Cartiera, poche commesse posti di lavoro a rischio
Intesa tra sindacati e Comune di Avezzano per salvare lo stabilimento L’azienda muove oltre 700 lavoratori tra fissi, esterni e indotto
AVEZZANO. Un fortino per difendere gli interessi della ex Burgo e di conseguenza evitare un tracollo insostenibile dell’economia marsicana. Istituzioni e sindacati si uniscono per salvare l'azienda che tra fissi, esterni e indotto muove oltre 700 persone. I motivi sono legati alla produzione a scartamento ridotto che va avanti ormai da mesi alla ex Burgo (oggi Burgo group). I sindacati sono preoccupati, fiutano rischi più pesanti e bussano alla porta delle istituzioni per fare gioco di squadra in difesa dello stabilimento e dei posti di lavoro.
Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, dopo mesi di attesa nella speranza di un superamento della crisi produttiva scattata dopo l'incidente mortale che ha portato allo stop di una linea produttiva e alla conseguente perdita di commesse, consapevoli delle difficoltà di gestire la difficile partita in solitudine, puntano a unire le forze con le istituzioni per un confronto a tutto campo con il gruppo Marchi. Per questo i segretari di categoria, Sigismondo Sansoni, Antonio Fiasca e Alfredo Moschettini, hanno incontrato il presidente del consiglio comunale, Domenico Di Berardino.
Al summit a palazzo di città ha partecipato anche il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Di Pangrazio, che ha portato il problema all'attenzione del senatore emerito Franco Marini «per giocare la partita ai massimi livelli istituzionali». Obiettivo: riportare la produzione ai massimi regimi per evitare ripercussioni sulla forza lavoro: quasi 800 persone tra dipendenti, operai delle ditte esterne e indotto. «La posta in gioco è altissima», afferma Di Berardino, «d'intesa con il sindaco, chiameremo Regione, Provincia e sindacati a un'azione corale verso l'azienda affinché lo stabilimento di Avezzano, al top della produzione di qualità, sia salvaguardato. Il territorio non può permettersi altre perdite di posti di lavoro, sarebbe il tracollo».
Sulla stessa lunghezza d'onda i segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil: «Il gioco di squadra è fondamentale per trovare una soluzione positiva che salvaguardi i posti di lavoro e l'azienda. In quest'ottica, come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte per centrare l'obiettivo» .
I problemi dell’azienda si sono accentuati dopo l’incidente che il 28 novembre 2011 è costato la vita a Berardo Massaro, 50 anni di Luco dei Marsi. La tragedia si è verificata a causa di un'esplosione avvenuta intorno alle 6.20 nello stabilimento di Avezzano. L'operaio aveva iniziato il turno di lavoro alle 6 del mattino. Poco dopo, mentre si trovava vicino a una valvola di uno dei meccanismi che alimentano la cartiera, è stato investito da un getto di aria calda di oltre 200 gradi fuoriuscita dalla valvola che ha un diametro di circa 50-60 centimetri. Colpito tra la testa e la spalla è morto sul colpo.
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