Canoni idroelettrici, pronto il Consorzio dei 31 Comuni

6 Agosto 2019

Il sindaco di Morino, D’Amico: «Siamo in dirittura d’arrivo, ci spetta il 35%. Abbiamo già perso il 2013 Bisogna sbrigarsi per non lasciare alle società anche i soldi del 2014». La somma si aggira sui 250 milioni

MORINO. «Ci siamo quasi. Il Consorzio dei Comuni facenti parte del bacino imbrifero del Liri-Garigliano, che ci consentirà di ottenere dalle società elettriche il pagamento del sovracanone, sta per nascere. Manca solo l'adesione di due Comuni, che dovrebbero deliberare in questi giorni».
Così Roberto D’Amico, sindaco di Morino, che sarà il comune capofila del Consorzio. Nella provincia dell'Aquila i comuni interessati sono 31, ai quali spetta il 35% della somma che le società elettriche dovranno versare ai Comuni dell'intero bacino.
Somma che supererebbe i 250 milioni di euro se il Consorzio riuscirà a far rientrare nell'ambito del bacino anche la centrale idroelettrica di Presenzano, in provincia di Caserta. «C'è l'assoluta necessità», sottolinea D'Amico, «che il Consorzio si costituisca subito. Già, a causa del lungo contenzioso giudiziario con le società elettriche, abbiamo perso il sovracanone relativo al 2013. Se perdiamo altro tempo, nonostante la Cassazione ci abbia dato ragione, rischiamo di perdere anche la somma relativa al 2014».
La manovra finanziaria del 2013 stabiliva che i sovracanoni – previsti da una legge del 1953 – dal primo gennaio 2013, venissero estesi a tutti gli impianti di produzione di energia idroelettrica superiore a 220 kw, ricadenti nei Comuni non solo rivieraschi, ma anche in quelli facenti parte dei bacini imbriferi, indipendentemente dalla quota altimetrica. Il provvedimento però è stato impugnato dalle società. Dopo un braccio di ferro, protrattosi per oltre cinque anni, l'inverno scorso la Cassazione ha dato ragione ai Comuni. «Il sovracanone», si legge nella sentenza, «configura una prestazione patrimoniale imposta a fini solidaristici e ha pertanto natura tributaria. Infatti la legge del 1953 prevede la destinazione del sovracanone a un fondo comune gestito dai Consorzi al fine di promuovere lo sviluppo sociale ed economico delle popolazioni interessate e per la realizzazione delle opere che si rendono necessarie per rimediare all'alterazione del corso naturale delle acque, causata dalla loro regimazione artificiale».
I sovracanoni inoltre, avendo natura tributaria, appartengono a una materia interamente regolata dalla legge dello Stato. In altri termini ai Consorzi il diritto di beneficiare dei sovracanoni viene attribuito direttamente dalla legge. Trascorsi cinque anni dall'emanazione della legge di stabilità (2013), questo diritto però i Consorzi lo perdono. Oggi le centrali elettriche in Valle Roveto, costruite agli inizi del Novecento da società private e nazionalizzate nel 1962 , sono sei. Cinque vengono gestite dall'Enel, la sesta dalla Cartiera Burgo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA