E per LFoundry rinviata al 26 l’interrogazione al ministro
AVEZZANO. È stata rinviata a martedì 26 novembre l’interrogazione recentemente presentata al ministro delle Imprese e del Made in Italy dai senatori Michele Fina (Pd) e Gabriella Di Girolamo (M5S)...
AVEZZANO. È stata rinviata a martedì 26 novembre l’interrogazione recentemente presentata al ministro delle Imprese e del Made in Italy dai senatori Michele Fina (Pd) e Gabriella Di Girolamo (M5S) per fare pressioni al governo circa la delicata vertenza dei lavoratori di LFoundry. L’interpellanza era stata inizialmente calendarizzata in IX commissione per la giornata di ieri. Tre i nodi da sottoporre al Senato e in particolare al sottosegretario Massimo Bitonci: il blocco dei 134 licenziamenti previsti dal Piano industriale aziendale, l’apertura del tavolo di crisi e la convocazione del presidente del cda Nabeel Gareeb in occasione di un tavolo di lavoro interforze. A questo punto si arriverà in Parlamento col dato dell’esito del vertice in Regione convocato per la giornata di domani, che nel quadro delle trattative assume un ruolo strategico per capire come orientarsi nella gestione della vertenza. I sindacati spingeranno verso lo stato di crisi. Soluzione che non trova d’accordo l’azienda e sulla quale Tiziana Magnacca, assessore regionale alle Attività produttive e all’industria, nei giorni scorsi si è espressa con cautela.
«Se necessario aprirlo lo faremo, ma ci sono dei criteri da rispettare. In questo momento, a mio avviso, serve senso di equilibrio e di responsabilità. Sarebbe meglio trovare un punto d’incontro fuori dai tavoli istituzionali».
Si potrebbe puntare sugli ammortizzatori sociali messi a disposizione dalla stessa Regione, come paventato dal senatore Guido Liris, così da mantenere vivi i posti di lavoro. Sarebbe comunque un cerotto da rimuovere a stretto giro. Non si può prescindere da una più ampia azione di programmazione, che punti a nuove committenze e al potenziamento occupazionale. (a.p.)
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