Dieci intossicati dall’acqua di sorgente
Corfinio, malori per una comitiva di ragazzi in gita: due ricoverati in ospedale. Accertamenti del Comune
CORFINIO. Una giornata all’aria aperta e a contatto con la natura si è trasformata in un piccolo calvario per una decina di ragazzi. Si sono sentiti male dopo aver bevuto acqua da una piccola sorgente nei pressi di un sito archeologico di Corfinio. Tornati a casa hanno avuto conati di vomito, problemi intestinali e alcuni anche febbre alta, tanto da essere accompagnati al pronto soccorso per i necessari accertamenti. Dopo la terapia del caso sono stati dimessi. La vicenda ha creato allarme in paese visto che l'acqua delle sorgenti di Sant'Ippolito è da sempre considerata potabile ed è utilizzata dai contadini per dissetarsi durante le calde giornate d'estate. Anche perché nell’area sorge un importante e ricco sito archeologico che è ancora in fase di recupero da parte della Sovrintendenza.
A seguito della segnalazione l'ufficio igiene e profilassi della Asl ha avviato i controlli per scoprire se l'acqua è inquinata e la possibile origine dell'inquinamento. Nei pressi della sorgente ci sono un paio di allevamenti di bovini e suini i cui scarichi avrebbero potuto creare problemi alla falda acquifera. Preoccupate le mamme per la salute dei loro ragazzi, ora chiedono che sia fatta piena luce sull’accaduto. «La zona di Sant’Ippolito è molto frequentata, soprattutto dai ragazzi», spiega una di loro, «e l’unica fonte di ristoro è proprio l’acqua della due sorgenti, considerata da sempre diuretica e salutare. Sapere che qualcuno ne abbia potuto mettere a rischio la bontà non ci fa stare tranquille. Per questo abbiamo chiesto che la Asl ci dica se l’acqua è potabile o inquinata. È in gioco la salute di tutti noi». Sulla vicenda il sindaco di Corfinio mostra molta prudenza. «Ufficialmente nessuno ci ha segnalato nulla», spiega il sindaco di Corfinio Massimo Colangelo, «ciononostante abbiamo attivato tutte le procedure d’uso per controllare se esistono problemi alle acque sorgive. Voglio tuttavia rimarcare che, chi ha sollevato la questione, avrebbe dovuto opportunamente segnalare l’accaduto all’amministrazione comunale o alla polizia municipale, in modo da poter intervenire in maniera tempestiva a tutela della salute dei cittadini».
Secondo il sindaco, sulla vicenda esistono ancora molti coni d’ombra e non è una certezza che i ragazzi si siano sentiti male dopo aver bevuto l’acqua dalla sorgente. «So per certo che molti di loro hanno fatto il bagno nel fiume Aterno», continua Colangelo, «e se nuotando hanno bevuto l’acqua, potrebbe essere stata proprio quella la causa che ha creato i problemi intestinali ai ragazzi. Per questo», conclude il sindaco, «sarebbe meglio attendere l’esito delle analisi prima di esprimere ogni giudizio e preoccupazione. Dire che l’acqua di Sant’Ippolito è inquinata, mi sembra prematuro e azzardato».
Ma i ragazzi, tutti tra i 13 e i 17 anni, continuano ad affermare di aver bevuto solo l’acqua dalla sorgente. In quella zona esistono due bolle sorgive: una in mezzo alle campagne e l’altra all’interno del sito archeologico che risalirebbe al terzo o quarto secolo a.C.. Ed è su questo particolare che il sindaco sta cercando di fare chiarezza. Anche perché il sito archeologico dedicato a Ercole e alla Dea Madre è recintato ed è inaccessibile alle persone.
Claudio Lattanzio
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