L'AQUILA
Abbandonarono Collino che morì nel fiume Giovenco, confermate le due condanne a tre anni
I giudici della Corte d'Appello non concedono sconti ai due imputati per abbandono di incapace con l'aggravante di averne causato il decesso
L'AQUILA. Tre anni di reclusione, risarcimento alla parte civile e pagamento delle spese processuali. È questa la pena inflitta dai giudici della Corte d'Appello dell'Aquila ai due imputati finiti alla sbarra per la morte di Collinzio D'Orazio, il cinquantenne di San Benedetto dei Marsi affetto da disabilità che quasi cinque anni fa venne trovato senza vita immerso nelle acque del fiume Giovenco. L' accusa per Mirko Caniglia e Fabio Mostacci è quella di abbandono di incapace con l'aggravante di averne causato il decesso. La Corte d'Assisse d'Appello ha confermato la sentenza di primo grado.
Collinzio D'Orazio, il 50enne di San Benedetto dei Marsi affetto da disabilità, fu trovato senza vita, 5 anni fa, immerso nelle acque del fiume Giovenco. D'Orazio era stato avvistato, per l'ultima volta, il 2 febbraio 2019 mentre consumava alcolici in un bar. I due giovani, stando all'imputazione, lo avrebbero trovato per strada ubriaco decidendo di riaccompagnarlo a casa.
Ma dopo aver sbagliato posto, lo avrebbero abbandonato al suo destino. Fino al ritrovamento in acqua da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco al termine di un mese di ricerche. In aula i familiari della vittima hanno portato uno striscione.