Campi devastati dai cinghiali: monta la protesta
Gli agricoltori: «Così non è più possibile andare avanti Si ricorra all’abbattimento oppure ci risarciscano i danni»
MAGLIANO DE’ MARSI. Campi devastati nella notte dai cinghiali. Monta la protesta degli agricoltori della zona di Magliano de’ Marsi, tra Scurcola Marsicana e la frazione di Rosciolo ma anche fino alla zona di Marano, colpiti dall’assalto degli animali.
«O si fanno fuori i cinghiali», protestano, «oppure se ciò non avviene ci paghino i danni». Gli agricoltori mostrano le colture devastate durante la notte tra lunedì e martedì, nella zona dei Piani Palentini e non solo.
Ieri mattina, infatti, per alcuni di loro è stato un risveglio da dimenticare visto che, quando sono arrivati nei loro terreni, hanno dovuto fare i conti con un’amara sorpresa. Molti campi erano stati devastati come se fosse passato un tornado. I contadini più volte sono stati costretti a dire addio alle loro coltivazioni a cui avevano lavorato per tutta la stagione. Nulla, dopo il passaggio dei cinghiali, poteva essere più raccolto.
Eppure l’amministrazione provinciale ha iniziato in questi giorni, con buoni risultati, le attività di telecontrollo che andranno avanti nei prossimi giorni, nei confronti dei cinghiali per arginare il fenomeno che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori, soprattutto nel comprensorio di Massa d’Albe e Magliano.
Gli assalti dei cinghiali in questi ultimi tempi si sono intensificati e hanno distrutto interi campi di mais e girasole in diversi Comuni della provincia. Gli agricoltori da sempre hanno dovuto fare i conti con grandinate, piogge torrenziali, siccità e gelate, ma mai avrebbero pensato di doversi trovare in questa condizione a causa di una così aggressiva attività di distruzione operata dai cinghiali.
L’intervento di abbattimento controllato è stato sollecitato anche da alcune associazioni di categoria per salvaguardare il reddito delle aziende altrimenti destinato a essere compromesso. Non sono mancati tentativi di boicottaggio e prese di posizione contro tale attività.
Secondo le associazioni di categoria, l’Abruzzo da un lato si definisce terra dei parchi, regione verde d’Europa, dall’altro tutto questo costa, però, alla comunità agricola regionale dai 5 ai 10 milioni di euro all’anno.
«Non siamo d’accordo», affermano alcuni degli agricoltori interpellati, «a finanziare noi la regione verde d’Europa».
Nei giorni scorsi, il servizio attivato dalla Provincia, con l’ausilio degli agenti della polizia provinciale, ha portato all’abbattimento selettivo dei cinghiali proprio nelle zone più sensibili a tale problematica. Il piano di programmazione sta portando ai risultati previsti e quindi se proseguirà ancora allo stesso modo i risultati dovrebbero vedersi a breve. Finora, però, gli agricoltori e i proprietari terrieri si dicono insoddisfatti e sostengono che il piano di selezione non sia stato calibrato nel modo adeguato rispetto alle reali esigenze del territorio.
In sostanza, sostengono che è necessario abbattere più capi visto che i danni ai campi continuano senza sosta, anzi peggiorano. (p.g.)
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