Asili nido, le educatrici tornano all’attacco
Le lavoratrici precarie al Comune: «No all’affidamento esterno del servizio» La denuncia: «Si sta pensando soltanto al risparmio e non al bene comune»
L’AQUILA. Le educatrici precarie tornano all’attacco sugli asili nido e si dicono contrarie all’esternalizzazione del servizio.
«Più volte», scrivono, «i nostri amministratori hanno paventato l’ipotesi di un affidamento esterno di due dei tre asili nido comunali, pronunciando a mezza bocca la parola esternalizzazione. Un’idea che mal si coniuga con questa giunta di centrosinistra, che ha sempre ritenuto il servizio a gestione diretta come il “fiore all’occhiello” della città, assicurato anche grazie all’elevata professionalità del personale».
«Si cerca, quindi», prosegue il documento, «di far passare l’idea che un servizio fondamentale, come quello degli asili nido comunali, sia soltanto un costo e che possa quindi essere esternalizzato. Una parola, questa che, anche alla luce dei recenti fatti di Roma, dovrebbe far inorridire qualsiasi amministratore pubblico. Occorre invece puntare alla salvaguardia dell’offerta e guardare ai lavoratori non come mere voci di spesa, ma come una risorsa da preservare. Non ci rassicurano le parole del sindaco e degli assessori Leone e Di Giovambattista, che vogliono farci credere che l’esternalizzazione sia l’unica strada. Esternalizzare significa, infatti, ridurre la qualità del servizio, in quanto le gare di appalto dovranno tener conto, inevitabilmente, dell’offerta più vantaggiosa, andando a incidere sui costi del personale. Non ci convince neanche la proposta di costituirci noi in cooperativa, non avremmo i tempi tecnici e non saremmo in grado di competere con i colossi nazionali che andrebbero a rispondere al bando. Chiediamo all’amministrazione di operare scelte realmente orientate al bene comune e non a una mera logica di risparmio».
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