Attacco a Confcommercio: «Ventriloquo della giunta»
Negozi che chiudono, la polemica non si spegne: l’opposizione contro Stratta «Dispiace che rinneghi quanto fatto dal centrosinistra nel post-terremoto»
L’AQUILA. «Lontani, lontanissimi sono i tempi in cui Confcommercio esprimeva figure come Celso Cioni, capaci di unire anziché dividere, di tessere sempre la tela e mai di distruggerla, di condurre battaglie nel solo ed esclusivo interesse della categoria». Mentre si spacca il fronte del commercio si compatta quello delle opposizioni che nel ricordo dello storico direttore di Confcommercio, unite rispondono a Daniele Stratta, attuale presidente dell’associazione di categoria. «Oggi», affermano in una nota tutti i gruppi d’opposizione (Pd, L’Aquila Nuova, il Passo Possibile, L’Aquila 99, Azione e L’Aquila Coraggiosa), «abbiamo purtroppo davanti un’associazione declassata a ventriloquo dell’amministrazione comunale, alla smaniosa rincorsa di tornaconti personali, incapace di leggere fenomeni che vadano oltre la saracinesca del singolo»
LA FRASE INCRIMINATA
Ma ricapitoliamo. Dopo la chiusura di alcune attività commerciali, l’assessore al ramo Raffaele Daniele aveva dichiarato al Centro che «il successo o la sconfitta di un’attività commerciale la determinano i cittadini, non la politica». Non il caro affitti quindi, non la carenza dei parcheggi, non lo spopolamento. Ma solo i gusti degli aquilani. Affermazione franca, forse poco “politica” che aveva sollevato l’indignazione di molti esercenti del centro storico. Scendono in campo, in difesa dell’operato dell’assessorato, Cna prima, Confcommercio poi. Ma la polemica non sembra terminare.
L’AFFONDO A STRATTA
«Umanamente, prima ancora che politicamente, spiace poi che Daniele Stratta, rinneghi quanto fatto dal centrosinistra nel post-terremoto, lui che come altri ha beneficiato in prima persona del bando “Fare centro” che gli ha permesso di riaprire in centro storico». Un dato comunque è certo. «In centro storico», dicono i consiglieri di opposizione, «si registrano più chiusure che aperture, i coraggiosi che ancora si avventurano in nuove iniziative soffrono in modo micidiale, è sufficiente uscire dagli uffici e parlarci».
LE CHIUSURE in VIA PATINI
«Solo su via Patini hanno abbassato le saracinesche in tre nelle ultime settimane e si moltiplicano i locali sfitti e quelli che lo sono ormai da anni. Via Patini, tra l’altro, era quella che, con via Tre Marie, si organizzò in associazione per poter rilanciare il commercio di quella zona che, pur essendo a due passi da piazza Duomo, era esclusa dallo struscio cittadino. Dopo aver beneficiato di qualche contributo da parte dell’amministrazione, senza che quest’ultima sentisse il bisogno di redigere un piano per interconnettere più comparti e realtà, il progetto si è disintegrato e i commercianti si sono ritrovati di nuovo soli.
PIù MULTE CHE PARCHEGGI
«La pedonalizzazione, accompagnata da una tolleranza zero da parte della polizia municipale anche quando non servirebbe, e i parcheggi restano solo enunciazioni. Da anni abbiamo proposto alla giunta di riportare scuole e uffici nel perimetro delle mura storiche, cosa che consentirebbe un flusso costante di cittadini e quindi di ripopolare il centro storico, non solo di nuovi residenti, ma anche di negozi e studi professionali costituendo un circolo virtuoso. Invece le cose con il centrodestra sono andate diversamente».
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