terremoto. Il videoclip, girato tra le macerie della zona rossa, si apre in piazza della Prefettura. Poi, il 21 giugno 2009 ho partecipato con entusiasmo ad “Amiche per l’Abruzzo”, concerto evento allo stadio San Siro di Milano. Mi è stata affidata “Un’avventura”, di Lucio Battisti, insieme a Nicky Nicolai e Karima.
Che effetto fa tornare all’Aquila oggi?
Lo faccio con gioia, ma non senza imbarazzo. Il palco è una cosa, la vita reale è un’altra. Finito lo spettacolo è come se tornassi nella mia dimensione di sempre. Quando sei sul palco ti senti forte, giù invece devi sapere anche che ci possono essere persone a cui non piaci.
È un po’ un messaggio captato da qualche passaggio di “Croce e delizia”?
Sono legata al secondo album uscito a giugno del 2010. Tra le canzoni c’è anche “Amore a prima vista”, frutto di una nuova collaborazione con la Vannoni.
Il terzo album, “Tua”, vede una collaborazione con un musicista e arrangiatore di eccezione, Peter Cincotti. che sensazioni ha avuto a registrare con lui?
«Ho sempre ammirato Peter, ho chiesto e ottenuto la possibilità di collaborare con lui alla casa discografica Warner. Sono felice che ci siamo trovati anche in fase creativa. Peter ha detto di apprezzare il mio approccio alle nuove composizioni. E poi, In cerca di te si è rivelata una cover che funziona: abbiamo riadattato il successo di Nella Colombo de 1945, noto anche col titolo “Sola me ne vo’ per la città”.
A proposito di collaborazioni internazionali, che effetto fa trovarsi sul palco, al Sistina, con Ted Neeley, icona del rock e anima di Jesus Christ Superstar?
È stata un’esperienza entusiasmante dal punto di vista umano e professionale. Confrontarmi con persone speciali come Ted e i Negrita. Lui è una persona incredibie. Capace di sciropparsi ore e ore di meet and greet con il pubblico. Una volta, chiuso il sipario, è rimasto fino alle 7 della mattina successiva a salutare gente venuta per vederlo e conoscerl».
Che estate la attende?
Ci sono vari concerti da fare, anche a stretto giro. Questo weekend sono impegnata a Musicultura a Macerata e poi all’arena di Verona. Venerdì prossimo sarò invece all’auditorium di Atessa. Porto sul palco un omaggio ad Ella Fitzgerald. Suoneremo anche Perugia, Forte dei Marmi, Napoli, Lerici, Malvagna, Carpi, ma anche Ovindoli, il 12 agosto.
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