I 493 milioni dell’Europa
Strade, scuole e palazzi col fondo di solidarietà
L’AQUILA. «Ho portato all’Aquila un raggio di sole». L’annuncio, proprio uguale a quelli fatti tante volte in tv col dito puntato, per i programmi della sera, è dell’europarlamentare Barbara Matera (Pdl), che, per intesa bipartisan, siede accanto al collega Pd Gianni Pittella. Non hanno in mano l’assegno da 493 milioni del fondo di solidarietà dell’Unione europea, ma assicurano che i soldi ci saranno a fine mese.
COSA FARCI. «Già sappiamo come spenderli», assicura l’anfitrione Guido Bertolaso, che accoglie gli ospiti internazionali insieme al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano che strappa subito ai parlamentari una promessa: la mostra fotografica sul terremoto già allestita all’Emiciclo approderà a Bruxelles. «Di questi soldi abbiamo bisogno perché stiamo spendendo», argomenta Bertolaso. «Ci servono per andare avanti. I fondi dell’Unione europea saranno impiegati prima di tutto per la viabilità, attraverso una serie di interventi migliorativi parte dei quali sono già cominciati. Poi saranno impiegati per le scuole, gli edifici pubblici e gli alloggi per gli studenti. Il tutto sarà definito nei dettagli attraverso in confronto con il cosiddetto territorio, vale a dire gli enti locali. I soldi arriveranno entro la fine del mese di novembre quando arriveremo alla firma dell’accordo.
Stiamo predisponendo i documenti per la firma tra il governo italiano e la commissione europea. Credo che questo documento lo dovrò firmare io nelle settimane prossime e poi entro la fine del mese di novembre mi è stato detto che ci dovrebbero assegnare materialmente i soldi. Non andranno al progetto Case, per cui gli stanziamenti sono stati già tutti previsti, e nemmeno alla raccolta delle macerie. Serviranno molto, però, per tutte le altre situazioni che quotidianamente stiamo affrontando e risolvendo, dai moduli abitativi alle scuole, agli altri interventi sulle infrastrutture e a quelli previsti per le categorie a rischio».
COS’È IL FONDO. Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue) è nato per rispondere alle calamità naturali e per esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite dai disastri. Il Fondo è stato istituito a seguito delle gravi inondazioni che hanno devastato l’Europa centrale nell’estate del 2002. Nel corso degli anni è stato utilizzato una trentina di volte in risposta a diversi tipi di catastrofi, tra le quali inondazioni, incendi forestali, un terremoto, un’eruzione vulcanica, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 1,5 miliardi di euro a favore di 20 paesi europei. «Ma lo stanziamento più consistente, mai visto prima d’ora, è stato quello che ha ottenuto l’Abruzzo», dice con orgoglio Bertolaso. «Quando ho saputo che nell’erogazione del più importante finanziamento europeo mai assicurato fino a oggi dall’Unione europea vi erano stati solo quattro voti contrari, ho voluto verificare chi fossero.
Mi hanno detto, poi, che sono tre olandesi e un inglese che, comunque vada, votano sempre di no. Salvo poi quando vanno a intascare lo stipendio da parlamentari europei. Vi posso anticipare, però, che li inviterò all’Aquila personalmente affinché possano rendersi conto in prima persona di quello che abbiamo fatto e di quello che faremo con i soldi stanziati per questa emergenza». E qui il capo della Protezione civile lancia qualche frecciata. Contro chi non ha raccontato bene «quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo». E contro chi «dall’Europa, ha aperto procedure d’infrazione contro il proprio paese, l’Italia, in una fase drammatica come l’emergenza rifiuti in Campania». «Se non fossimo stati così bravi come siamo stati, e come hanno constatato le commissioni che ci hanno esaminato, i soldi l’Europa non ce li avrebbe dati. E non si sarebbe avuto un voto pressoché unanime.
