Duplice omicidio, processo da rifare
Colpo di scena nel procedimento a carico dell’imprenditore che uccise l’ex moglie e il compagno, gli atti tornano al gip
L’AQUILA. Il 17 gennaio scorso l’imprenditore albanese Burhan Kapplani uccise a colpi di pistola,nel parcheggio di un supermercato a Bazzano, la sua ex moglie Orjeta Boshi e il suo compagno Sheptim Hana. Ieri l’avvio del processo in Corte d’Assise e il rinvio, appena qualche ora dopo, degli atti al gip che dovrà fissare una nuova udienza in cui discutere, in contraddittorio, la richiesta di rito abbreviato condizionato così come era stato sollecitato dalla difesa dell’albanese. Uno stop al processo, per non incorrere nel rischio di nullità, chiesto in prima battuta da alcuni degli avvocati di parte civile (Massimo Manieri, Gianluca Totani e Giuliana Martinelli che rappresentano tre dei 4 figli, quelli minorenni, di Kapplani ) e dallo stesso pm Roberta D’Avolio che ha sostenuto in aula la necessità di ricondurre tutto alla fase del gip per evitare una situazione insanabile. Richiesta alla quale non si sono associate le altre parti civili, rappresentate dai legali Francesco Valentini, Sonia Giallonardo e Antonello Bonanni.
Tutto da rifare, ma con il ritorno degli atti al pm, è stata invece la richiesta formulata dagli avvocati difensori Leonardo Casciere e Gianluca Colella. «Il gip Marco Billi avrebbe dovuto fissare un’udienza specifica e in quella sede stabilire se l’abbreviato condizionato in primo luogo alla richiesta di perizia psichiatrica, fosse ammissibile e giusto. Non lo ha fatto e secondo noi tutto è nullo», hanno sostenuto i due legali. La Corte, presidente Giuseppe Grieco, riunita i camera di consiglio, ha deciso di accogliere le eccezioni preliminari e di retrocedere gli atti non al pm, come chiesto dalla difesa, ma al gip che dovrà fissare una nuova udienza.
Il processo era cominciato in ritardo per l’assenza di uno dei giudici popolari arrivato poi da Avezzano. In aula anche l’imputato, accusato di aver freddato a colpi di pistola l’ex moglie e il suo compagno, rispettivamente di 36 e 39 anni. Una vera esecuzione, secondo la Procura, che contesta all’uomo il reato di omicidio plurimo premeditato. L’uomo, 48 anni, è rimasto per tutto il tempo in silenzio e con il capo chino in un’aula affollata di persone, tra cui anche alcuni dei suoi figli che non volevano, per stessa ammissione dei loro legali, costituirsi come parte civile. Cosa a cui ha provveduto il curatore speciale. Le prime schermaglie in aula sono andate in scena proprio sulla costituzione delle parti civili, tutte ammesse. Quindi le eccezioni che hanno fermato il processo. Ora si ripartirà dal gip. Kapplani, intanto, resterà in carcere dove si trova da quel 17 gennaio. )
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