Clienti abruzzesi per gli incontri con le 2 baby squillo

15 Novembre 2013

SCANNO. Ci sarebbero anche clienti provenienti dall'Abruzzo nell'elenco degli insospettabili frequentatori delle due baby squillo dei Parioli. Ad incontrarsi con le prostitute minorenni non erano...

SCANNO. Ci sarebbero anche clienti provenienti dall'Abruzzo nell'elenco degli insospettabili frequentatori delle due baby squillo dei Parioli. Ad incontrarsi con le prostitute minorenni non erano solo uomini facoltosi, manager e padri di famiglia della Capitale. Ad incontrarsi con le due liceali erano anche individui che arrivavano da ogni parte d'Italia. Provenivano dai dintorni di Roma, da Torino, Milano, Verona e anche dall'Aquila. L'identificazione è già avvenuta e a breve il numero degli iscritti sul registro degli indagati potrebbe aumentare. Nomi e città, direttamente legate al «supermercato» romano del sesso e droga, emergono infatti nei tabulati telefonici e nelle 44 pagine dell'ordinanza di arresto di Nunzio Pizzacalla, il 34enne originario di Scanno che lavorava proprio nel capoluogo abruzzese. Stando alle intercettazioni e alle carte processuali, era il giovane militare che organizzava gli appuntamenti coi clienti alle due minorenni romane tramite sms o WhatsApp. I carabinieri del Nucleo investigativo, agli ordini del colonnello Sabatino e coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi, proseguendo nell'attività di identificazione dei tanti clienti pare che abbiano aggiunto nel registro degli indagati più di qualche «habituè» abruzzese. Secondo gli inquirenti, i clienti delle baby escort arrivavano anche dalla zona dell'Aquila grazie proprio a Pizzacalla che prestava servizio negli alpini con il grado di caporal maggiore. I carabinieri hanno consegnato ai magistrati la lista dei suoi contatti ed ora si sta facendo chiarezza su posizioni e ruoli. Per il giovane militare che ha rinunciato al ricorso al tribunale della Libertà, non cambiano le misure cautelari in essere: resta in carcere assieme a tutti gli altri indagati. Il tribunale del Riesame ha negato la richiesta di scarcerazione formulata dai legali del commercialista Riccardo Sbarra, dell'autista-pusher Mirko Ieni e della mamma di una delle due giovani "lucciole", mentre al commerciante Mario De Quattro sono stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute. È invece indagata la più grande delle due giovanissime squillo, che avrebbe convinto l'amichetta a prostituirsi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA