Crolli, le carte dell’accusa
I pm: disastri per omissioni e calcoli superficiali
L’AQUILA. Sono accusati di avere provocato la morte di undici ragazzi per i crolli della Casa dello studente e il Convitto nazionale in seguito al sisma. Oggi il Centro riporta analiticamente le accuse mosse agli indagati nelle informazioni di garanzia, in tutto 13, (oltre a 4 persone decedute) nelle quali si contestano i reati di disastro, omicidio colposo e lesioni. Sospetti, ovviamente, ancora tutti da provare.
CASA DELLO STUDENTE. I problemi strutturali, secondo i periti, partono da lontano. Non è un caso che l’ingegnere Claudio Botta, ora 89enne, direttore dei lavori durante la costruzione nel 1965, avrebbe «redatto il progetto strutturale e i calcoli in modo superficiale e incompleto». Inoltre «in tutti i sei piani dell’ala nord ometteva di effettuare, (proprio in corrispondenza della zona dove erano le camere, il corridoio e uscite di emergenza, totalmente collassata), il progetto strutturale antisismico». «In difformità dal progetto» prosegue l’accusa, «realizzava abusivamente un ulteriore piano seminterrato, posto sotto l’ala sud. E consentiva l’uso di materiale costruttivo scadente e calcestruzzo di scarsa qualità». Si sostiene, inoltre, che i copriferro delle armature erano generalmente insufficienti.
Giorgio Gaudiano, di 78 anni, incaricato dall’Opera universitaria di accertamenti in vista dell’acquisto del manufatto, è accusato di avere omesso «di svolgere sia gli accertamenti di conformità tra progetto e quanto effettivamente realizzato sia gli accertamenti relativi ai calcoli strutturali rilevabili in base alla visione del progetto, relativamente ai quali l’originario progettista Botta era stato carente». L’ingegner Walter Navarra, (62), in qualità di ingegnere incaricato nel 1980 di redigere il progetto di ristrutturazione di «Palazzo Angelini e Casa dello studente» è accusato di «avere omesso di verificare la rispondenza dell’edificio alla nuova destinazione non accertando l’effettiva consistenza strutturale dell’edificio. Non effettuava alcun tipo di valutazione di inadeguatezza statica e sismica delle strutture».
Ci sono poi contestazioni «fotocopia» in relazione a recenti opere di ristrutturazione per Bernardino Pace (52), Carlo Giovani (43), Pietro Centofanti (49) e Massimiliano Andreassi (40), nelle varie vesti di progettisti e direttori dei lavori di restauri. «Non effettuavano» si legge nelle contestazioni, «alcuna valutazione di adeguatezza sismica, non procedevano alla verifica del dimensionamento strutturale del progetto.
A fronte di variazione di destinazione che comportava sulle strutture portanti un incremento di carichi causati dall’aumento dei carichi per l’aumento di tramezzature per realizzare 76 camere da letto, servizi igienici con redistribuzione di destinazione degli spazi interni, non predisponevano interventi di consolidamento o adeguamento sismico della struttura, verifica tassativa per edifici in cemento armato». Pietro Sebastiani, (49), nelle veste di presidente della commissione collaudo dei lavori di restauro e responsabile area tecnica «ometteva di vigilare sulla rispondenza dell’edificio alla destinazione di residenza per studenti. Non garantiva il rispetto delle esigenze relative alla sicurezza e prevenzione antisismica». Luca Valente (47), direttore dell’Azienda per il diritto agli studi universitari, «ometteva di redigere un idoneo piano per la sicurezza e ometteva in tale ambito qualunque valutazione sulla adeguatezza delle strutture portanti dell’edificio in termini di sicurezza sismica». Luca D’Innocenzo, presidente dimissionario dell’Azienda per il diritto allo studio «non garantiva a fronte di tutti i lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria il rispetto delle esigenze relative alla sicurezza e alla prevenzione antisismica».
