Accord, spuntano intoppi sulla cessione del sito
I sindacati sollecitano chiarimenti al Comune: da quattro mesi è tutto fermo In ballo il problema dell’alienazione dell’area acquisita con la “legge mancia”
L’AQUILA. Sembrava ormai che la strada fosse tutta in discesa. Ma dal 13 maggio, quando in Comune è stato annunciato che Invitalia aveva dato il via libera al progetto dell’Accord Phoenix, sono passati quattro mesi. Tanti, secondo i sindacati, senza che nel frattempo si sciogliessero gli ultimi nodi, quelli legati alla cessione degli spazi, all’interno dell’ex Finmek, dove dovrebbe insediarsi il sito per lo smaltimento dei rifiuti elettronici. I timori per un nuovo, ennesimo ritardo, diventano preoccupanti quando iniziano a circolare voci su possibili intoppi all’intera operazione. Il problema, a quanto si è appreso, sarebbe legato proprio all’alienazione degli spazi, e in particolare della parte di immobile che il Comune ha acquisito grazie ai finanziamenti della legge mancia: essendo stati acquistati con fondi pubblici, quei locali ora non possono essere ceduti. Un ostacolo che si sta cercando di superare con l’emanazione di un avviso ad evidenza pubblica, al quale è già pronta a rispondere Accord Phoenix, ma comunque aperto a tutte le aziende eventualmente interessate. All’interno del Comune, però, c’è chi ritiene comunque illegittimo questo passaggio. E obiezioni arrivano anche dalla Tecnopolo, la società che gestisce gli immobili del polo elettronico. Intanto, i circa 200 lavoratori che attendono di essere ricollocati, sono senza alcun sostegno e vogliono certezze sul loro futuro. Fim, Fiom e Uilm hanno scritto all’azienda, sollecitando notizie: «La risposta del consigliere delegato Francesco Baldarelli», spiega Clara Ciuca della Uilm, «è stata immediata. L’Accord Phoenix sta aspettando che siano emanati gli annunciati bandi di gara, che devono essere pubblicati da parte del commissario liquidatore del gruppo Finmek e da parte del Comune dell’Aquila per la cessione dei fabbricati industriali dove troverà spazio l’insediamento produttivo. L’azienda è pronta a fare la sua offerta e, una volta acquisite le strutture, a iniziare subito i lavori di ripristino e di adeguamento al progetto industriale. Gli intoppi, quindi, arrivano da un’altra parte. Cosa sta succedendo? Sono passati oltre quattro mesi», sottolinea Ciuca, «dall’annuncio dello sblocco del finanziamento pubblico di 10,7 milioni. Invitalia ha anche dettato una tempistica: l’attività va avviata entro sei mesi. Ma tutto tace. Siamo fermi allo scorso 24 agosto, quando in consiglio comunale si sarebbe dovuta discutere la cessione degli spazi, che sono di proprietà del Comune e dell’ex Finmek. Ma la delibera è stata ritirata. Adesso i timori si sono trasformati in una seria preoccupazione».
Ogni giorno i lavoratori bussano alle porte dei sindacati: «La maggior parte è senza alcun sostegno», aggiunge Ciuca, «visto che è ormai scaduta la mobilità. Dopo anni di sofferenze, di problemi e ritardi accumulati, sembrava che si fosse in dirittura d’arrivo. Questo stop inatteso, e soprattutto senza spiegazioni, è inaccettabile». Anche l'Accord Phoenix, nel rispondere ai sindacati, ha auspicato «che il lavoro corretto e serio delle istituzioni con le quali abbiamo lavorato non subisca dilazioni, in modo che si possa procedere nei tempi stabiliti da Invitalia».
Romana Scopano
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