Dichiarati inagibili 180 edifici
Sbriciolati i pilastri di un palazzo a San Nicolò. Chiuse trenta chiese
TERAMO. Sono 180 gli edifici dichiarati inagibili in provincia di Teramo dopo le verifiche dei vigili del fuoco. Alle 180 stutture inagibili si aggiungono le 27 parzialmente inagibili e le 154 per cui vengono suggeriti approfondimenti tecnici. E’ un bilancio pesante, quello dei danni subiti dalla provincia di Teramo, a cui peraltro vanno aggiunti i risultati delle verifiche fatte “in proprio” dai singoli Comuni. Cartina al tornasole sono i danni alle chiese: ben trenta sono inagibili, totalmente o parzialmente.
E su questi numeri si basa la richiesta di stato di emergenza presentata dalla Provincia di Teramo, a nome di tutti i Comuni, al Consiglio dei ministri. Richiesta sul cui accoglimento il presidente della Provincia Ernino D’Agostino si dichiara fiducioso. E che ha l’importante condivisione del prefetto di Teramo, Francesco Camerino. Senza il riconoscimento dello stato d’emergenza sarebbe davvero difficile l’opera di ricostruzione e di sostegno a chi ha subito i danni.
Per capire l’entità del problema basta soffermarsi sui dati riguardanti il comune di Teramo. Finora sono ben 54 le dichiarazioni di inagibilità di edifici, a cui si sommano i 40 che l’inagibilità ce l’hanno parziale. Sono 207 i senzatetto, di questi 15 sono ospitati in albergo, gli altri sono da parenti o in una seconda casa. I tecnici del Comune fino a ieri hanno eseguito circa 400 verifiche statiche, su circa 800 richieste, soprattuto centro storico. I danni più ricorrenti riscontrati: dalle semplici crepe al crollo delle volte. L’edificio che ha riportato maggiori danni è stato certamente quello di San Nicolò, che al pianterreno ospita il sexy shop. Vigili del fuoco e tecnici del Comune hanno rilevato che due pilastri all’angolo fronte strada del palazzo, costruito negli anni Ottanta, hanno seri problemi. In pratica si è sbriciolato il calcestruzzo, tanto che si vedono i ferri contenuti nei pilastri. Da qui lo sgombero delle 38 famiglie che vi abitavano: bisogna verificare attentamente la tenuta del calcestruzzo di tutti i pilastri.
Oggi sarà la giornata decisiva per fare il punto sulla situazione nelle scuole, sia quelle di competenza del Comune di Teramo che quelle della Provincia, cioè le superiori. Oggi, dunque, si saprà quando il commissario straordinario del Comune deciderà di riaprirle, presumibilmente non prima della prossima settimana. Per quanto riguarda le 27 scuole superiori (di competenza della Provincia) pare che non ci siano danni rilevanti, ma i sopralluoghi continueranno oggi.
Ieri sera, infine, è stato creato il Com (centro operativo misto), che sarà istituito ufficialmente con un decreto della Regione. Tutti gli enti coinvolti nell’emergenza (dalla Provincia ai Comuni, alla prefettura) saranno coordinati dal Com, nato ieri alla presenza di Antonio Sorgi, dirigente della protezione civile della Regione Abruzzo. L’organismo, la cui istituzione è stata sollecitata dalla Provincia, ha sede nel municipio di Montorio.
E su questi numeri si basa la richiesta di stato di emergenza presentata dalla Provincia di Teramo, a nome di tutti i Comuni, al Consiglio dei ministri. Richiesta sul cui accoglimento il presidente della Provincia Ernino D’Agostino si dichiara fiducioso. E che ha l’importante condivisione del prefetto di Teramo, Francesco Camerino. Senza il riconoscimento dello stato d’emergenza sarebbe davvero difficile l’opera di ricostruzione e di sostegno a chi ha subito i danni.
Per capire l’entità del problema basta soffermarsi sui dati riguardanti il comune di Teramo. Finora sono ben 54 le dichiarazioni di inagibilità di edifici, a cui si sommano i 40 che l’inagibilità ce l’hanno parziale. Sono 207 i senzatetto, di questi 15 sono ospitati in albergo, gli altri sono da parenti o in una seconda casa. I tecnici del Comune fino a ieri hanno eseguito circa 400 verifiche statiche, su circa 800 richieste, soprattuto centro storico. I danni più ricorrenti riscontrati: dalle semplici crepe al crollo delle volte. L’edificio che ha riportato maggiori danni è stato certamente quello di San Nicolò, che al pianterreno ospita il sexy shop. Vigili del fuoco e tecnici del Comune hanno rilevato che due pilastri all’angolo fronte strada del palazzo, costruito negli anni Ottanta, hanno seri problemi. In pratica si è sbriciolato il calcestruzzo, tanto che si vedono i ferri contenuti nei pilastri. Da qui lo sgombero delle 38 famiglie che vi abitavano: bisogna verificare attentamente la tenuta del calcestruzzo di tutti i pilastri.
Oggi sarà la giornata decisiva per fare il punto sulla situazione nelle scuole, sia quelle di competenza del Comune di Teramo che quelle della Provincia, cioè le superiori. Oggi, dunque, si saprà quando il commissario straordinario del Comune deciderà di riaprirle, presumibilmente non prima della prossima settimana. Per quanto riguarda le 27 scuole superiori (di competenza della Provincia) pare che non ci siano danni rilevanti, ma i sopralluoghi continueranno oggi.
Ieri sera, infine, è stato creato il Com (centro operativo misto), che sarà istituito ufficialmente con un decreto della Regione. Tutti gli enti coinvolti nell’emergenza (dalla Provincia ai Comuni, alla prefettura) saranno coordinati dal Com, nato ieri alla presenza di Antonio Sorgi, dirigente della protezione civile della Regione Abruzzo. L’organismo, la cui istituzione è stata sollecitata dalla Provincia, ha sede nel municipio di Montorio.