Aritmie cardiache, nuova cura

San Salvatore, sperimentato dall’équipe del dottor Luise l’ impianto di defibrillatore sottocutaneo
L’AQUILA. Una tecnica innovativa per curare le aritmie cardiache. Sperimentato con successo, al «San Salvatore», il primo impianto di defibrillatore sottocutaneo.
Si tratta del secondo intervento del genere in Abruzzo, portato ieri a termine dall’équipe guidata dal dottore Raffaele Luise, responsabile della sala di elettrofisiologia del reparto Utic-Cardiologico diretto da Sabrina Cicogna. Il defibrillatore cutaneo, che può essere applicato in casi particolari e soprattutto su pazienti giovani, permette di non utilizzare cateteri per raggiungere il cuore: rimane sotto la pelle e, senza sonda, registra il funzionamento dell’organo e, se necessario, eroga la scarica elettrica che contrasta l’aritmia e ripristina il battito normale.
Il dottor Luise è stato affiancato dagli infermieri Simone Tempesta e Patrizia Ciano. «Le aritmie cardiache», spiega lo specialista, «possono essere curate con le ablazioni e con l’impianto di apparecchi. Fino agli anni Ottanta il cosiddetto defibrillatore veniva impiantato attraverso un intervento cardiochirurgico. Negli anni ’90 è stata affinata una tecnica meno invasiva, che può essere effettuata direttamente dal cardiologo e che permette di introdurre i cateteri collegati al defibrillatore per via percutanea, attraverso le vene: la sonda arriva al cuore e si eroga la scarica che, in caso di aritmia, ripristina il battito normale».
«Il metodo innovativo sperimentato e portato a termine per la prima volta nell’ospedale aquilano», sottolinea ancora il dottor Luise, «consiste nell’impiantare l’apparecchio senza cateteri, a livello di sottocute. Una volta posizionato, il defibrillatore registra il funzionamento del cuore e, al verificarsi dell’aritmia, eroga la scarica elettrica. Si può applicare in casi selezionati e in particolare su pazienti giovani. Il vantaggio di questo tipo di intervento è l’eliminazione delle possibili infezioni o di altre problematiche legate alla presenza di un catetere nel cuore».
L’ospedale «San Salvatore» si conferma, dunque, un centro di eccellenza: «Il livello qualitativo raggiunto nella cura delle aritmie, sia attraverso le ablazioni che con questo metodo», conclude il dottor Luise, «è frutto dell’efficienza dell’équipe di sala e dell’intero reparto, unita alla presenza di apparecchiature all’avanguardia».
Romana Scopano
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