Comune L'Aquila, scontro sulle commissioni
Sei sigle in lizza per quattro posti. I Socialisti pronti a fare un passo indietro ma chiedono garanzie per le spa partecipate
L'AQUILA. Quattro poltrone per sei pretendenti. Durante o Perilli per la commissione Territorio? Vinceranno i Cattolici di Arduini o Rifondazione? Alla prima va Masciocco di Sel o un socialista? Al Comune è battaglia sulle commissioni.
PRIME SPINE. Che l'aria sia da resa dei conti lo si è capito già dalla prima seduta di consiglio comunale. Il nodo del contendere è chi comanda in quegli organismi che istituzionalmente dovrebbero assolvere all'importante ruolo di filtro e confronto, con composizione dei dissidi, su questo o quel provvedimento da sottoporre al vaglio dell'aula, ma che, per degenerazione, si sono trasformati in gettoniere. Nel senso che una presenza in commissione costa alle casse pubbliche 100 euro lordi per ciascun consigliere. La consistenza numerica delle commissioni dipende dai gruppi in consiglio comunale. Tanto che all'epoca, neppure troppo lontana, dei 20 e passa gruppi, ogni turno di commissione è arrivato a costare 2200-2300 euro a riunione. Che non è poco. Senza considerare che, a fronte di chi diligentemente ha svolto il suo compito, c'è stato anche chi si è distinto per la velocità della seduta. Anzi, dell'alzata, visto che, si racconta, qualcuno non scostava neppure la sedia. LE
SFIDE. Alla prima commissione (Bilancio) era stato indicato come presidente Giustino Masciocco di Sel. Ma il rimescolamento delle carte potrebbe far scattare un posto per un esponente socialista. Alcuni esponenti di questo partito, tuttavia, potrebbero rinunciare alla presidenza di commissione, spostando l'obiettivo sulle società partecipate. Alla seconda commissione vorrebbe sedersi Adriano Durante (Cattolici democratici). Ma ci spera anche Enrico Perilli di Rifondazione. Nessuno dei due pare disposto a cedere di un millimetro. Alla terza commissione (Sociale) potrebbe andare Antonello Bernardi anche se chi si oppone fa notare che il Pd ha già fatto il pienone tra assessorati e presidenza del consiglio comunale. Alla quarta, Cultura e sport (per cui era stato indicato il socialista Gianni Padovani) potrebbe slittare uno degli esclusi dalla seconda. Anche l'Idv è pronta a reclamare una presidenza di commissione con Giuliano Di Nicola che al primo consiglio ha tenuto un discorso «ecumenico». Per la commissione Garanzia, che tocca all'opposizione, spaccata, sono in lizza Luigi D'Eramo della Destra ed Emanuele Imprudente (Mpa) fedelissimo di De Matteis. Poi ci sono gli outsider Di Cesare e Vittorini.
VERTICE. Per oggi, presente il sindaco, è fissata una riunione per sciogliere i nodi. Perilli annuncia la sua candidatura. «Rifondazione chiede la presidenza perché da una vita sostiene le tematiche della volumetria zero, dell'ambiente e del no al consumo del territorio. Mi candido comunque: la maggioranza si assumerà la responsabilità della scelta. Capisco il manuale Cencelli, ma non può essere l'unico criterio. Riteniamo di poter svolgere un adeguato ruolo di garanzia per i cittadini».
PRIME SPINE. Che l'aria sia da resa dei conti lo si è capito già dalla prima seduta di consiglio comunale. Il nodo del contendere è chi comanda in quegli organismi che istituzionalmente dovrebbero assolvere all'importante ruolo di filtro e confronto, con composizione dei dissidi, su questo o quel provvedimento da sottoporre al vaglio dell'aula, ma che, per degenerazione, si sono trasformati in gettoniere. Nel senso che una presenza in commissione costa alle casse pubbliche 100 euro lordi per ciascun consigliere. La consistenza numerica delle commissioni dipende dai gruppi in consiglio comunale. Tanto che all'epoca, neppure troppo lontana, dei 20 e passa gruppi, ogni turno di commissione è arrivato a costare 2200-2300 euro a riunione. Che non è poco. Senza considerare che, a fronte di chi diligentemente ha svolto il suo compito, c'è stato anche chi si è distinto per la velocità della seduta. Anzi, dell'alzata, visto che, si racconta, qualcuno non scostava neppure la sedia. LE
SFIDE. Alla prima commissione (Bilancio) era stato indicato come presidente Giustino Masciocco di Sel. Ma il rimescolamento delle carte potrebbe far scattare un posto per un esponente socialista. Alcuni esponenti di questo partito, tuttavia, potrebbero rinunciare alla presidenza di commissione, spostando l'obiettivo sulle società partecipate. Alla seconda commissione vorrebbe sedersi Adriano Durante (Cattolici democratici). Ma ci spera anche Enrico Perilli di Rifondazione. Nessuno dei due pare disposto a cedere di un millimetro. Alla terza commissione (Sociale) potrebbe andare Antonello Bernardi anche se chi si oppone fa notare che il Pd ha già fatto il pienone tra assessorati e presidenza del consiglio comunale. Alla quarta, Cultura e sport (per cui era stato indicato il socialista Gianni Padovani) potrebbe slittare uno degli esclusi dalla seconda. Anche l'Idv è pronta a reclamare una presidenza di commissione con Giuliano Di Nicola che al primo consiglio ha tenuto un discorso «ecumenico». Per la commissione Garanzia, che tocca all'opposizione, spaccata, sono in lizza Luigi D'Eramo della Destra ed Emanuele Imprudente (Mpa) fedelissimo di De Matteis. Poi ci sono gli outsider Di Cesare e Vittorini.
VERTICE. Per oggi, presente il sindaco, è fissata una riunione per sciogliere i nodi. Perilli annuncia la sua candidatura. «Rifondazione chiede la presidenza perché da una vita sostiene le tematiche della volumetria zero, dell'ambiente e del no al consumo del territorio. Mi candido comunque: la maggioranza si assumerà la responsabilità della scelta. Capisco il manuale Cencelli, ma non può essere l'unico criterio. Riteniamo di poter svolgere un adeguato ruolo di garanzia per i cittadini».
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