Funivia, la riapertura è lontana

30 Dicembre 2010

Il guasto all'impianto è stato scoperto per caso durante il collaudo

L'AQUILA. Non c'entrano i lavori di revisione ventennale. Il guasto di natura meccanica che ha fatto saltare la riapertura della funivia del Gran Sasso è stato scoperto per caso, durante il collaudo dell'impianto, e riguarda il riduttore del motore, che si sarebbe sgranato. Sfortuna e beffa: quel pezzo fa parte della componentistica che a maggio sarebbe stata sostituita definitivamente.

Dopo una serie di verifiche, con l'ausilio anche di un tecnico specializzato arrivato da Como, ieri pomeriggio si è deciso di provare a riparare il riduttore in loco, a partire già da oggi. Il 3 gennaio, concluse le operazioni, si potranno ipotizzare nuove date, per la partenza della stagione invernale. Difficile comunque fare previsioni.

Il presidente del Centro Turistico del Gran Sasso Vittorio Miconi e il direttore degli impianti Marco Cordeschi parlano di guasto non prevedibile. La tempistica dei lavori ha giocato a sfavore. L'opera, dopo rinvii e ritardi, è stata appaltata solo il 18 ottobre: la ditta si è data da fare, portando a termine gli interventi in due mesi. Poi l'imprevisto, in fase di collaudo e proprio alla vigilia della data attesa da almeno 1300 aquilani. Tanti sono gli abbonamenti già pagati. E con gli alberghi già prenotati.

«Da aquilano e sciatore», ha affermato il presidente Miconi, «il primo a soffrire di questa situazione sono io. Così come soffro con gli albergatori. Ma prima di tutto a soffrire è il Centro Turistico del Gran Sasso. Un'azienda che è rimasta chiusa 16 mesi su 20, con 40 dipendenti a rischio, e che sta facendo sforzi enormi per rimanere in piedi. Se non fosse successo questo imprevisto, oggi sarebbe stato finalmente il giorno della svolta. Era tutto pronto, le piste perfettamente battute. Ma noi non molliamo. Il Ctgs è un patrimonio di tutti e il futuro di questa città è rappresentato dal turismo di montagna». Miconi non vuole additare colpevoli. Ma si augura comunque che si arrivi presto alla privatizzazione dell'azienda. L'ingegnere Cordeschi è preciso nella spiegazione tecnica del guasto: «Durante le prove funzionali con l'impianto in movimento ci si è accorti del problema al riduttore di ghisa. Sfortuna ha voluto che fosse proprio una delle parti che sarebbero state completamente sostituite nella seconda fase degli interventi di ammodernamento, a maggio. In futuro la funivia avrà un doppio motore con un doppio riduttore, per evitare tali inconvenienti. E' bene chiarire che il guasto non è dipeso dall'esecuzione dei lavori».

Miconi già da ieri si è mosso con la Provincia per far riaprire temporaneamente la strada che collega Fonte Cerreto a Campo Imperatore: con la funivia ferma, bisogna comunque garantire lo spostamento di dipendenti e tecnici. Le strutture ricettive in quota sono state svuotate. E intanto fioccano le polemiche, soprattutto sul web: tanti e coloriti i commenti lasciati nei vari blog e social network, da parte di cittadini e sciatori delusi, che si chiedono di chi siano le responsabilità.

C'è chi parla di «truffa» e di «personaggi incompetenti» e chi «si è messo ormai l'anima in pace», sulla possibilità di tornare sulle piste, almeno per quest'anno. E non mancano le reazioni politiche «E' incredibile» scrive Lelio De Santis dell'Idv, «quello che succede all'Aquila per la riapertura della funivia di Fonte Cerreto, dopo 8 mesi di blocco che ha penalizzato il turismo aquilano e ha impedito la fruizione del Gran Sasso, unica vera risorsa del territorio, soprattutto ora che la città è disastrata. In una condizione normale di responsabilità democratica e di rispetto istituzionale, ci sarebbero già state le dimissioni del presidente e del direttore del Centro turistico».

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