«Berlusconi ha disatteso gli impegni»
Legnini: il governo boccia le nostre richieste in aiuto dell’Aquila.
PESCARA. «Abbiamo ripresentato per la quarta volta gli emendamenti sul rinvio delle tasse, il finanziamento della zona franca urbana, nuove risorse per la ricostruzione dell’Aquila. E’ altamente probabile che verranno ancora una volta respinti». Si dice amareggiato il senatore del Pd, Giovanni Legnini per il modo in cui il governo Berlusconi disattende gli impegni presi per la ricostruzione dell’Aquila.
Senatore Legnini lei critica le indecisioni del governo di centrodestra. Com’è la situazione oggi?
«In primo luogo la vicenda delle tasse è molto grave. Non c’è stata e non c’è alcuna strumentalizzazione da parte dell’opposizione e tanto meno degli amministratori, dei lavoratori e delle imprese dell’Aquila e del cratere, ma una ferma e peraltro sobria indignazione per un modo di operare inaccettabile. Il Governo ha pasticciato».
In che modo?
«Il governo si è più volte contraddetto. Nel mentre si approvavano le disposizioni odiose a luglio e a dicembre, i vertici del Governo smentivano il contenuto delle norme che il giorno stesso venivano approvate dal Palamento. Un modo di agire confuso che nasconde il problema vero di questa brutta storia. Ricordo l’appello dei Vescovi italiani su tragedie come queste non si fanno promesse ma fatti».
Quali sono i fatti che Berlusconi ha disatteso?
«Il problema serio è quello finanziario, non facilmente risolvibile per responsabilità del Governo: a luglio ha impegnato i 500 milioni di tasse già sospese spendendole per gli incentivi all’auto; con la finanziaria ha costruito il bilancio a legislazione vigente, come se le tasse degli aquilani fossero già acquisite tra le entrate e quindi le ha impegnate. Il risultato è che per risolvere il problema nella sua interezza: sospensione totale fino a novembre, rate in 10 anni a partire dal 4º anno con decurtazione 40%; occorre una copertura finanziaria di circa 1 miliardo 250 milioni di euro».
Il Pdl abruzzese è ottimista. Lei non ci crede?
«La gestione post-terremoto ci deve far preoccupare tutti. Per effetto della massiccia operazione propagandistica che il Governo Berlusconi ha fatto in questi mesi, si è ingenerato nel Governo e nel Parlamento il convincimento che i problemi sono stati risolti, che la ricostruzione è già avvenuta con il progetto “Case”, che nessun Governo ha mai fatto tanto».
La realtà che lei denuncia è ben diversa?
«Ci dimeniamo su questo problema grave delle tasse, la ricostruzione vera non è neanche iniziata, la disoccupazione dilaga, misure per lo sviluppo non se ne vedono, della zona franca urbana, che la maggioranza dava per fatta, non se ne vede l’ombra perché sono stanziati pochi spiccioli. Noi come Pd abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo».
Che sensazione avverte in senato?
«Quando si parla di Abruzzo tra le file della maggioranza di centrodestra si avverte un atteggiamento di fastidio, come a dire: ma ancora, abbiamo già dato. E invece, nei fatti, il terremoto abruzzese è quello trattato peggio, se si eccettuano gli interventi di emergenza che abbiamo apprezzato e per i quali occorre ringraziare la protezione civile».
Senatore Legnini lei critica le indecisioni del governo di centrodestra. Com’è la situazione oggi?
«In primo luogo la vicenda delle tasse è molto grave. Non c’è stata e non c’è alcuna strumentalizzazione da parte dell’opposizione e tanto meno degli amministratori, dei lavoratori e delle imprese dell’Aquila e del cratere, ma una ferma e peraltro sobria indignazione per un modo di operare inaccettabile. Il Governo ha pasticciato».
In che modo?
«Il governo si è più volte contraddetto. Nel mentre si approvavano le disposizioni odiose a luglio e a dicembre, i vertici del Governo smentivano il contenuto delle norme che il giorno stesso venivano approvate dal Palamento. Un modo di agire confuso che nasconde il problema vero di questa brutta storia. Ricordo l’appello dei Vescovi italiani su tragedie come queste non si fanno promesse ma fatti».
Quali sono i fatti che Berlusconi ha disatteso?
«Il problema serio è quello finanziario, non facilmente risolvibile per responsabilità del Governo: a luglio ha impegnato i 500 milioni di tasse già sospese spendendole per gli incentivi all’auto; con la finanziaria ha costruito il bilancio a legislazione vigente, come se le tasse degli aquilani fossero già acquisite tra le entrate e quindi le ha impegnate. Il risultato è che per risolvere il problema nella sua interezza: sospensione totale fino a novembre, rate in 10 anni a partire dal 4º anno con decurtazione 40%; occorre una copertura finanziaria di circa 1 miliardo 250 milioni di euro».
Il Pdl abruzzese è ottimista. Lei non ci crede?
«La gestione post-terremoto ci deve far preoccupare tutti. Per effetto della massiccia operazione propagandistica che il Governo Berlusconi ha fatto in questi mesi, si è ingenerato nel Governo e nel Parlamento il convincimento che i problemi sono stati risolti, che la ricostruzione è già avvenuta con il progetto “Case”, che nessun Governo ha mai fatto tanto».
La realtà che lei denuncia è ben diversa?
«Ci dimeniamo su questo problema grave delle tasse, la ricostruzione vera non è neanche iniziata, la disoccupazione dilaga, misure per lo sviluppo non se ne vedono, della zona franca urbana, che la maggioranza dava per fatta, non se ne vede l’ombra perché sono stanziati pochi spiccioli. Noi come Pd abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo».
Che sensazione avverte in senato?
«Quando si parla di Abruzzo tra le file della maggioranza di centrodestra si avverte un atteggiamento di fastidio, come a dire: ma ancora, abbiamo già dato. E invece, nei fatti, il terremoto abruzzese è quello trattato peggio, se si eccettuano gli interventi di emergenza che abbiamo apprezzato e per i quali occorre ringraziare la protezione civile».