Emergenza idrica nella riserva
L'impianto è rotto: autobotti per non far morire gli animali
POPOLI. Emergenza acqua nell'impianto della Forestale di Impianezza su monte Corvo. Gli agenti sono costretti a trasportare l'acqua con le autobotti per dissetare gli animali degli allevamenti e per rifornire i servizi igienici e le fontanelle all'aperto. A segnalare disagi e difficoltà per la gestione del complesso naturalistico è stato Maurizio Cafarelli, ex direttore amministrativo della Asl di Pescara, che giornalmente frequenta il luogo e assiste alle operazioni di abbeveraggio degli animali.
«Qui» spiega Maurizio Cafarelli «ci sono circa 150 capi di bestiame, fra cervi, lupi, caprioli, daini, mufloni, oltre a molte varietà di volatili come aquile, barbagianni, gufi, poiane. Inoltre» continua «questo posto è meta di gruppi di visitatori che arrivano un po' da tutta la Penisola, soprattutto scolaresche, che utilizzano le strutture e i servizi igienici. Qui giornalmente solo per gli animali servono da dieci a venti ettolitri di acqua e dunque è molto impegnativo assolvere al compito del rifornimento». La carenza di acqua è dovuta alla mancanta attivazione di pompe che dovrebbero spingere l'acqua dal serbatoio di Santo Patre, alimentato dalle acque della sorgente di San Callisto, fino alla quota di Monte Corvo.
Secondo la denuncia di Cafarelli, questa situazione permane dal settembre scorso e se finora si è riusciti a sopperire alla scarsità di acqua, con la stagione estiva la situazione è diventata insostenibile. «Finora però» spiega il sindaco Emidio Castricone, «non abbiamo avuto nessuna segnalazione ufficiale dal Corpo forestale dello Stato. Il nostro lavoro è stato, in primo luogo, quello di reperire i fondi per l'acquisto delle pompe di sollevamento, circa 8 mila euro ricavati dal bilancio comunale. Ora stiamo preparando, in tempi stretti, l'appalto per la loro installazione, che come si sa richiede tempi tecnici che devono essere rispettati. Contiamo di completare il procedimento prima della fine del mese di luglio. In ogni caso, se disagi si verificano» conclude il sindaco «voglio ringraziare il Corpo forestale che con solerzia sta operando per azzerare i disagi»
«Qui» spiega Maurizio Cafarelli «ci sono circa 150 capi di bestiame, fra cervi, lupi, caprioli, daini, mufloni, oltre a molte varietà di volatili come aquile, barbagianni, gufi, poiane. Inoltre» continua «questo posto è meta di gruppi di visitatori che arrivano un po' da tutta la Penisola, soprattutto scolaresche, che utilizzano le strutture e i servizi igienici. Qui giornalmente solo per gli animali servono da dieci a venti ettolitri di acqua e dunque è molto impegnativo assolvere al compito del rifornimento». La carenza di acqua è dovuta alla mancanta attivazione di pompe che dovrebbero spingere l'acqua dal serbatoio di Santo Patre, alimentato dalle acque della sorgente di San Callisto, fino alla quota di Monte Corvo.
Secondo la denuncia di Cafarelli, questa situazione permane dal settembre scorso e se finora si è riusciti a sopperire alla scarsità di acqua, con la stagione estiva la situazione è diventata insostenibile. «Finora però» spiega il sindaco Emidio Castricone, «non abbiamo avuto nessuna segnalazione ufficiale dal Corpo forestale dello Stato. Il nostro lavoro è stato, in primo luogo, quello di reperire i fondi per l'acquisto delle pompe di sollevamento, circa 8 mila euro ricavati dal bilancio comunale. Ora stiamo preparando, in tempi stretti, l'appalto per la loro installazione, che come si sa richiede tempi tecnici che devono essere rispettati. Contiamo di completare il procedimento prima della fine del mese di luglio. In ogni caso, se disagi si verificano» conclude il sindaco «voglio ringraziare il Corpo forestale che con solerzia sta operando per azzerare i disagi»