E questa è un’altra dimostrazione di efficienza, perché, come spesso avviene in Italia, il problema non è quello di avere i soldi ma di spenderli. Spero che i tempi di una mia esperienza molto difficile, molto complessa e dolorosa, siano alle spalle. Mi riferisco all’emergenza rifiuti in Campania quando i nostri europarlamentari a Bruxelles non facevano altro che cercare di gettare altra spazzatura sull’immagine del nostro paese. Mi riferisco ai parlamentari di due legislature che cercavano sempre di mettere l’Italia alla berlina per quella che era una situazione di grande disagio, di grande complessità di cui è stata oggetto la Campania. L’emergenza, oggi, si sta concludendo grazie anche alla commissione europea che ha dato un giudizio positivo sulla gestione dell’emergenza, aspetto che ha avuto poca rilevanza sugli organi di informazione.
Credo che, anche sulla base di queste esperienze negative degli anni che abbiamo alle spalle, soprattutto sulla base di questa grande sinergia tra i nostri parlamentari e le istituzioni che si stanno occupando della materia, un giorno si parlerà di un modello Abruzzo non solo per quella che è stata la gestione dell’emergenza ma anche per la gestione della ricostruzione». E poi precisa: «Per quella fase di cui ci stiamo occupando, ma anche per quella che è stata la gestione politica a livello nazionale ed europeo con una grande collaborazione e voglia di fare squadra, di mettere in risalto quelle che sono le nostre capacità». Matera, componente della commissione Bilancio del parlamento europeo, e Pittella, sottolineano, in coro, il lavoro bipartisan che hanno fatto centrosinistra e centrodestra in quest’occasione.
TRE IDEE. Pittella, in chiusura, lancia tre proposte: lo storno, in favore dell’Abruzzo, dei fondi strutturali non utilizzati da alcune regioni europee, che vanno spesi entro 2 anni; la riprogrammazione dei fondi già destinati all’Abruzzo prima del terremoto e una proposta unitaria per la fiscalità di vantaggio, la zona franca. «Per alcune regioni di Francia e Spagna, in presenza di particolari condizioni, sono state fatte delle deroghe anche importanti. La proposta di zona franca tocca al governo e mi auguro che sia una delle strade principali che verranno percorse per riavviare lo sviluppo economico di questo territorio colpito dalla catastrofe».
COSA FARCI. «Già sappiamo come spenderli», assicura l’anfitrione Guido Bertolaso, che accoglie gli ospiti internazionali insieme al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano che strappa subito ai parlamentari una promessa: la mostra fotografica sul terremoto già allestita all’Emiciclo approderà a Bruxelles. «Di questi soldi abbiamo bisogno perché stiamo spendendo», argomenta Bertolaso. «Ci servono per andare avanti. I fondi dell’Unione europea saranno impiegati prima di tutto per la viabilità, attraverso una serie di interventi migliorativi parte dei quali sono già cominciati. Poi saranno impiegati per le scuole, gli edifici pubblici e gli alloggi per gli studenti. Il tutto sarà definito nei dettagli attraverso in confronto con il cosiddetto territorio, vale a dire gli enti locali. I soldi arriveranno entro la fine del mese di novembre quando arriveremo alla firma dell’accordo.
Stiamo predisponendo i documenti per la firma tra il governo italiano e la commissione europea. Credo che questo documento lo dovrò firmare io nelle settimane prossime e poi entro la fine del mese di novembre mi è stato detto che ci dovrebbero assegnare materialmente i soldi. Non andranno al progetto Case, per cui gli stanziamenti sono stati già tutti previsti, e nemmeno alla raccolta delle macerie. Serviranno molto, però, per tutte le altre situazioni che quotidianamente stiamo affrontando e risolvendo, dai moduli abitativi alle scuole, agli altri interventi sulle infrastrutture e a quelli previsti per le categorie a rischio».