LESIONI DA STRESS. Tra le accuse ci sono le lesioni in seguito allo stress. Dagli atti ora, si apprende che le contestazioni riguardano i danni fisici per i 18 studenti che si sono salvati nella notte del 6 aprile scorso per lo choc e lo stress post terremoto. Per 16 di loro si parla solo di «lesioni psicologiche consistenti in sindrome post traumatica da stress»; per due, i danni psicologici si aggiungono ai danni fisici causati dai traumi per il crollo. Tra queste Carmela Tomassetti, una delle prime, nelle ore successive alla scossa, a denunciare i mancati interventi nonostante le continue lamentele degli studenti.
CONVITTO. Il rettore Livio Bearzi (52) e il dirigente della Provincia Vincenzo Mazzotta (43) sono rivolte censure fotocopia. «Non valutava» si legge negli atti, «la totale inadeguatezza dell’edificio dal punto di vista statico e sismico, vetusto nelle strutture, mai sottoposto a opere di ristrutturazione, privo dei certificati di idoneità, di collaudo statico di certificato dell’impianto elettrico indicato (nel”Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici nella regione Abruzzo-Rapporto Barberi” e nella relazione di Collabora Engineering) come edificio di media-elevata vulnerabilità sismica a fronte delle scosse di terremoto che si ripetevano da mesi. Non adottava provvedimenti tesi allo sgombero dell’edificio, messa in sicurezza e ometteva di redigere un idoneo piano per la sicurezza o la salvaguardia della incolumità degli studenti deceduti ivi residenti».
ALTRE INDAGINI. Una volta conclusi gli interrogatori di questi due filoni, per i quali gli indagati saranno assistiti dai loro avvocati (finora si tratta dei legali Paolo Guidobaldi, Norma Daniele, Vincenzo De Benedictis e Fabio Alessandroni), si procederà con altri filoni. I prossimi provvedimenti giudiziari della Procura nell’ambito dell’inchiesta sui crolli avvenuti con il terremoto riguarderanno i filoni relativi ai danni all’ospedale San Salvatore e, subito dopo, i crolli negli edifici dove c’é stato il maggior numero di morti. Il programma è stato illustrato dal pm Alfredo Rossini, il quale ha annunciato provvedimenti dalla prossima settimana.
IL COMITATO. Il Comitato dei familiari delle vittime della Casa dello studente manifesta soddisfazione per il lavoro svolto dalla Procura. Lo ha annunciato la portavoce Antonietta Centofanti.
CASA DELLO STUDENTE. I problemi strutturali, secondo i periti, partono da lontano. Non è un caso che l’ingegnere Claudio Botta, ora 89enne, direttore dei lavori durante la costruzione nel 1965, avrebbe «redatto il progetto strutturale e i calcoli in modo superficiale e incompleto». Inoltre «in tutti i sei piani dell’ala nord ometteva di effettuare, (proprio in corrispondenza della zona dove erano le camere, il corridoio e uscite di emergenza, totalmente collassata), il progetto strutturale antisismico». «In difformità dal progetto» prosegue l’accusa, «realizzava abusivamente un ulteriore piano seminterrato, posto sotto l’ala sud. E consentiva l’uso di materiale costruttivo scadente e calcestruzzo di scarsa qualità». Si sostiene, inoltre, che i copriferro delle armature erano generalmente insufficienti.
Giorgio Gaudiano, di 78 anni, incaricato dall’Opera universitaria di accertamenti in vista dell’acquisto del manufatto, è accusato di avere omesso «di svolgere sia gli accertamenti di conformità tra progetto e quanto effettivamente realizzato sia gli accertamenti relativi ai calcoli strutturali rilevabili in base alla visione del progetto, relativamente ai quali l’originario progettista Botta era stato carente». L’ingegner Walter Navarra, (62), in qualità di ingegnere incaricato nel 1980 di redigere il progetto di ristrutturazione di «Palazzo Angelini e Casa dello studente» è accusato di «avere omesso di verificare la rispondenza dell’edificio alla nuova destinazione non accertando l’effettiva consistenza strutturale dell’edificio. Non effettuava alcun tipo di valutazione di inadeguatezza statica e sismica delle strutture».
