«Cialente fermi quell’appalto»
Giuliante: un percorso non chiaro per aggiudicare 50 milioni di euro.
L’AQUILA. «Un percorso inquietante per un appalto da 50 milioni di euro». Gianfranco Giuliante, capogruppo Pdl alla Regione attacca la scelta del sindaco dell’Aquila Cialente di affidare un maxi appalto a una ditta locale. La «T&P srl», per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti e delle macerie nel capoluogo colpito dal sisma. La ditta definita «inesistente fino al 31 maggio» dal capogruppo regionale del Pdl, Gianfranco Giuliante, durante una conferenza stampa tenuta ieri a Pescara con due esponenti del Pdl Ricardo Chiavaroli e Antonio Prospero, si sarebbe aggiudicata l’appalto con «un affidamento diretto, con delibera 154/2009, avvenuto nello studio di un commercialista di Sulmona».
La giunta dell’Aquila, secondo il capogruppo Pdl «non ha la competenza per affrontare un atto gestionale di questo tipo» e avrebbe sfruttato l’emergenza terremoto per «decidere in maniera non trasparente di affidare lavori per milioni di euro a un imprenditore che ha fiutato l’affare della sua vita». Il riferimento è, evidentemente, alla compravendita della ditta che sarebbe avvenuta tra l’ex proprietario, Walter Tirimacco, e il nuovo, Claudio Pangrazi, al prezzo irrisorio di 1.250 euro. Il Comune avrebbe dunque agito seguendo la procedura prevista dal decreto per l’emergenza, lo stesso, si difende Cialente, «seguito per affidare gli appalti per la costruzione delle casette destinate agli sfollati».
Per Giuliante invece, «l’appalto alla T&P è stato affidato dopo ben due mesi dal terremoto». «Perché», si è chiesto inoltre Giuliante, «tale appalto non è stato affidato alle aziende aquilane che pure si erano offerte di unirsi in consorzio?». L’azienda T&P Srl, «risuscita il primo giugno», secondo il capogruppo Pdl, «e fa dichiarazione di inizio attività alla Camera di commercio dell’Aquila; il 4 giugno, un soggetto di Paganica, all’Aquila, acquista, per 1.250 euro, prezzo chiaramente simbolico, quote della ditta». Una cifra irrisoria per un appalto che, secondo Giuliante,«dovrebbe superare i 50 milioni di euro». Non si lascia sfuggire un dettaglio Giuliante, che sottolinea, carte alla mano, come «sia singolare che l’11 giugno, il giorno prima dell’affidamento dei lavori da parte della giunta comunale, l’impresa regolarizza l’iscrizione all’ente camerale, attestando il passaggio delle quote».
La ditta T&P dovrebbe inoltre gestire lo smaltimento dei rifiuti speciali, tramite la Pavind srl. Nel 2005 la Pavind fu interessata da un episodio di racket sulla gestione dei rifiuti: uno dei suoi capannoni venne incendiato a Sulmona, un gesto definito un «avvertimento» dagli stessi titolari, «da parte di chi aveva interesse a ostacolare il loro lavoro» e che fece scattare un inchiesta. Raggiunto telefonicamente, Massimo Cialente ha definito «trasparente la procedura seguita dal Comune, che prima di agire abbiamo sentito tutti gli organi istituzionali del paese, procura e protezione civile. Sarebbe stato impossibile seguire una gara d’appalto europea, per i tempi troppo lunghi».
La giunta dell’Aquila, secondo il capogruppo Pdl «non ha la competenza per affrontare un atto gestionale di questo tipo» e avrebbe sfruttato l’emergenza terremoto per «decidere in maniera non trasparente di affidare lavori per milioni di euro a un imprenditore che ha fiutato l’affare della sua vita». Il riferimento è, evidentemente, alla compravendita della ditta che sarebbe avvenuta tra l’ex proprietario, Walter Tirimacco, e il nuovo, Claudio Pangrazi, al prezzo irrisorio di 1.250 euro. Il Comune avrebbe dunque agito seguendo la procedura prevista dal decreto per l’emergenza, lo stesso, si difende Cialente, «seguito per affidare gli appalti per la costruzione delle casette destinate agli sfollati».
Per Giuliante invece, «l’appalto alla T&P è stato affidato dopo ben due mesi dal terremoto». «Perché», si è chiesto inoltre Giuliante, «tale appalto non è stato affidato alle aziende aquilane che pure si erano offerte di unirsi in consorzio?». L’azienda T&P Srl, «risuscita il primo giugno», secondo il capogruppo Pdl, «e fa dichiarazione di inizio attività alla Camera di commercio dell’Aquila; il 4 giugno, un soggetto di Paganica, all’Aquila, acquista, per 1.250 euro, prezzo chiaramente simbolico, quote della ditta». Una cifra irrisoria per un appalto che, secondo Giuliante,«dovrebbe superare i 50 milioni di euro». Non si lascia sfuggire un dettaglio Giuliante, che sottolinea, carte alla mano, come «sia singolare che l’11 giugno, il giorno prima dell’affidamento dei lavori da parte della giunta comunale, l’impresa regolarizza l’iscrizione all’ente camerale, attestando il passaggio delle quote».
La ditta T&P dovrebbe inoltre gestire lo smaltimento dei rifiuti speciali, tramite la Pavind srl. Nel 2005 la Pavind fu interessata da un episodio di racket sulla gestione dei rifiuti: uno dei suoi capannoni venne incendiato a Sulmona, un gesto definito un «avvertimento» dagli stessi titolari, «da parte di chi aveva interesse a ostacolare il loro lavoro» e che fece scattare un inchiesta. Raggiunto telefonicamente, Massimo Cialente ha definito «trasparente la procedura seguita dal Comune, che prima di agire abbiamo sentito tutti gli organi istituzionali del paese, procura e protezione civile. Sarebbe stato impossibile seguire una gara d’appalto europea, per i tempi troppo lunghi».