COS’È IL FONDO. Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue) è nato per rispondere alle calamità naturali e per esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite dai disastri. Il Fondo è stato istituito a seguito delle gravi inondazioni che hanno devastato l’Europa centrale nell’estate del 2002. Nel corso degli anni è stato utilizzato una trentina di volte in risposta a diversi tipi di catastrofi, tra le quali inondazioni, incendi forestali, un terremoto, un’eruzione vulcanica, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 1,5 miliardi di euro a favore di 20 paesi europei. «Ma lo stanziamento più consistente, mai visto prima d’ora, è stato quello che ha ottenuto l’Abruzzo», dice con orgoglio Bertolaso. «Quando ho saputo che nell’erogazione del più importante finanziamento europeo mai assicurato fino a oggi dall’Unione europea vi erano stati solo quattro voti contrari, ho voluto verificare chi fossero.
Mi hanno detto, poi, che sono tre olandesi e un inglese che, comunque vada, votano sempre di no. Salvo poi quando vanno a intascare lo stipendio da parlamentari europei. Vi posso anticipare, però, che li inviterò all’Aquila personalmente affinché possano rendersi conto in prima persona di quello che abbiamo fatto e di quello che faremo con i soldi stanziati per questa emergenza». E qui il capo della Protezione civile lancia qualche frecciata. Contro chi non ha raccontato bene «quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo». E contro chi «dall’Europa, ha aperto procedure d’infrazione contro il proprio paese, l’Italia, in una fase drammatica come l’emergenza rifiuti in Campania». «Se non fossimo stati così bravi come siamo stati, e come hanno constatato le commissioni che ci hanno esaminato, i soldi l’Europa non ce li avrebbe dati. E non si sarebbe avuto un voto pressoché unanime.
E questa è un’altra dimostrazione di efficienza, perché, come spesso avviene in Italia, il problema non è quello di avere i soldi ma di spenderli. Spero che i tempi di una mia esperienza molto difficile, molto complessa e dolorosa, siano alle spalle. Mi riferisco all’emergenza rifiuti in Campania quando i nostri europarlamentari a Bruxelles non facevano altro che cercare di gettare altra spazzatura sull’immagine del nostro paese. Mi riferisco ai parlamentari di due legislature che cercavano sempre di mettere l’Italia alla berlina per quella che era una situazione di grande disagio, di grande complessità di cui è stata oggetto la Campania. L’emergenza, oggi, si sta concludendo grazie anche alla commissione europea che ha dato un giudizio positivo sulla gestione dell’emergenza, aspetto che ha avuto poca rilevanza sugli organi di informazione.
Credo che, anche sulla base di queste esperienze negative degli anni che abbiamo alle spalle, soprattutto sulla base di questa grande sinergia tra i nostri parlamentari e le istituzioni che si stanno occupando della materia, un giorno si parlerà di un modello Abruzzo non solo per quella che è stata la gestione dell’emergenza ma anche per la gestione della ricostruzione». E poi precisa: «Per quella fase di cui ci stiamo occupando, ma anche per quella che è stata la gestione politica a livello nazionale ed europeo con una grande collaborazione e voglia di fare squadra, di mettere in risalto quelle che sono le nostre capacità». Matera, componente della commissione Bilancio del parlamento europeo, e Pittella, sottolineano, in coro, il lavoro bipartisan che hanno fatto centrosinistra e centrodestra in quest’occasione.
TRE IDEE. Pittella, in chiusura, lancia tre proposte: lo storno, in favore dell’Abruzzo, dei fondi strutturali non utilizzati da alcune regioni europee, che vanno spesi entro 2 anni; la riprogrammazione dei fondi già destinati all’Abruzzo prima del terremoto e una proposta unitaria per la fiscalità di vantaggio, la zona franca. «Per alcune regioni di Francia e Spagna, in presenza di particolari condizioni, sono state fatte delle deroghe anche importanti. La proposta di zona franca tocca al governo e mi auguro che sia una delle strade principali che verranno percorse per riavviare lo sviluppo economico di questo territorio colpito dalla catastrofe».