Ci sono poi contestazioni «fotocopia» in relazione a recenti opere di ristrutturazione per Bernardino Pace (52), Carlo Giovani (43), Pietro Centofanti (49) e Massimiliano Andreassi (40), nelle varie vesti di progettisti e direttori dei lavori di restauri. «Non effettuavano» si legge nelle contestazioni, «alcuna valutazione di adeguatezza sismica, non procedevano alla verifica del dimensionamento strutturale del progetto.
A fronte di variazione di destinazione che comportava sulle strutture portanti un incremento di carichi causati dall’aumento dei carichi per l’aumento di tramezzature per realizzare 76 camere da letto, servizi igienici con redistribuzione di destinazione degli spazi interni, non predisponevano interventi di consolidamento o adeguamento sismico della struttura, verifica tassativa per edifici in cemento armato». Pietro Sebastiani, (49), nelle veste di presidente della commissione collaudo dei lavori di restauro e responsabile area tecnica «ometteva di vigilare sulla rispondenza dell’edificio alla destinazione di residenza per studenti. Non garantiva il rispetto delle esigenze relative alla sicurezza e prevenzione antisismica». Luca Valente (47), direttore dell’Azienda per il diritto agli studi universitari, «ometteva di redigere un idoneo piano per la sicurezza e ometteva in tale ambito qualunque valutazione sulla adeguatezza delle strutture portanti dell’edificio in termini di sicurezza sismica». Luca D’Innocenzo, presidente dimissionario dell’Azienda per il diritto allo studio «non garantiva a fronte di tutti i lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria il rispetto delle esigenze relative alla sicurezza e alla prevenzione antisismica».
LESIONI DA STRESS. Tra le accuse ci sono le lesioni in seguito allo stress. Dagli atti ora, si apprende che le contestazioni riguardano i danni fisici per i 18 studenti che si sono salvati nella notte del 6 aprile scorso per lo choc e lo stress post terremoto. Per 16 di loro si parla solo di «lesioni psicologiche consistenti in sindrome post traumatica da stress»; per due, i danni psicologici si aggiungono ai danni fisici causati dai traumi per il crollo. Tra queste Carmela Tomassetti, una delle prime, nelle ore successive alla scossa, a denunciare i mancati interventi nonostante le continue lamentele degli studenti.
CONVITTO. Il rettore Livio Bearzi (52) e il dirigente della Provincia Vincenzo Mazzotta (43) sono rivolte censure fotocopia. «Non valutava» si legge negli atti, «la totale inadeguatezza dell’edificio dal punto di vista statico e sismico, vetusto nelle strutture, mai sottoposto a opere di ristrutturazione, privo dei certificati di idoneità, di collaudo statico di certificato dell’impianto elettrico indicato (nel”Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici nella regione Abruzzo-Rapporto Barberi” e nella relazione di Collabora Engineering) come edificio di media-elevata vulnerabilità sismica a fronte delle scosse di terremoto che si ripetevano da mesi. Non adottava provvedimenti tesi allo sgombero dell’edificio, messa in sicurezza e ometteva di redigere un idoneo piano per la sicurezza o la salvaguardia della incolumità degli studenti deceduti ivi residenti».
ALTRE INDAGINI. Una volta conclusi gli interrogatori di questi due filoni, per i quali gli indagati saranno assistiti dai loro avvocati (finora si tratta dei legali Paolo Guidobaldi, Norma Daniele, Vincenzo De Benedictis e Fabio Alessandroni), si procederà con altri filoni. I prossimi provvedimenti giudiziari della Procura nell’ambito dell’inchiesta sui crolli avvenuti con il terremoto riguarderanno i filoni relativi ai danni all’ospedale San Salvatore e, subito dopo, i crolli negli edifici dove c’é stato il maggior numero di morti. Il programma è stato illustrato dal pm Alfredo Rossini, il quale ha annunciato provvedimenti dalla prossima settimana.
IL COMITATO. Il Comitato dei familiari delle vittime della Casa dello studente manifesta soddisfazione per il lavoro svolto dalla Procura. Lo ha annunciato la portavoce Antonietta Centofanti.