Bimbo morto in ospedale nei guai quattro medici
Chiesto il rinvio a giudizio per due pediatri, un chirurgo e un rianimatore il giudice per le indagini preliminari ha poi scagionato altri due professionisti
L’AQUILA. Approda in udienza preliminare un procedimento penale riguardante il decesso di un bambino in ospedale avvenuto nell’estate dello scorso anno al San Salvatore.
Infatti la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro medici ospedalieri. Si tratta di Massimo De Benedictis, Giovanni Farello, Maria Laura Iezzi e Giovanni Nigro. Nigro e Farello sono medici di pediatria, la Iezzi è una rianimatrice e De Benedictis è un chirurgo.
L’udienza preliminare, con accuse ancora tutte da dimostrare, si terrà il 20 febbraio del prossimo anno.
Contestualmente il giudice per le indagini preliminari del tribunale ha archiviato la posizione di altri due medici: Michele De Simone, assistito dall’avvocato Gabriella Bocchi e Maria Rosa Della Penna assistita dall’avvocato Ernesto Venta.
In precedenza altri medici erano stati scagionati dopo che erano risultati del tutto estranei al procedimento ed erano stati indagati solo per consentire l’effettuazione dell’autopsia che fu affidata al dottor Falcocchia di Rieti.
I fatti, come riferito, risalgono alla fine di luglio 2011. Il piccolo, figlio di una coppia che vive a Roma ma originaria dell’Aquilano dove si trovava per le ferie, era stato ricoverato all’ospedale San Salvatore, nel reparto di pediatria, a causa di forti dolori addominali.
Inizialmente sembrò che il piccolo, peraltro diabetico, potesse migliorare ma poi sono sorte delle complicazioni che ne hanno comportato la morte nel giro di poche ore senza che i medici potessero far nulla. Inizialmente si era diagnosticato un decesso per una pancreatite. Ci fu anche un’autopsia avviata dall’Asl, nell’ambito di un’inchiesta interna, che venne fatta dal dottor Giuseppe Calvisi e il responso fu di infarto addominale. L’indagine interna fu voluta dal manager dell’Asl, Giancarlo Silveri. Nel frattempo scattò l’inchiesta penale e la polizia fece un blitz in ospedale sequestrando le cartelle cliniche avviando in tal modo il procedimento sfociato nell’udienza preliminare. Va comunque ricordato che la colpa medica è molto difficile da dimostrare in un processo, soprattutto dopo una sentenza relativamente recente della Cassazione che restringe l’arco delle responsabilità.
È chiaro che la prosecuzione del procedimento poggerà sulla battaglia di perizie tra accusa e difesa.
Nel corso dell’udienza preliminare i sospettati saranno assititi dagli avvocati Luca Bruno, Amedeo Ciuffetelli ed Enrico Marinucci.
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