Bimbi maltrattati all’asilo: il pm inchioda le maestre
Tirata in ballo anche la direttrice del nido «Cip e Ciop» di Pettino per le omissioni Per l’accusa avrebbe ignorato le frequenti segnalazioni arrivate dai genitori
L’AQUILA. Nei guai anche la direttrice dell’asilo «Cip&Ciop» convenzionato con il Comune, Anna Tempesta, quarta indagata nell’ambito dell’inchiesta della Procura sulle accuse di maltrattamenti in danno di bambini da parte di tre maestre sospese dall’attività lo scorso 20 novembre.
La squadra Mobile ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini alle quattro indagate, mentre è destituita di fondamento la notizia della richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini, effettuate anche con l’ausilio di telecamere, avevano evidenziato insulti e percosse, oltre a condotte punitive pesanti per le maestre indagate Marika Repele, Giuliana Colaiuda, Costantina Bucci. La direttrice «malgrado le ripetute segnalazioni dei genitori dei minori circa le carenze igieniche e assistenziali e circa le azioni improprie e dannose delle assistenti», si legge in una nota della Mobile guidata dal dirigente Maurilio Grasso, «ometteva di attivarsi al fine di impedire il verificarsi delle condotte poste in essere dalle educatrici nei confronti dei bambini». Fondamentale per il coinvolgimento della direttrice è stato il contributo dei genitori dei bambini che, sentiti tutti come testimoni e parti offese, hanno aperto nuovi scenari e confermato quelli già acquisiti durante l’inchiesta, scattata dopo una denuncia di alcune educatrici tirocinanti. Secondo l’accusa, le condotte omissive della direttrice, già sottolineate dagli accertamenti della polizia, sono state confermate da molti genitori che, in occasioni e circostanze diverse, le avevano rivolto specifiche lamentele, chiedendole anche una riunione per discutere alcuni fatti che sembravano poco chiari. In realtà la riunione si era poi tenuta, ma, contrariamente a quanto richiesto, sono state convocate solo le mamme che si erano lamentate e non tutti i genitori dei bambini iscritti. In quella situazione alcune madri, le cui segnalazioni erano state puntualmente sconfessate dalla direttrice, avevano chiesto anche l’installazione di telecamere, convinte che quei filmati avrebbero convinto anche la stessa direttrice della veridicità delle segnalazioni. Ma anche questa proposta, come tutte le segnalazioni, era stata respinta. «Resta evidente che, complessivamente, quanto dichiarato dai genitori rimane in linea con quanto denunciato dalle educatrici e successivamente confermato dalle immagini delle telecamere», conclude la nota della polizia.
I genitori che hanno collaborato si erano allarmati per le condizioni e alcuni comportamenti dei loro figli giudicati anomali.
(g.g.)
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